Terni, pioggia al cromo Processo frazionato

Della vicenda che nel 2014 destò scalpore, non resta molto fra un giudizio pendente, atti in procura e reati estinti con un’oblazione

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Una vicenda giudiziaria che al tempo – era il 2014, ma anche in precedenza con la scoperta di un ‘laghetto al cromo’ – aveva fatto molto rumore, destando allarme e preoccupazione per i rischi ambientali connessi alla salute pubblica. Parliamo del percolato della discarica Tk-Ast di vocabolo Valle, compresa nel Sin Terni-Papigno, e della sottostante galleria ‘Tescino’ lungo la Terni-Rieti (ss 79 bis) dove le infiltrazioni avevano prodotto quella ‘pioggia al cromo’ che aveva fatto finire in ospedale l’operaio aretino Alessandro Ridolfi.

Processo ‘spacchettato’ A distanza di oltre quattro anni dall’avvio dell’inchiesta da parte dell’ex Corpo forestale dello Stato, che fine ha fatto il procedimento giudiziario che vedeva indagate quattro persone fra dirigenti Anas e di Tk-Ast? Le direzioni prese dal fascicolo sono tre: una parte è ancora in itinere e la sentenza potrebbe giungere entro l’estate, un’altra parte è stata ‘spedita’ in procura per una più accurata definizione del relativo capo di imputazione, mentre una terza si è estinta a seguito di oblazione.

La discarica di vocabolo Valle

La contaminazione La Forestale, a fine 2013, aveva prelevato e fatto analizzare i campioni del liquido che filtrava dalla volta della galleria ‘Tescino’, riscontrando il superamento dei valori limite di Nichel ed Arsenico, non potendo escludere – ma le analisi non avevano dato certezze – lo stesso stato di cose relativamente al Cromo VI e Cadmio. Allo stesso modo i militari avevano verificato come proprio fra la discarica di Valle e il tunnel stradale vi fosse una falda acquifera contaminata da cromo e fluoruri. Da qui le ipotesi di reato sostenute dal pm, al tempo a Terni, Elisabetta Massini e il successivo processo a carico dei quattro, difesi dagli avvocati Attilio Biancifiori, Manlio Morcella, Valerio Provaroni e Carlo Federico Grosso.

Le strade del processo Due di loro – i dirigenti Anas – verrano giudicati con rito abbeviato condizionato all’escussione dell’ingegner Luigi Boeri, il professionista incaricato dalla procura di Terni al tempo – era il 2014 – dell’incidente probatorio. Curioso che siano state le difese a citare come teste-chiave un consulente della pubblica accusa, evidentemente nella certezza di poter giungere ad un definitivo chiarimento delle contestazioni a suo tempo mosse. Per ciò che attiene i due dirigenti Ast, invece, l’accusa di aver violato l’Aia e quindi il Testo unico ambientale in alcuni aspetti della gestione della discarica di Valle si è esaurita con una ‘oblazione’, il pagamento cioè di 8.667 euro ciascuno che ha consentito di estinguere il reato. Infine c’è il capo di imputazione tornato alla ‘casa madre’ e che – certezze sui tempi non ce ne sono – dovrà essere riformulato prima di finire nuovamente al vaglio del tribunale. Quest’ultimo riguarda i dirigenti Anas ed uno solo dei due dirigenti Ast.

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