Terni, Piazza delle mamme e dei papà: ‘freno’ bipartisan

Oltre un’ora di discussione in consiglio comunale sulla proposta di tre consiglieri leghisti: arrivano ‘no’ anche da alcuni esponenti della maggioranza

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Oltre un’ora di discussione e polemiche – tra l’altro senza nemmeno giungere ad una conclusione visto che si è arrivati alle 19.30 – sulla proposta firmata da tre consiglieri leghisti di intitolare una piazza di Terni alle figure materna e paterna. Bocciato l’input di rinvio in commissione consiliare, la maggioranza ha provato ad andare fino in fondo: c’è tuttavia chi ha messo un ‘freno’ alla vicenda e non solo dai partiti di opposizione.

LA POLEMICA SULL’ATTO DI BRIZI, COZZA E CINI

L’atto di indirizzo contestato

Subito bagarre: «Lesivo della dignità del consiglio»

A presentare l’atto è stato l’ex esponente del M5S, ora nel gruppo del ‘Carroccio’: «Non pensavamo – ha esordito – di doverlo discutere in questa fase e non nascondiamo che la nostra idea di famiglia è composta da una mamma e da un papà. Ce ne faremo una ragione se questa cosa non piace a tutti». E via con sessanta minuti di discussione su un argomento del quale, in questo momento, se ne poteva fare a meno: «La mia contrarietà – il primo a dire la sua è stato il consigliere di Senso Civico Alessandro Gentiletti – non ha nulla di ideologico, si tratta di un atto che non ha niente di concreto per le famiglie ternane. Quest’ammnistrazione per loro ha fatto zero. Oltretutto il regolamento per la toponomastica non consente tutto ciò. A cosa serve una proposta del genere ora?. È per rimarcare che c’è una tipologia di famiglia che vi piace e altre no? Deprimente per la città. Non mortificate». Sponda pentastellata è il capogruppo Federisco Pasculli ad intervenire in apertura: «Cozza lo stimo a livello umano, ma ciò che viene presentato è fuori contesto e lesivo della dignità di questo consiglio. Voler cercare di imporre un pensiero unico del genere è medievale, speravo che la Lega lo ritirasse. Le figure politiche devono avere capacità di osservare e non giudicare».

Paolo Cicchini con Alessandro Gentiletti

«Sono due termini universali, perché questo vespaio?»

In casa Lega a controbattere è stato Paolo Cicchini: «Non credevo che la presentazione dell’atto potesse suscitare un vespaio di questo genere. Non riesco a capire il senso di questa discussione: mamma e papà sono due termini universali, ideali. Un bambino che ha perso la mamma o il papà potebbe sentirsi offeso passando in una piazza dedicata a loro?». Durante l’esposizione – con inevitabile commozione – ha ricordato la perdita della figlia 36enne, per poi specificare che la storia assurda invece «è che c’era piazza Solferino e la  denominazione è mutata senza un atto pubblico. Andava bene all’epoca e ora no? Non c’è nulla di osceno».

Lucia Dominici

Rossi, Dominici e Leonelli frenano

Non tutti nella maggioranza sono entusiasti dell’atto di indirizzo leghista. Tutt’altro: «Sono perplesso – le parole di Michele Rossi di Terni Civica – sul contenuto. Non lo trovo corretto per la questione toponomastica: è utile per celebrare la storia di una città e dei suoi protagonisti, qualsiasi altro fine politico non mi sento di condividerlo. Da qualsiasi parte arrivi. Serve ad unire e non a dividere». La collega di Forza Italia lo segue: «Indipendentemente dal concetto di famiglia che si ha, l’utilizzo della toponomastica è un ‘timbro’ per il riconoscimento della città e deve avere dei cardini chiari. Credo sia opportuno parlarne in commissione e valutare se proseguire». Emanuele Fiorini (Forza Centro) ha parlato di un «mero atto di propaganda politica, il consiglio è sempre più una commedia. Io mi sento papà anche senza una piazza dedicata. Spero lo ritiriate». Poi Anna Maria Leonelli di Uniti per Terni: «Sbagliata in questo momento una proposta del genere. Anche se va diviso l’atto morale da quello toponomastico: nel primo caso credo sia dovuto, senza cadere in discorsi ideologici. Per il secondo nasce il problema e il segretario comunale deve fare chiarezza».

Luca Simonetti e Valentina Pococacio (foto archivio)

«Discussione fuori dalla realtà»

In conclusione, prima del ‘taglio’ della discussione da parte del presidente del consiglio Francesco Maria Ferranti, altri due interventi pentastellati: «Felice – ha commentato Luca Simonetti, che ha ricordato la sua prima esperienza lavorativa da 19enne in una comunità con minori a rischio – di aver avuto una mamma ed un papà. E spero che i miei due figli siano felici e non incontrino durante il loro percorso che le giudichino per parametri che nulla hanno a che vedere con l’amore o l’aspetto. Il mondo sta cambiando, che piaccia o no». Poi Valentina Pococacio: «Il fatto che qualcuno preferisca una famiglia di un tipo o di un altro è di scarso interesse; ne esistono ben diverse da quelle che la maggioranza auspica e saranno felici nonostante gli vogliate intitolare una piazza. Quello che mi preoccupa è che ancora una volta c’è una discussione fuori dalla realtà. Dovremmo parlare più che mai di supporto alla genitorialità e invece l’argomento è la toponomastica. E nessuno si imbarazza». In precedenza era stata bocciata la richiesta di rinvio in commissione, quindi alle 19.30 lo stop di Ferranti. Succede anche questo a Terni.

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