Un danno erariale stimato inizialmente in 435.504 euro, contestato dalla magistratura contabile a cinque fra ex amministratori, dirigenti e funzionari del Comune di Terni, per non aver vigilato sul mancato introito delle tariffe previste per l’utilizzo dei campi sportivi da parte del Campitello Calcio fra il 2010 e il 2014. Il procedimento, attivato dalla Corte dei Conti dell’Umbria sulla base delle indagini del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Terni, è giunto alla prima sentenza. Il danno è stato ‘ridimensionato’ a 104.521 euro e tutti i convenuti – per la parte comunale – sono stati condannati, in parti diverse, al risarcimento. Si tratta dell’ex presidente della circoscrizione nord Francesca Malafoglia (35.470 euro), l’ex segretaria del consiglio della circoscrizione nord Paola Giuliani (35.470 euro) e gli ex dirigenti comunali Luciano Sdogati (5.043 euro), Adriano Marrocco (15.753 euro) e Massimo Cavadenti (12.785 euro). La sentenza è stata emessa dal collegio composto dai giudici Pier Carlo Floreani (presidente), Rosalba Di Giulio e Marco Scognamiglio. Scontata l’impugnazione della sentenza da parte dei legali difensori dei convenuti: Nicola Pepe (Malafoglia) il cui ricorso è già pronto, Patrizia Bececco (Sdogati), Maurizio D’Ammando (Cavadenti) e Anna Dean (Paola Giuliani).
Il punto di vista della procura contabile
Secondo le conclusioni delle Fiamme Gialle, precedenti l’avvio del procedimento da parte della Corte dei Conti umbra, «l’Asd Campitello Calcio aveva introitato per l’utilizzo dei campi sportivi da parte di terzi la somma di 183.433 euro, mai recuperata da parte del Comune o refusa dalla stessa Asd Campitello che, nelle annualità 2010-2014, aveva svolto funzioni espressamente demandate alla circoscrizione nord del Comune di Terni. […] I rapporti tra la ASD Campitello ed il Comune di Terni, infatti, sono stati regolati da una serie di convenzioni succedutesi nel tempo […] e la predetta ASD, in ossequio alle convenzioni vigenti antecedentemente al 9 settembre 2014, non avrebbe dovuto riscuotere alcuna somma, ma doveva limitarsi ad invitare i locatari a rivolgersi alla circoscrizione per il relativo pagamento».
La replica del legale della Malafoglia: «Contestazioni ridotte ma comunque insussistenti»
Così l’avvocato di Francesca Malafoglia, Nicola Pepe: «Sono soddisfatto all’80% – afferma – perché tale è la riduzione che la Corte dei Conti dell’Umbria ha effettuato sulla contestazione della procura riferita ad un presunto danno erariale di 147.791,27 euro a carico della mia assistita. Il restante 20% sarà oggetto, doverosamente, di un approfondimento da parte della sezione di appello della Corte dei Conti a seguito dell’impugnazione della sentenza che riguarderà sia profili di rito che di merito. Fermo restando che l’operato di Francesca Malafoglia è stato ineccepibile, sempre nell’interesse della pubblica amministrazione, e che pertanto qualsiasi rilievo è infondato. E lo dimostreremo».
Il Campitello Calcio: «Noi estranei. E in credito con il Comune»
Non condivide la lettura della vicenda data dalla Corte dei Conti – pur non coinvolto nè a titolo personale né societario – il presidente del Campitello Calcio, Cristiano Castellani: «Per le annualità comprese fra il 2010 e il 2014 – spiega – era attiva una convenzione che prevedeva che la società acquisisse gli introiti dell’affito dei campi per pagare le utenze, ovvero luce, acqua e gas. Tant’è che alla Guardia di finanza, al tempo dell’accertamento, abbiamo esibito sia la convenzione che le relative ricevute. In base a tali dati, e sempre per il periodo 2010-2014, la nostra società vanta un credito importante nei confronti del Comune, che abbiamo provveduto a segnalare via Pec lo scorso anno. Ne discende che la condotta posta in essere dal Campitello Calcio, di trattenere le somme incassate a parziale compensazione delle spese sostenute per utenze, così come previsto e disposto dalla convenzione, è stata totalmente legittima. Ne è riprova la circostanza che ad oggi non ci sono procedimenti pendenti o conclusi per la medesima vicenda a carico della nostra società».
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