Quattro anni di reclusione con le modalità del giudizio abbreviato, oltre alla revoca della patente di guida e a provvisionali, nei confronti dei familiari della vittima, per un ammontare di 80 mila euro.
Questa la sentenza emessa mercoledì dal tribunale di Terni – gip Chiara Mastracchio – nei confronti della 45enne ternana al volante della Citroen C3 che il 7 maggio del 2022, era un sabato pomeriggio, si era scontrata frontalmente con la moto da enduro Ktm condotta dal 50enne ternano Marco De Santis, dipendente Asm. Quest’ultimo, finito a terra, aveva perso la vita sul colpo, con il sinistro avvenuto lungo la strada statale 79 fra i bivi per Papigno e Miranda. La donna procedeva in direzione Marmore mentre De Santis stava facendo rientro a Terni, dopo aver trascorso la mattinata con alcuni amici nella zona di Piediluco, praticando enduro.

La 45enne era accusata di omicidio stradale aggravato dalla positività a sostanze psicotrope. In aula il pm Giorgio Panucci – titolare del fascicolo è il collega Raffaele Pesiri – ha visto accogliere la richiesta di condanna a 4 anni. Così come le parti civili, rappresentate dall’avvocato Giovanni Ranalli, nei cui confronti il giudice ha disposto provvisionali pari a 30 mila euro ciascuno per la moglie ed il figlio del 50enne e 20 mila euro per il fratello, con il risarcimento complessivo che dovrà essere stabilito dal tribunale civile di Terni.
«Chiaramente – osserva l’avvocato Ranalli – nessuna sentenza potrà restituire Marco all’affetto dei suoi cari. La decisione va comunque ritenuta pienamente soddisfacente. Attraverso la memoria da noi depositata e l’incidente probatorio disposto, sempre su nostra richiesta, dal gip e condotto dal consulente Maurizio Tarchi, è stato possibile ricostruire in maniera chiara la dinamica. E la sentenza riflette tale lettura». L’avvocato Alessio Pressi, difensore della 45enne ternana, spiega che «in base alle motivazioni (90 i giorni previsti per il deposito, ndR), che analizzeremo anche per comprendere il grado di colpa stabilito con il giudizio, decideremo se impugnare o meno la sentenza in appello».
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