di S.F.
C’è la firma del dirigente e responsabile del procedimento Marco Serini. La Provincia di Terni ha chiuso il lungo concorso di progettazione – come è accaduto per il teatro Verdi, per fare un esempio recente – per la riqualificazione dell’area ex Globus Tenda e l’ex casa del custode a pochi metri di distanza: a vincere è l’impresa facente capo all’ingegnere Mirko Pone di San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) che, così, si aggiudica i 35 mila euro del primo premio grazie al punteggio ottenuto di 91/100.
AGOSTO 2022, EX GLOBUS TENDA: PARTE L’ITER PER IL CONCORSO

La graduatoria
L’obiettivo è sviluppare in concreto – ci vogliono un bel po’ di soldi – il restyling dell’area attualmente occupata dalle fatiscenti strutture dell’ex teatro tenda. Obiettivo? La rifunzionalizzazione ad uso degli edifici scolastici e sportivi del polo di proprietà della Provincia. Niente da fare per gli altri concorrenti che sono riusciti ad arrivare alla seconda fase del concorso, vale a dire l’impresa dell’architetto Mario Vagata di Amelia (85/100) ed il raggruppamento temporaneo di professionisti composto dagli architetti Francesco Nicolai, i colleghi Matteo Romanelli e Moira Burzicotti, gli ingegneri Valentina Adornato, Paolo Vagaggini ed Emma Vagaggini.
L’EX GLOBUS TENDA IN ATTESA DEL RESTYLING – FOTOGALLERY

L’indirizzo di progettazione
La zona in questione è stata dismessa nel 2017 ed è rientrata nelle disponibilità della Provincia dal marzo 2021. Lo stato è sotto gli occhi di tutti. «Attigua all’aera dell’ex teatro è presente una seconda struttura – si legge nel documento di indirizzo alla progettazione pubblicato nell’agosto 2022 – dismessa denominata ‘palazzina di viale Trieste’ che in passato ha ospitato alcuni uffici e che dopo due procedure di alienazione non andate buon fine permane al patrimonio disponibile dell’ente. Questo edificio è soggetto a vincolo monumentale. Dalla ideazione ed individuazione delle funzione e delle attività si dovrà definire l’intervento di riqualificazione in termini di organizzazione dell’area e volumetrie realizzabili nei limiti edificatori del sedime. Nella progettazione si dovrà tenere conto della possibilità che la proposta possa essere oggetto di iniziative di partenariato pubblico privato». Il costo stimato per la rifunzionalizzazione è di 2,4 milioni di euro.

Demolizioni
In termini indicativi la Provincia aveva spiegato nel 2022 che le linee di intervento «dovranno prevedere la demolizione e rimozione delle strutture presenti, (ad esclusione della palazzina di viale Trieste), la realizzazione di nuovi volumi e/o strutture all’aperto, la rifunzionalizzazione della palazzina, la sistemazione esterna dell’area residua e la completa realizzazione della impiantistica a supporto delle strutture proposte. Potranno essere previste spazi polifunzionali per attività aggregative e divulgative, impiantistica sportiva, spazi di ricreativi». A giudicare ci hanno pensato – oltre a Serini – la dirigente Stefania Finocchio, l’ingegnere Vanessa Elefante, l’architetto Junior Moreno Polleggioni e l’ingegnere Luigi Di Paolo, quest’ultimo supplente.