Terni, lavoro in crisi: «Servono scelte condivise»

Liti (Fim Cisl): «Sostegno alla lotta per la Treofan, Ast abbia giusta considerazione da parte di tutti»

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di Simone Liti
Segretario Fim Cisl Umbria

L’obiettivo è stato raggiunto in pieno: uscire dalle fabbriche per far sentire la voce dei tanti lavoratori metalmeccanici della nostra provincia, la buona riuscita arriva anche in un periodo in cui molta gente ha fatto un lungo periodo di cassa integrazione e con l’incertezza ancora alta, ma i lavoratori metalmeccanici vogliono il rinnovo del contratto nazionale.

Il rinnovo del Ccnl è elemento di garanzia, di tutele, di distribuzione economica e di prospettiva, la situazione economica post-Covid non può essere un alibi per non rinnovare il contratto dei metalmeccanici che si propone di valorizzare e meglio promuovere il lavoro per i prossimi anni di ripresa economica e occupazionale. Ora è il momento che la trattativa riparta. Dal 2004, prima grande crisi Ast, la perdita delle produzioni del magnetico, 2008 la grande crisi economica la situazione della provincia di Terni continua ad essere in spirale senza fine, sul fronte del lavoro. I colpi della crisi non sono ancora stati assorbiti e le vecchie crisi si aggiungono alle nuove che per certi indicatori economici danno nuovi segni strutturalità e di conseguenza fragilità del lavoro. Per questo il nostro territorio sta vivendo questa fase storica nel peggiore dei modi che ben presto da crisi occupazionale si passerà a una crisi economica cittadina.

È di certo il momento più inedito e delicato della nostra storia, come Paese e come Regione e come territorio proprio per questo, qualunque decisione deve essere condivisa, pensata e non penalizzante, specie quando riguarda il lavoro e le prospettive future di tante famiglie. Come sempre in queste situazioni, le vittime designate sono i lavoratori e le loro famiglie. Se la chiusura di una grande azienda è una sconfitta per tutti, differenti però sono le conseguenze tra imprenditore/multinazionale e lavoratori. Soprattutto la rabbia cresce quando ci si sente inascoltati da parte della politica che ha nel suo scopo principale l’essere al servizio dei cittadini, dando risposte concrete ai loro bisogni e risposte concrete vanno date nel momento di difficoltà ai lavoratori che con i loro sacrifici, la loro perseveranza nella lotta e nel difendere il proprio posto di lavoro rappresentano l’Italia migliore.

Come Fim Cisl sosteniamo con forza i colleghi della Treofan nelle loro iniziative dopo che l’azienda ha presentato un piano di chiusura che è ‘irricevibile’, in un momento tanto delicato per il nostro Paese e per l’intera economia territoriale. La solidarietà di tutta la Fim Cisl è piena pronti a partecipare alle iniziative che vorranno mettere in campo a sostegno della loro vertenza. A loro va il nostro pensiero e l’auspicio che dal confronto possa emergere una soluzione diversa.

L’incertezza è di nuovo il leitmotiv nei lavoratori delle acciaierie ternane, ogni dieci anni la vertenza di Acciai Speciali Terni si presenta, questa volta ha anticipato. Abbiamo iniziato un confronto sul piano di transizione che ci porterà verso scenari nuovi e diversi della Thyssenkrupp. Il negoziato è tutto in salita, c’è bisogno che la dirigenza sia meno rigida sulle posizioni per evitare una ‘fase di pericoloso stallo’ che rischia di generare una totale incertezza in migliaia di lavoratori e cittadini. Come Fim Cisl vorremmo ricordare all’attuale dirigenza quanti sacrifici i lavoratori delle acciaierie hanno fatto e stanno facendo sia in termini occupazionali che in termini salariali frutto questo delle cattive gestioni della casa madre tedesca Thyssenkrupp, pertanto anche in questo giro non si possono continuare scaricare su tutti i lavoratori diretti e dell’indotto, siano essi operai che impiegati che quadri che somministrati tagli o costi troppo cari da pagare.

Ci auguriamo che la particolarità dei tempi e la consapevolezza del valore di una presenza come Ast che da sempre fa ed è riferimento alla città e il valore che rappresenta tutta l’industria la manifattura sia ancora valutata da tutti motore trainante e sia presa in giusta considerazione da tutti i soggetti deputati, altrimenti questa volta un ulteriore colpo rappresenterebbe un cedimento non più risanabile sia sotto il profilo occupazionale sia sotto il profilo dell’economia, un’ulteriore ferita che rischierebbe di rimanere aperta come le altre.

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