Terni, Mercato comune Il ‘Deserto dei Tartari’

Nonostante il bando aperto dal Comune di Terni, i box affittati sono molto pochi. Solo tre le domande ricevute e una è stata giudicata «inammissibile» dalla commissione

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di Alessandra Vittori

mercato comunale, internoIl 18 novembre è passato, la commissione giudicatrice delle domande per l’assegnazione di box liberi nel mercato comunale di Terni si è riunita, le decisioni sono state prese. Le lamiere arancioni che ogni giorno accolgono lavoratori e clienti sono emozionate, si chiedono chi occuperà quei banchi abbandonati e tristi, con le loro saracinesche abbassate. Ma la curiosità viene presto fugata. Sono solo tre le domande pervenute al Comune e una, si legge sulla determina del 21 novembre, è stata respinta perché il riquadro da compilare riguardante i requisiti professionali non è stato in alcun modo compilato, anzi è stato depennato.

mercato comunale, box chiusiLa situazione Entrare nel mercato comunale di largo Manni è un po’ come entrare nella zona rossa delle città terremotate. Frutta e verdura sonno accatastate, cassetta su cassetta, come le macerie, in attesa di essere ‘rimosse’ da qualcuno che vuole portarsele a casa, ma intorno a loro c’è il deserto. Il silenzio regna sovrano. Nella grande struttura, infatti, esattamente come nelle zone del sisma, ci sono solo gli ‘operatori’. Si scambiano qualche battuta ogni tanto, solo per cercare di superare quella giornata di lavoro, e poi tornano a sistemare la loro merce, sperando che qualcuno arrivi. Pochissimi i clienti che si affacciano e spaesati fanno un giro. Dopo essersi resi conto che la situazione è sempre la stessa, vanno diretti al solito banco, comprano in fretta quello che occorre loro e scappano dal vento freddo che si incanala tra le corsie.

interno, mercato comunale

Le domande È stato un lavoro veloce quello della commissione giudicatrice; tre domande. Marcella Stufara: esclusa. Sanna Simonetta, box D5 richiesto e box D5 assegnato. Un po’ più lunga la procedura per Claudio Andreani perché, si legge nella determina, ha richiesto il box C1 per «svolgere l’attività di commercio su aree pubbliche; posto che tale box non è destinato all’esercizio di quest’ultima attività, proseguendo nell’ordine delle preferenze indicate dalla stessa ditta è stato concesso il box F5».

La signora Marcella Nonostante sulla delibera si legga che la domanda di Stufara sia stata scartata perché «inammissibile», la signora, sentita da umbriaOn, dice: «Non è vero che non è andata a buon fine la mia domanda. A me la responsabile ha detto che è andata bene. Voglio cambiare box perché, essendo uno dei banchi con più varietà di frutta e verdura, in questo sto troppo stretta. Ne ho preso, quindi, un altro per allargarmi. Ma com’è possibile che sulla determina c’è scritto che la domanda non è stata accettata e a me hanno detto di si?».

mercato comunale, interno, marcella stufaraLa procedura di miglioria Con un punto interrogativo ancora stampato in faccia, Marcella racconta che in realtà aveva già provato a cambiare banco. «Avevo già fatto richiesta a luglio per accedere alla procedura di miglioria, ma hanno mandato indietro la domanda. Io l’avevo consegnata in busta chiusa, ma loro dicono che la busta era aperta». Prima di procedere al bando aperto a tutti, il Comune di Terni aveva dovuto avviare una procedura di miglioria che dava la possibilità ai titolari di concessione di scambiare il box occupato con un altro libero. L’unica domanda ricevuta è stata quella di Stufara per la quale però non c’è stato nulla da fare.

mercato comunale, box chiusiIl bando Il bando parlava di dieci box, sui 27 complessivi (15 dei quali in attività). Con questo il Comune intendeva metterli a disposizione di attività commerciali – o artigianali, in virtù della modifica apportata di recente al regolamento, che ne prevede la possibile presenza in un numero massimo di 5 – puntando così a rendere completamente utilizzata la struttura.

Le critiche Un bando ampliato, quindi, ma con pochissime richieste e capire le motivazioni non è così difficile, basta ascoltare le parole pungenti della signora Marcella che spiega le condizioni in cui si trovano a lavorare. Avvolta nel suo pile nero che non nasconde il freddo, non è difficile crederle: «L’inverno si gela e l’estate si muore dal caldo. Abbiamo il nostro condizionatore, ma cosa pensi che faccia? lo accendo qui, ma è tutto aperto come fa a raffreddare l’aria? È inutile che continuano a fare bandi, tanto qui le condizioni per venire non ci sono. È tutto da rifare. Quando stavamo nel palazzo di vetro in piazza del Mercato c’era gente, eravamo al centro della città, tutti venivano a comprare frutta e verdura da noi, ora è il ‘Deserto dei mercato comunale, box chiusiTartari’. E poi non parliamo degli orari. Siamo costretti a stare aperti dalle 6 alle 14. Avevano proposto di aprire anche il pomeriggio il martedì e il giovedì, ma non ha aderito nessuno. Ma chi pensavano aderisse? La gente non c’è la mattina figuriamoci il pomeriggio. Quindi anche io sto chiusa, non posso aprire da sola. Questi orari, inoltre, rovinano anche le possibilità che il Comune ha di dare via i banchi; gli indiani che potrebbero essere degli ottimi acquirenti ovviamente non li prendono. Quelli stanno aperti pure la notte, vengono qua per stare chiusi? E poi io capisco che hanno bisogno di soldi, ma il blocco del traffico ci ha dato la mazzata finale. Ti pare che il martedì la gente rischia la multa per venire da noi? E poi ci sono i controlli, si mettono in tutti i punti strategici».

E non arriva nessuno Le allegre lamiere arancioni all’esterno, non sono così allegre all’interno e non stupisce che ‘vogliano vedere’ facce nuove perché la mattina, qui, passa via esattamente come nel ‘Deserto dei Tartari’, inventato dalla penna di Dino Buzzati, in attesa dei nemici alla ‘Fortezza Bastiani’. I negozianti come il sottotenente Drogo: l’uno in attesa dei nemici come gli altri, dei clienti. E non arriva nessuno.

 

 

 

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