Terni, frode fiscale: sequestrati 7 milioni a società di servizi alle imprese

Guardia di finanza in azione: due denunce e numerosi reati contestati. Presentate dichiarazioni fraudolente per crediti Iva fittizi

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Un decreto di sequestro preventivo per circa 7 milioni di euro emesso dal gip del tribunale di Terni nei confronti di una società ternana, attiva nel settore dei servizi alle imprese. Ad eseguirlo, dopo un’indagine di polizia economica-finanziaria, ci hanno pensato i militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Terni: i reati contestati sono numerosi.

Frode fiscale e dichiarazioni fraudolente: il sistema

I militari – spiega una nota delle Fiamme Gialle – hanno raccolto diversi indizi nei confronti di due soggetti che, «alternandosi nella rappresentanza della società, hanno posto in essere un’articolata frode fiscale attraverso la creazione di crediti Iva fittizi e di ‘ricerca e sviluppo’, attraverso la presentazione di dichiarazioni fiscali fraudolente con la contabilizzazione di acquisti mai effettuati. Una volta creati, i crediti inesistenti venivano utilizzati tramite un’operazione di compensazione condotta direttamente attraverso il cassetto fiscale della società, per far fronte al pagamento di imposte dovute nonché per procedere al versamento di contributi previdenziali ed assistenziali dei lavoratori che, formalmente, risultavano alle dipendenze della stessa ma che, di fatto, erano impiegati presso soggetti economici terzi in forza di contratti di prestazione d’opera, causando un ingente danno al fisco, agli enti previdenziali nonché ai lavoratori stessi».

Il periodo di frode e gli altri reati

Il focus si è concentrato sul periodo d’imposta tra il 2018 ed il 2021: ha consentito di ricondurre al territorio ternano – prosegue la finanza – la regia «della frode nonostante la sistematica variazione della sede legale della società posta tra Milano, Roma e Salerno, al fine di eludere i controlli dell’amministrazione finanziaria». I responsabili sono stati denunciati alla procura della Repubblica di Terni per  dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi, indebita compensazione di crediti inesistenti, esibizione ed uso di atti falsi ed occultamento delle scritture contabili. Il sequestro per 7 milioni, pari ai crediti di imposta inesistenti, è stato eseguito «attraverso l’aggressione delle liquidità giacenti sui conti correnti e delle altre disponibilità riconducibili ai due rappresentanti pro tempore nonché alla società. Inoltre, per impedire la reiterazione della procedura illecita di compensazione, è stata inviata alla competente Agenzia delle Entrate apposita segnalazione al fine di disconoscere i crediti inesistenti».

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