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Home » Terni, oncologia: visite e terapie ‘light’ escono dall’ospedale. Accordo sulla ‘delocalizzazione’

Terni, oncologia: visite e terapie ‘light’ escono dall’ospedale. Accordo sulla ‘delocalizzazione’

di Fabio Toni
9 Settembre 2022
in Ambiente e salute, Apertura 5
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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L’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni dà il via a quella che, in una nota, definisce «la delocalizzazione delle cure oncologiche sul territorio, un nuovo e più evoluto modello di presa in carico ‘globale’ del malato oncologico che, in collaborazione con la Usl Umbria 2 e con l’importante contributo di Roche Italia, avvicina al domicilio dei pazienti le attività e i percorsi diagnostici, assistenziali e terapeutici». Il progetto denominato LOOP (Lower Umbria, Up & Down Project), «su cui il direttore generale Pasquale Chiarelli lavora fin da quando è andato alla guida dell’ospedale di Terni, anticipa quanto previsto anche dal Pnrr in tema di potenziamento dell’integrazione ospedale-territorio e rappresenta la terza esperienza in Italia». Le prestazioni ambulatoriali candidate ad essere delocalizzate nelle strutture territoriali della Usl Umbria 2 riguardano in particolare le visite oncologiche di controllo (follow up) e per terapie orali, visite nutrizionali, visite psiconcologiche e prelievi ematobiochimici.

«Cure più vicine ai pazienti»

«Sarà Roche Italia – spiega il ‘Santa Maria’ – che ha risposto a un bando di sponsorizzazione per la ricerca di partnership tra settore pubblico e aziende private, a supportare economicamente il progetto nella fase di implementazione dei primi due anni. L’accordo è stato firmato il 7 settembre con avvio della fase pilota entro 60 giorni. Il progetto LOOP intende delocalizzare sul territorio alcune delle attività assistenziali di bassa e media intensità di cura, portandole più vicine al paziente che non dovrà effettuare spostamenti verso il centro specialistico ospedaliero per usufruire di esami e terapie».

Sergio Bracarda

In ospedale solo l’alta complessità

«Parlare di ‘paziente al centro’ – commenta Sergio Bracarda, direttore del dipartimento oncologico dell’ospedale di Terni – non è solo un modo di dire, significa erogare servizi di qualità in tempi e modi adeguati nel rispetto delle aspettative del paziente e dei suoi caregiver. E siamo fra i primi in Italia a muoverci in tale direzione». «L’auspicio – riprende la nota dell’ospedale – è che la struttura ospedaliera resti maggiormente dedicata ai pazienti ad alta complessità, liberando contestualmente risorse per mettere a punto percorsi diagnostici e terapeutici più rapidi ed efficaci». «Il progetto LOOP – spiega il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera, Alessandra Ascani – rappresenta un tassello importante per un nuovo modello delle cure ed è un esempio di vera integrazione ospedale-territorio al servizio del paziente, frutto di un percorso di proficua collaborazione fra l’azienda ospedaliera e la Usl Umbria 2».

«Ripensare i modelli di assistenza»

«Grazie alla ricerca oggi si contano circa 3,6 milioni di casi prevalenti di cancro in Italia e questo aumento – sottolinea il dg Chiarelli – impone un ripensamento dei modelli di assistenza e cura della persona malata. Tutte le strutture che hanno una forte vocazione all’emergenza-urgenza sono sotto una forte pressione e il nostro ospedale non ne è esente. Modelli integrati di assistenza e cura come questo, che non possono prescindere dal fondamentale coinvolgimento delle associazioni di pazienti e familiari presenti sul territorio, sono preziosi per supportare l’efficienza e le risorse organizzative, in linea con quanto dettato dalla missione del Pnrr sul potenziamento della sanità territoriale».

De Fino con Pasquale Chiarelli

Parla Roche Italia

Così Maurizio De Cicco, presidente e amministratore delegato di Roche Italia: «La pandemia ha dimostrato che l’integrazione tra ospedale e territorio rappresenta una sfida cruciale per il sistema salute e anche il Pnrr l’ha identificata come un ambito prioritario di intervento. Attraverso iniziative di partnership pubblico-privato che puntano a sperimentare servizi innovativi di delocalizzazione delle cure, di pari passo con il nostro impegno nella ricerca e sviluppo di terapie sempre più personalizzate, vogliamo dare il nostro contributo per rendere i percorsi di presa in carico e assistenza più equi, sostenibili e vicini ai bisogni di pazienti e caregiver. Ringraziamo l’azienda ospedaliera di Terni e la Usl Umbria 2 – conclude De Cicco – per aver ideato questo progetto che potrà portare significativi benefici ai pazienti oncologici di quest’area».

La ‘fase pilota’

«Per testare il modello organizzativo di delocalizzazione ospedale-territorio – spiega il ‘Santa Maria’ – è stata prevista una fase pilota che interesserà l’area eterogenea del centro di salute Tacito di Terni, in quanto comprensiva sia di una parte dell’area cittadina di Terni che di alcuni centri della bassa Valnerina (Arrone, Ferentillo, Montefranco, Polino) per una popolazione complessiva di circa 45 mila abitanti. Il direttore generale dell’azienda Usl Umbria 2, Massimo De Fino, e quello del distretto di Terni, Stefano Federici, hanno sin da subito aderito al progetto che da un lato facilita l’accesso di pazienti alle cure oncologiche di primo livello integrando gli specialisti ospedalieri col territorio, dall’altro è in linea e anticipa quando previsto dal Pnrr sulla presa in carico del paziente».

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