Come scritto sulle maglie degli operai che manifestano in questi giorni a Taranto: “pacta servanda sunt”, e questo concetto dovrebbe valere per tutti i contraenti di un accordo. Ma andiamo per gradi: tra i temi più diffusi e ricorrenti nel dibattito sulle politiche industriali figura il prezzo dell’energia: in Italia l’energia costa molto di più rispetto ai paesi vicini e concorrenti. Qui risiede uno dei motivi che penalizzano la capacità competitiva delle nostre imprese. Per questo a metà luglio 2017 anche la politica si è mossa in favore delle riduzioni dei costi per i cosiddetti “energivori”, cioè le aziende che consumano molta energia e si ritrovano sul mercato interno e sul mercato esterno a combattere ad armi impari. L’emendamento che prevedeva questa diminuzione è stato presentato da alcuni deputati PD e approvato alla Camera: una riduzione applicata proporzionalmente al consumo di energia secondo scaglioni predeterminati.
Stop and go Tutto sembrava procedere, fino a qualche giorno fa, quando l’Aula del Senato ha modificato il testo, imponendo un ritorno alla Camera per il terzo esame con tempi ora incerti. Concluso il nuovo passaggio in Parlamento, la riforma, molto attesa dall’industria manifatturiera, avrà bisogno di un decreto attuativo del ministero dello Sviluppo economico che ancora prima dovrà sentire il parere dell’Authority per l’energia. Difficile pensare di riuscire a tagliare il traguardo previsto, ovvero il 1° gennaio 2018.
L’accordo 2014 Questa situazione ha un collegamento con quanto il Governo si era impegnato a fare per AST il 3 dicembre 2014. Nella parte dell’accordo che descrive gli impegni delle istituzioni si legge testualmente : “Il Ministero dello Sviluppo Economico ha confermato l’impegno al mantenimento ed al potenziamento degli istituti e/o delle misure, già legiferati e/o regolamentati, per il contenimento e la riduzione dei costi di approvvigionamento dell’energia elettrica per le industrie energivore. Il Ministero è inoltre impegnato a ricercare, attraverso il raffronto con gli istituti e/o le misure già adottate o in via d’adozione negli altri Paesi appartenenti alla Comunità Europea, ulteriori istituti e/o misure che possano pure essi contribuire al contenimento ed alla riduzione dei costi di approvvigionamento dell’energia elettrica per le industrie energivore”.
La politica Sono passati quasi tre anni dall’accordo e, nonostante le continue pressioni che provengono da più parti, Acciai Speciali Terni ha dimostrato il suo impegno per rispettare le condizioni stabilite. Possiamo dire lo stesso del Governo? Alcuni dirigenti politici locali hanno chiesto in questi giorni il rispetto dei patti sottoscritti nel luglio 2014, hanno ragione. “Pacta sunt servanda”.