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Home » Terni, Papigno-gioiello: «Opportunità ci sono»

Terni, Papigno-gioiello: «Opportunità ci sono»

di Fabio Toni
13 Febbraio 2020
in Cultura, Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Papigno

Papigno

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di Alice Tombesi

L’Umbria è costellata di paesi e frazioni che, affascinanti agli occhi dei visitatori, molto spesso vengono risucchiati dalla frenesia della grande città e tralasciati. Papigno è uno di questi borghi che, rivestito di storia e favola, sta cercando di rinascere aggiustando quello che non va, riqualificando alcune zone e progettando eventi che possano attirare più persone.

L’impegno

Una parte di questo merito va associazione ‘Il castello di Papigno’, nata qualche mese fa e che, a partire da ottobre 2019, si è messa all’opera per migliorare il paese. L’associazione, come spiega il presidente Luigi Ascani, nasce da una semplice domanda che molti cittadini si sono: perché non fare qualcosa? Così sono partiti da semplici ma necessarie opere di risistemazione – come tagliare l’erba negli spazi pubblici – fino a giungere ad iniziative più grandi: «Abbiamo ristrutturato la parte superiore di un ponte del ‘700 che era in condizioni precarie, lo abbiamo ridipinto e affisso sopra una targa che parla della storia del ponte».

Le idee

Lo stesso Ascani aveva presentato un’istanza al Comune di Terni, elencando una serie di problematiche del paese. Qualche giorno fa si è svolto il sopralluogo della prima commissione consiliare, legato anche a quelle istanze ma, nell’occasione, non c’è stato tempo sufficiente per presentare i progetti futuri dell’associazione. Soprattutto due appaiono prioritari per ‘Il castello di Papigno’: creare un museo e un percorso all’interno del paese, entrambi legati alla figura dei plenaristi (pittori pre-impressionisti) e in particolare del pittore Corot. Ma andiamo per ordine.

Papigno e la ‘valle incantata’

Papigno rientra nei paesi della ‘valle incantata’, quel percorso che nell’800 faceva parte del famoso ‘grand tour’ e che, partendo da Roma, giungeva fino alla Cascata delle Marmore passando non solo per Narni ma anche per Papigno: «Il nostro paese è stato il più dipinto nel 1800 – dice Ascani -. Volevamo fare qualcosa, così abbiamo pensato di dedicare un museo, situato al primo piano di una vecchia scuola ora in disuso, ad un dipinto di Corot . – ‘La donna di Papigno’ – che ritrae una giovane intenta a filare». A fare da cornice al museo, l’associazione ha pensato di creare dei percorsi nel paese e intorno alle mura, lungo i quali affiggere delle targhe con la riproduzione dei dipinti di Corot e di altri artisti. L’associazione, composta da un centinaio di persone, organizzerà corsi di formazione per i giovani che andranno ad illustrare il museo ed i percorsi ai gruppi di visitatori, mentre un finanziatore privato, interessato al progetto, si è offerto di gestirne il ‘lato economico’.

Papigno-Corot: «Il nome non si tocca»

Ad ‘aprire le danze’ sull’interesse per Papigno era stato Paolo Zenoni, oggi consigliere dell’associazione, che nel 2018 aveva pubblicato un libro che, dopo due anni di lavoro presso l’Archivio di Stato, ripercorre la storia della comunità papignese dall’unità d’Italia al 1927, anno in cui entrò a far parte del Comune di Terni, con interessanti approfondimenti sulla storia del paese. Luce puntata su Papigno, quindi, che da giugno 2020 sarà protagonista di due eventi interessanti. E a chi chiede se l’organizzazione abbia in mente di cambiare il nome del paese in Papigno-Corot, Ascani risponde:«Non abbiamo mai voluto cambiarlo. Il nome non si tocca».

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