Terni, le sale giochi chiudono? Sasha le porta dentro le case

Con la scomparsa delle storiche attività, il restauro e la vendita di videogiochi ai privati diventa un business

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di Federica Liberotti

L’ultima saracinesca ad abbassarsi definitivamente, lo scorso agosto, è stata quella della ‘storica’ Royal di via Battisti. È finita per sempre, a Terni, l’epoca delle sale giochi, chiuse una dopo l’altra e sostituite dalle sale videopoker e slot machine. Ma non sono scomparsi i nostalgici degli ‘arcade’ – i videogiochi cabinati -, tanto che proprio a Terni c’è chi ha fatto del loro restauro e della rivendita ai privati un lavoro. Il tutto in un mix di arte, passione e ‘ossessione’.

‘Stregati’ anche Cracco e Materazzi

Lui si chiama Sasha Bartocci e ha trasformato un hobby in una professione. E così è diventato un vero esperto del settore, ed oggi tra i suoi clienti, grazie al passaparola, annovera anche personaggi famosi, come lo chef Carlo Cracco e il calciatore Marco Materazzi. «Compro i vecchi flipper, i videogames e i jukebox originali dismessi, li rigenero e poi rivendo a mia volta agli appassionati» spiega Bartocci, 30enne originario di Foligno, da un anno nella città dell’acciaio. «Tutto – racconta – è iniziato ormai quasi sei anni fa. Il primo videogioco l’ho preso e recuperato per me, poi è capitato che un commerciante di Foligno ne regalasse una decina. Pur non avendo competenze particolari, ho iniziato a dedicarmici e una volta rimessi in funzione, li ho venduti. A quel punto ne ho comprati altri 40 e da lì non mi sono più fermato». Oggi Sasha spedisce da Milano alla Sicilia, ha anche registrato il proprio marchio (The Arcade Garage) e aperto una società che ha sede in un capannone di vocabolo Sabbione. Per lui lavorano altri professionisti del settore a cui si affida, da Roma a Viterbo. «Tra questi un artigiano che da 40 anni è nel settore – continua – e che mi ha insegnato la riparazione dei flipper più complicati».

Mercato di ‘nicchia’

Il lavoro di Sasha è diventato soprattutto su commissione, grazie alla personalizzazione di serigrafie, tasti, joystick con grafiche originali. Come avvenuto ad esempio con Cracco, che ha chiesto una cabinato a tema Pokemon per i figli. «I prezzi? – risponde il giovane imprenditore -. Un cabinato con 3 mila giochi può costare mille euro, se vuoi personalizzarlo con una grafica particolare si sale ad oltre 1.300 euro. Ma sono tanti quelli che vogliono ricreare nelle loro case l’atmosfera delle vecchie sale giochi, non solo il ‘classico’ trentenne che va a vivere da solo e mette i videogiochi in sala. Sono diventati pezzi unici che arredano e che cerchiamo di riportare allo stile originale degli anni ’80 e ’90». Un lavoro, quello del restauro, che richiede fino a 10 giorni per smontare i vari pezzi, pulire schede, tasti e joystick, ricablarli e se necessario personalizzare l’arcade. Attività a cui Sasha si dedica con passione, ma anche con una consapevolezza. «Il mio lavoro – commenta – prima o poi finirà, perché questo tipo di videogiochi non vengono più prodotti ed anche il mercato del restauro è destinato ad esaurirsi. Ma fino a che potrò, continuerò a crederci».

 

Sasha Bartocci

L’ex Royal Video Room

Sale giochi ‘perdute’, slot al posto dei flipper

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