Terni, l’Ater e il nodo patrimonio: «Vanno rivisti i parametri»

Giovedì commissione congiunta per parlare del problema legato alla scarsa quantità di alloggi medi e grandi. Napoletti: «200 in attesa di ripristino, solo 24 oltre i 90 mq»

Condividi questo articolo su

di S.F.

La scarsa quantità di alloggi Erp – edilizia residenziale pubblica, le ‘case popolari’ – di taglio medio e grande ed il superbonus 110% per interventi di riqualificazione del patrimonio pubblico. Con richieste di delucidazioni dirette al presidente di Ater Umbria, Emiliano Napoletti: questi i due temi trattati giovedì pomeriggio nella commissione congiunta telematica – I° e II° – che ha visto protagonista anche l’assessore regionale Enrico Melasecche.

COMUNE-ATER, ‘PATTO’ DA 593 MILA EURO

La commissione odierna

Il patrimonio ‘obsoleto’

A chiedere la presenza di Napoletti sono stati gli esponenti di Terni Immagina, Senso Civico, Pd e M5S. Il problema deriva dal fatto che con il trascorrere del tempo sono aumentate le richieste per appartamenti di maggior grandezza e la situazione attuale non consente di soddisfare tutti. La storia parte da lontano e l’avvocato a capo dell’Ater impiega oltre dieci minuti per tentare di fare chiarezza: «La composizione del patrimonio – ha esordito – è articolata su dimensioni che rispecchiavano delle scelte legislative che, a loro volta, arrivavano da indirizzi di natura politica. Le metrature sono parametrate in relazione ad una serie di elementi normativi adattati a diverse tipologie di utenze: attraverso il confronto con il Comune vedremo in che modo si potrà meglio orientare la prospettiva di visione nel breve e medio futuro. Se esiste una situazione di non allineamento tra spazi attesi e numero dei componenti – aventi diritto iscritti in graduatoria – ci si potrà lavorare».

Emiliano Napoletti

La suddivisione

Napoletti si appoggia anche ad un’analisi puramente numerica, seppur datata: «C’è un dato poco contestabile. Da una revisione – ha messo in evidenza – fatta al 2019 possiamo dire che in realtà la disposizione degli utenti all’interno dei diversi alloggi è stata calibrata a seconda della dimensioni dei diversi nuclei familiari. Solo il 2% rientra nelle dimensioni più piccole, il 24% si trova nelle medie ed il restante nelle grandi. Poi si prende atto di tutte le situazioni che si possono identificare di disagio o di non soddisfazione; l’impianto generale del sistema ha risposto in maniera normativamente adeguata a ciò che è stato chiesto. Ater – ha aggiunto – ha attivato piattaforma di scambio con gli uffici del Comune affinché si giunga ad avere una capacità di raccolta e analisi di dati per orientare le scelte di assegnazione e quelle di manutenzione/ripristino da parte dell’ente. In modo da avere alloggi consoni alle aspettative».

Palazzo Spada

Le conclusioni ed i 200 appartamenti in attesa di ripristino

Discorso lungo. Le conclusioni sono varie: «La natura del patrimonio – ha aggiunto – è quella che. La domanda si evolve nel tempo e gli strumenti che stiamo approntando sono diretti ad individuare queste caratteristiche evolutive. Per quel che concerne le metrature il discorso è rimesso alle esigenze specifiche dei distinti nuclei familiari e se esistono particolari situazioni extra graduatoria Ater se ne è fatta carico. Da parte nostra c’è l’impegno e la disponibilità a far meglio, ma ciò è possibile solo con una collaborazione integrata con il Comune e l’indirizzo dell’ente regionale per le politiche abitative». Poi altre cifre indicative: «Tra i 200 appartamenti che sono in attesa di ripristino a Terni, solo 24 sono oltre i 90 metri quadrati. I parametri devono essere rivisti perché sono basati su scelte passate». Nessuno dei consiglieri di minoranza è rimasto soddisfatto: «Non ho avuto – la critica di Valentina Pococacio del M5S – risposte da dare alle persone che, ad oggi, hanno bisogno di alloggio. Ci troviamo a pagare un mancato adeguamento del patrimonio Ater e la valutazione dei fabbisogni». Stesso pensiero per Paolo Angeletti di Terni Immagina: «Deluso. Non è chiara l’offerta in termini programmatici». Alessandro Gentiletti (Senso Civico) ha lamentato il fatto di non aver appreso il numero di alloggi in manutenzione e le richieste rimaste inevase.

Il superbonus 110%

Discorso non meno articolato quello legato alla chance del superbonus 110%: «Occasione importante che è stata recepita da Ater affinché si riesca a raggiungere uno scopo. La vicenda è caratterizzata da numerose tecnicalità e quindi deve essere gestita con attenzione: è possibile accedere al beneficio fiscale solo con determinate tipologie di intervento: per arrivare all’obiettivo di garantire a quanti più utenti possibili un miglioramento della qualità abitativa – sia sotto l’aspetto dell’efficientamento energetico che del miglioramento sismico – si è privilegiata un’ottica di fattibilità. Il percorso di collaborazione con il Comune per le esigenze abitative sarà da approfondire perché tutti gli interventi del superbonus comportano un interfacciarsi con loro per la verifica di regolarità urbanistica ed edilizia». In sostanza siamo serve ancora concretizzare. In tal senso anche Melasecche ha ‘sparato’ alcune cifre: «L’ipotesi iniziale era per 6 milioni di euro, oggi c’è un impegno che riguarda Ater per oltre 54 milioni. Vuol dire per 78 edifici nell’intera regione. Contribuisce ad una riqualificazione di circa il 25% del patrimonio dell’ente». Cenno anche al guaio della scarsa quantità di grandi appartamenti: «In passato le richieste c’era l’esigenza di realizzarne di piccoli per genitori separati o famiglie monoparentali. Bisogna verificare nell’ambito dello sviluppo di nuovi alloggi quale può essere la percentuale riguardanti quelli di dimensioni maggiori. Ed evitare di ritrovarci tra 2-3 anni con il problema opposto». Ovvero di averne pochi piccoli.

C’è anche problema mobilità

Ad ascoltare in commissione c’era anche l’assessore al welfare di palazzo Spada, Cristiano Ceccotti: «Alcuni immobili sono stati assegnati a famiglie numerose nel periodo estivo 2020. Sì, il patrimonio dell’Ater mostra delle criticità e stiamo dialogando per risolvere questo aumento di richiesta per dimensioni più ampie: c’è bisogno di interventi ed manutenzione. Inoltre occorre avviare procedure per la mobilità perché tanti cittadini hanno bisogno di cambiare immobili a causa di mutamenti nel nucleo familiare e da otto anni non si fanno. Fitti passivi con l’Ater? Non mi risultano», la risposta ad un input di Gentiletti. Il nodo resta.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli