Terni, pronto soccorso: «Una grande ‘squadra’ che merita rispetto»

Monica Tiberi, coordinatrice infermieristica, ringrazia ma fa anche lucidamente il punto su cosa è cambiato e cosa dovrà cambiare ancora

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di Monica Tiberi
Coordinatrice infermieristica del Pronto soccorso di Terni

Intendo esprimere i più vivi ringraziamenti a tutto il personale da me coordinato per la collaborazione, la coesione ed il senso di responsabilità nonché la manifesta dedizione alla missione della professione che ha saputo dimostrare in questi momenti di particolare difficoltà, a partire dalla fine di febbraio 2020, e che ci hanno visto in prima linea a salvaguardia della popolazione nella dura lotta al Covid-19. Momenti di grande difficoltà che ci hanno colto alla sprovvista ingenerando oltretutto timori e paure per la nostra incolumità fisica e per quella dei nostri cari.

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Attraverso percorsi condivisi, discussi e partecipati nella nostra equipe, abbiamo trovato il coraggio di fronteggiare ogni situazione che si è presentata anche per la forza di coesione che questi fattori hanno generato tra tutti noi, dunque uno spirito non più di difesa individuale ma di difesa collettiva davanti ad un nemico che non avevamo mai conosciuto. Diversamente da ogni altra realtà operativa ospedaliera noi siamo stati la ‘prima linea’, quelli in sostanza che hanno subìto per primi gli effetti devastanti indotti dal virus in termini di gestione delle attività lavorative, di comunicazione, nonché di difesa individuale attraverso modalità ed esperienze che abbiamo tutti insieme maturato sul campo e che sono state le nostre migliori difese.

Voglio rimarcare che i nostri rapporti di lavoro, nei quali non sono mancate discussioni anche aspre tra il gruppo, per effetto del coronavirus si sono rafforzati così come il senso di solidarietà e partecipazione che ci hanno visti pronti a sacrificarci gli uni per gli altri creando una vera ‘squadra’. Dunque non più discussioni per un riposo saltato, una sostituzione, una richiesta di straordinario, bensì una grande, immediata e completa disponibilità ad essere gli uni l’ausilio naturale dell’altro. Anche i ruoli gerarchici rivestiti all’interno della struttura complessa hanno superato ogni livello di burocrazia, mettendo tutte le esperienze in possesso al servizio del gruppo e della struttura stessa e comunque sempre all’interno di discussioni collettive condivise, finalizzate allo stesso obiettivo: gestire e governare l’emergenza del coronavirus tutelando tutti gli operatori sanitari.

È chiaro che il pronto soccorso ha subito delle modifiche strutturali, logistiche e organizzative ma la nostra forza è stata la paura comune, la coesione, la capacità di adeguarci velocemente favorendo il cambiamento, nell’interesse primario della tutela della popolazione e, contestualmente, mantenere le attività lavorative ordinarie. Da quando è iniziata questa emergenza tutti noi sanitari veniamo chiamati ‘eroi’, ‘angeli custodi’ ma gradirei che la popolazione mostrasse sempre gratitudine con il semplice ‘rispetto ed educazione’ anche quando tutto questo sarà finito.

Allo stesso direttore generale Andrea Casciari va riconosciuti la sensibilità e il merito di essere lui stesso sceso in campo tra tutti noi operatori sanitari, ringraziandoci e incoraggiandoci a proseguire il percorso intrapreso, mettendosi a disposizione per la soluzione di qualsivoglia problema si fosse presentato, dimostrando così la diretta vicinanza della direzione generale.

Certamente dopo circa due mesi dall’emergenza coronavirus la struttura complessa del pronto soccorso è stata stravolta, non è più la stessa e questo dovremmo trasmetterlo alla popolazione che ancora oggi pensa di utilizzarlo in surroga a tutte le attività della medicina territoriale. Di questo ritengo che i nuovi modelli organizzativi su cui la direzione generale ha già avviato riflessioni, dovranno tenerne conto.

Certo è che come richiamato, la coesione del personale sanitario, i rapporti interpersonali tra gli stessi e in sostanza il clima operativo stabilito sono da privilegiarsi in un contesto così complesso e fortemente dinamico, assumendo al contempo maggiore preponderanza su ogni aspetto burocratico, amministrativo, organizzativo, come si è dimostrato. È proprio sul personale sanitario che si fonda l’intera impalcatura del sistema di emergenza.

Non siamo ancora fuori dall’emergenza e tanto lavoro ancora ci aspetta, ora è la fase più delicata dove ‘la stabilità delle risorse umane e dei rapporti di lavoro’ rappresentano l’elemento principale per il governo della struttura stessa del pronto soccorso di Terni. Quindi ringrazio tutti voi di cuore, tutto il gruppo dell’accoglienza hostess e steward, così come tutti quei soggetti esterni che umilmente e nell’assoluto anonimato ci hanno e ci stanno supportando attraverso azioni quotidiane quali servizi di sicurezza, di ordine pubblico, tutti i volontari della Croce Rossa Italiana, tutte le signore della squadra di pulizia e sanificazione e tutti coloro che con piccole attenzioni personali ci sostengono quotidianamente, partecipando direttamente con il loro affetto, calore umano e gratitudine per il nostro operato. Grazie ancora.

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