Arresto congiunto da parte di polizia di Stato – squadra Volante di Terni – e carabinieri – Sezione radiomobile della Compagnia di Terni – nella giornata di mercoledì a San Biagio di Cesi, area boschiva a ridosso dello storico borgo nota anche e soprattutto per il ‘giro’ di spaccio di droga. Con clienti che arrivano fin lì per acquistare le dosi lontani da occhi indiscreti. A finire in manette è stata una donna 26enne di origini tunisine e residente nel Narnese, arrestata in flagrante grazie all’azione congiunta di agenti della questura e militari dell’Arma.
Decisive le segnalazioni dei residenti che, esasperati dal viavai di soggetti più e (soprattutto) meno raccomandabili, hanno chiesto alle forze dell’ordine di concentare i propri sforzi sulla zona di San Biagio. Impegno che ha dato i propri frutti, visto che una volta sul posto, gli operanti hanno trovato nella boscaglia tre soggetti – due uomini e una donna -, raccolti attorno ad un tavolo improvvisato, con sopra un grosso marsupio.
Capita l’aria, i tre hanno tentato la fuga nel bosco: i due soggetti di sesso maschile sono riusciti a far perdere le proprie tracce – per ora – mentre la donna, 26enne della Tunisia, no. Nel tentativo di portare via il marsupio, ha perso tempo ed è stata bloccata. Nello stesso marsupio c’erano cinque panetti di hashish – quasi mezzo chilo di droga in tutto -, oltre a sei blister con dentro 83 pasticche di un farmaco usato per tagliare la droga e quasi 4 mila euro in contanti. Oltre a ciò, quattro telefoni cellulari per gestire il ricco ‘giro’, un proiettile calibro 9 corto e un fucile da soft-air poggiato sul tavolo.
A seguito della direttissima – tribunale di Terni, giudice Simona Tordelli – giovedì mattina la 26enne, difesa dall’avvocato Francesco Bassitto, si è vista convalidare quanto eseguito da polizia e carabinieri, con applicazione dell’obbligo di firma in attesa del giudizio di merito. «L’operazione – commenta la questura – rappresenta un nuovo colpo inferto allo spaccio cittadino, che sembra spostarsi sempre più nelle aree periferiche per sfuggire ai controlli. Ma la risposta delle forze dell’ordine non si è fatta attendere».