Terni: si è dimesso l’assessore Nichinonni

L’annuncio via Facebook del sindaco Bandecchi, che lo ringrazia. «Verrà sostituito»

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L’assessore comunale di Terni Lucio Nichinonni (deleghe a personale, organizzazione, rapporti con la Fondazione Carit e gli altri enti di sussidiarietà, Protezione civile, innovazione, ict, digitalizzazione, smart city, agenda urbana) si è dimesso. A dare la notizia lunedì sera è stato il sindaco Stefano Bandecchi, attraverso un video su Facebook. L’ultimo atto dell’ormai ex assessore è quello legato al mantenimento dello smart working per i dipendenti comunali dello scorso giovedì. A poco più di cinque mesi dall’insediamento dell’esecutivo monocolore targato Alternativa Popolare, arrivano così le dimissioni di uno dei suoi componenti, titolare di deleghe significative: fra tutte, quella al personale dell’ente. Circa le ragioni di un passo così ‘rumoroso’, ci sarebbero non tanto – in quanto di fatto condivisa e ‘metabolizzata’ con il passare del tempo – la revisione del piano triennale del fabbisogno del personale 2023-2025, uno dei primi passi dell’amministrazione Bandecchi, quanto ultimi accadimenti di carattere amministrativo e politico. Come le nomine del sindaco in seno all’assemblea dei soci della Fondazione Carit – con gli ingressi a fine ottobre della presidente del consiglio comunale Sara Francescangeli e del professor Marco Venanzi -, su cui l’assessore Nichinonni (competente per i rapporti con la stessa Fondazione) non avrebbe avuto voce in capitolo. Ed anche i diversi punti di vista in merito al bilancio comunale, emersi anche in una delle ultime riunioni di giunta. Nichinonni ha scelto un’uscita di scena ‘morbida’ e affatto polemica che lo porta di nuovo a concentrarsi full time sulla propria professione di consulente del lavoro, l’amministrazione invece è chiamata a reintegrare la squadra di governo. Con un sindaco ora titolare di importanti deleghe ‘interne’ come polizia Locale e personale.

Le reazioni

Il Pd di Terni, segretaria comunale e gruppo consiliere, interviene sulle dimissioni dell’assessore: «La giunta Bandecchi ha battuto nei tempi anche il record della precedente amministrazione Latini, prefigurando problemi interni alla maggioranza e soprattutto ad Alternativa Popolare, già da tempo visibili. Dopo la bocciatura sonora arrivata lunedì mattina in consiglio comunale sulla proposta di modifica dello Statuto – afferma il Pd -, in serata è arrivato un ulteriore schiaffo politico. Nessuna spiegazione nelle parole del sindaco Bandecchi, ma è evidente che Nichinonni non deve aver gradito il ruolo più che marginale in cui è stato relegato rispetto alle sue deleghe su innovazione, personale e rapporti con la Fondazione Carit. Emergono con chiarezza tutti i limiti di un’amministrazione improvvisata e di un sindaco che nulla ha a che vedere con la cura dell’istituzione che rappresenta, e non passa giorno in cui non ne dia prova, spesso addirittura con autocompiacimento. Troppo, evidentemente, per persone corrette e legate alla propria città». Secondo il segretario della Lega di Terni, Devid Maggiora, «le dimissioni dell’assessore Nichinonni, riconosciuto e stimato professionista, aprono una crepa profonda in quella che sembrava essere una forza granitica e compatta, ma che sotto la superficie nasconde numerose contraddizioni e divergenze di vedute. Un antipasto dei dissidi interni alla giunta Bandecchi – prosegue Maggiora – lo abbiamo avuto in occasione della questione dell’università di Pentima, con i due assessori, quello all’ambiente Aniello e quello alla scuola Altamura, che hanno espresso opinioni totalmente contrastanti sullo stesso argomento. In passato abbiamo visto il sindaco Bandecchi smentire le parole dell’assessore Iapadre sul recupero di largo Cairoli, rimuovere le deleghe importanti a Corridore e togliere la parola agli stessi componenti della giunta in sede di question time e di consiglio comunale, al solo scopo di mettersi in mostra. Sono segnali evidenti – secondo il segretario della Lega – del fatto che, oltre l’apparenza di una ‘squadra coesa’ di Alternativa Popolare, esistono numerose spaccature definite non solo dal comportamento dispotico di chi si atteggia a capo e padrone, ma anche dalla confusione creata dalla mancanza di una visione comune sul futuro della città e sui singoli interventi da portare a termine. Nella giunta Bandecchi c’è chi lavora come Nichinonni, nel quadro di un impegno impostato al raggiungimento di obiettivi specifici per il corretto funzionamento della macchina comunale, per la cura dei rapporti con la Fondazione Carit, per la gestione oculata del personale e per la crescita della comunità locale. E poi c’è chi sta vivendo l’incarico istituzionale come una perenne campagna elettorale per conquistare Roma, ‘bomba o non bomba’. Quello in giunta appare quindi uno scontro senza fine tra visioni differenti e incompatibilità di carattere, tra chi è impegnato per la città e i suoi abitanti e chi approfitta del suo ruolo per una personale scalata politica come il sindaco Bandecchi e il vicesindaco Corridore. A questo punto – conclude Devid Maggiora – potremmo credere a chi dice di sentire frequenti litigi ad alta voce provenire dalle stanze più alte di palazzo Spada. La voglia di mettersi in mostra, la perenne campagna elettorale, le tantissime promesse irrealizzabili rischiano di diventare distruttive per il Comune di Terni e questo è intollerabile anche per chi fa parte della maggioranza stessa». Per il segretario provinciale di Terni di ‘Noi Moderati’, Lupattelli, «le dimissioni dell’assessore Nichinonni aprono un nuovo fronte interno alla giunta e sono la rappresentazione plastica di come, al di là degli slogan, contino le persone, le idee, la politica. È fondamentale che il sindaco Bandecchi risolva subito la questione, anche perché Nichinonni lavorava su diverse e importanti deleghe. Le dimissioni dell’assessore sono il segnale dell’assenza di un vero programma di sviluppo della città da parte della giunta Bandecchi, che fino a questo momento non ha mostrato quale sia la sua idea di crescita per il territorio».


L’ANNUNCIO DEL SINDACO BANDECCHI

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