di S.F.
Concedere una rateizzazione per consentire al debitore di pagare. Nulla di particolare o eclatante considerando che c’è un articolo ad hoc in tal senso per la riscossione coattiva delle entrate comunali. In uno degli ultimi casi tuttavia la curiosità è data dalla cifra in ballo, decisamente alta.

Cosa è successo? In sostanza c’è una società che ha accumulato nel corso del tempo – dato ufficiale – un totale di 163.976 euro di debiti per l’Imu: gli avvisi di accertamento notificati riguardano le annualità 2015, 2016 e 2017. Ad inviarli ci ha pensato Ica nel marzo del 2021 e del 2022 in tre diverse circostanze. Dagli uffici del Comune è stato appurato che «si sono verificate effettive condizioni di difficoltà tali da giustificare la rateizzazione richiesta». Firma il dirigente dell’ufficio unico delle entrate comunali, Claudio Carbone.
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Anche perché l’indice di liquidità della società interessata è di 0,63, mentre l’indice alfa è di 67,92: «Entrambi tali da giustificare la richiesta». Da ricordare che il regolamento per la riscossione coattiva delle entrate comunali dà l’opportunità di rateizzazione ma, al contempo, specifica la prima rata deve essere versata entro 15 giorni dalla comunicazione di accettazione del piano e che in caso di mancato pagamento di due rate – anche non consecutive – nell’arco di sei mesi c’è la decadenza della rateizzazione. A meno che non si effettui il pagamento post sollecito, entro trenta giorni.