Terni, mense a scuola: personale in subbuglio

I sindacati esprimono «soddisfazione per essere riusciti a garantire il lavoro», ma non si nascondono le criticità. Qualche addetta si ritroverà con una paga da 350 euro al mese

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La versione resa nota dalla Cgil (Fp e Filcams) di Terni, che «insieme ad altre organizzazioni sindacali confederali, hanno sottoscritto l’accordo con la Coop Gemos (che, almeno per il momento, gestirà il servizio di ristorazione scolastica; ndr) per l’assunzione di circa 80 operatrici da inserire nelle cucine dei Sec (Servizi educativi comunali) del Comune di Terni», parla di «soddisfazione per essere riusciti a garantire il lavoro a tutto il personale, nonostante l’esito della trattativa non fosse del tutto scontato, viste anche le difficoltà nell’individuare il personale che nel corso degli anni e a vario titolo con soggetti diversi ha ruotato nell’appalto precedente». Ma poi ci sono i dettagli, che umbriaOn aveva anticipato nella giornata di venerdì.

L’intesa Nell’accordo, spiega infatti la Cgil, «sono state individuate le lavoratrici che nell’applicazione della clausola sociale sono risultate aventi diritto al passaggio nella azienda che garantirà i pasti ai bambini iscritti nelle scuole comunali. L’accordo prevede l’applicazione del Ccnl commercio e pubblici servizi per tutto il personale, con inquadramenti al sesto livello e mantenimento di anzianità di servizio e scatti contrattuali».

Le criticità Il sindacato, però, conferma che «permangono alcune difficoltà in ordine ai profili orari previsti nella gara di appalto e predeterminati nel bando, che in alcuni casi non superano le 15 ore settimanali. Elemento su cui intendiamo lavorare per migliorarlo. Giova sottolineare la disponibilità dei dirigenti di Gemos i quali si sono impegnati a risolvere le ultime criticità ancora esistenti e sin da subito hanno garantito l’occupazione di circa 80 lavoratrici. Permane l’incertezza riguardo al ricorso attualmente al vaglio del Tar, elemento che non attiene alle prerogative delle organizzazioni sindacali. Rimane inteso che le modalità dell’accordo rimangono valide per tutti, anche dopo la pronuncia del Tar qualunque sia l’azienda che risulterà vincitrice. L’intento della nostra organizzazione sarà sempre quello di migliorare le condizioni delle lavoratrici».

La riorganizzazione Una delle problematiche più serie, infatti, è rappresentata proprio dalle «penalizzazioni che, occorre dirlo – viene spiegato da una fonte sindacale – ci sono e sono pesanti. Occorre ricordare che parliamo di persone, di donne, la cui retribuzione precedente, considerando che il vecchio gestore del servizio opera su 18 ‘cantieri’, poteva arrivare ad un massimo di 650 euro mensili e adesso, visto che Gemos ha un solo appalto, qualcuna di loro si ritroverà a percepirne 350. Questo ci dà la misura delle difficoltà con le quali ci si trova a confrontarsi». tanto che il sindacato punta «a gestire la riorganizzazione, cercando di ridurre al minimo i danni per le lavoratrici, soprattutto in attesa della partenza del centro di cottura, che ci potrebbe permettere di recuperare qualcosa in termini di salario».

La trattativa Ecco perché venerdì, nell’assemblea, i momenti i tensione non sono mancati: «Anche perché sono emerse problematiche interpersonali, legate all’anzianità di servizio e non solo, che non rientrano in quella che potremmo definire materia diretta di intervento del sindacato, ma che toccano corde diverse, visto che si parla di esseri umani che lavorano e che si ritroveranno a percepire stipendi davvero non in grado di garantire la sussistenza». Per molte delle addette, visto che da lunedì sono in programma gli incontri con l’azienda per la firma dei nuovi contratti di lavoro, «ci siamo già detti pronti ad affiancarle, almeno quelle che ce lo chiederanno, per dare la nostra assistenza».

 

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