Terni, l’allarme della polizia provinciale

Agenti nell’incertezza: «Il rischio è di perdere un patrimonio di competenze e un presidio fondamentale per il territorio»

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Un destino tutt’altro che chiaro, nonostante una professionalità riconosciuta in diversi ambiti. Quelli su cui la polizia provinciale di Terni continua ad operare – «ma è sempre più difficile», affermano – in attesa di capire cosa accadrà ai diciassette agenti che compongono oggi il Corpo. E il rischio è quello che si perda un punto di riferimento per tutto il territorio e le competenze – ambientali, faunistico-venatorie, ma anche di ordine pubblico e polizia giudiziaria – che gli uomini e le donne della polizia provinciale mettono a servizio della comunità.

POLIZIA PROVINCIALE A RISCHIO: PARLA IL COMANDANTE

Il punto sul futuro del Corpo è stato fatto venerdì mattina, nella conferenza stampa convocata a palazzo Bazzani a cui hanno preso parte gli agenti, il comandante Mario Borghi e il vice presidente della Provincia, Giampiero Lattanzi. Si è partiti dai numeri e dalle attività che gli agenti conducono su tutto il territorio provinciale: dal Nucleo operativo speciale per l’ambiente (oltre 1.000 controlli, 135 reati scoperti e più di 110 mila euro di sanzioni negli ultimi tre anni), alle attività di sorveglianza e polizia idraulica, la vigilanza a tutela della fauna e della flora condotta dai distaccamenti di Terni, Orvieto e Amelia, i servizi di ordine e sicurezza pubblica, di protezione civile, di polizia stradale e giudiziaria.

Futuro incerto «L’ipotesi di una ‘dispersione’ degli agenti all’interno delle polizie municipali del territorio – è stato detto -, con la conseguente perdita di presidi sul territorio e professionalità, è stata respinta dalle numerose proteste che si sono levate nei mesi scorsi. La soluzione a cui si sta lavorando, già adottata da Piemonte e Abruzzo, è quella di mantenere il contingente delle polizie provinciali all’interno degli enti di appartenenza, con funzioni di polizia amministrativa nell’ambito delle materie oggetto di riordino. La ricollocazione nelle polizie municipali è un’opzione residuale per le unità di personale in sovrannumero».

I rischi «Anche alla luce del futuro, parziale, assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei carabinieri, emerge la drammaticità del rischio della perdita di quelle funzioni di ‘polizia di prossimità’ svolte dalla polizia provinciale, soprattutto in ambito extra urbano e nelle aree industriali, nei settori che sono storicamente di sua competenza. Il rischio di creare un ‘vuoto di servizi’ al cittadino è concreto. Per questo il servizio deve rimanere il più possibile integro».

L’ente Durante la conferenza stampa il vice presidente della Provincia, Giampiero Lattanzi, ha ricordato come quello della polizia di palazzo Bazzani «è un aspetto importante dentro un quadro di difficoltà dato da una riforma ancora non del tutto chiara e sulla quale invece si stanno attendendo risposte in merito alle sollecitazioni fatte al Governo. Stiamo lavorando – ha aggiunto Lattanzi – affinché si arrivi ad una soluzione organica della questione che salvaguardi professionalità e servizi sul territorio. Attendiamo per la prossima settimana novità dal Governo».

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