Terni, sindacati aprono vertenza sanità pubblica: «Basta tagli e scelte sbagliate»

Cgil, Cisl e Uil danno via alla mobilitazione per chiedere cure e servizi adeguati e il potenziamento degli ospedali

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di F.L.

«Basta politiche tese ad indebolire la sanità pubblica con tagli ai servizi a discapito dei cittadini, serve una riorganizzazione del ‘sistema salute’ che veda al centro anche l’Umbria del sud»: è con questa ragione che Cgil, Cisl e Uil di Terni hanno deciso di avviare ufficialmente una vertenza sul tema della sanità, dando vita ad un’azione di mobilitazione e sensibilizzazione della cittadinanza. L’obiettivo è quello di avviare un confronto con Regione, Usl Umbria 2 e azienda ospedaliera Santa Maria per denunciare le «gravi criticità» in termini di personale, infrastrutture e organizzazione del lavoro e illustrare le proprie proposte. A presentare alla stampa la propria piattaforma, lunedì pomeriggio, i segretari delle tre organizzazioni, rispettivamente Claudio Cipolla, Riccardo Marcelli e Gino Venturi.

Il ruolo degli ospedali

Tre i macro-filoni che corrispondono ad altrettante priorità sulle quali, ha detto in apertura Cipolla, è «necessario intervenire in fretta». «La prevenzione innanzitutto – ha sottolineato – ciò significa investimenti su rete dei medici di base, medicina territoriale, telemedicina e potenziamento dei distretti. Poi la cura, che corrisponde agli ospedali, e infine la riabilitazione». Se l’ospedale di Terni – dove recentemente sono tornati i letti nei corridoi – deve «continuare ad essere di alta specialità», che «mission avrà quello di Orvieto?» si è chiesto il segretario della Cgil. «E a che punto siamo – ha continuato – con la realizzazione del nuovo ospedale di Narni-Amelia? Nel frattempo come funzionano gli ospedali delle due città? Auspichiamo che nei prossimi incontri (il 17 novembre i sindacati sono stati convocati dall’Usl Umbria 2, ndr) ci sia disponibilità a rispondere alle troppe incognite».

No accorpamenti, sì ad investimenti

Marcelli ha evidenziato come sia «necessario portare avanti un percorso costruttivo alla vigilia del Piano regionale sulla sanità». «In questo frangente – ha continuato – tutti gli attori coinvolti devono esprimere la loro opinione ed esercitare uno sforzo affinché venga valorizzato tutto quello che c’è, senza sacrifici e accorpamenti, nel rispetto di un territorio vasto». L’esigenza di insistere «per aver un cronoprogramma sul nuovo Santa Maria» è stata rimarcata da Venturi della Uil. «Se ne parla tanto ma non si vede nulla – il suo punto di vista -. Che serva è scontato, ma è importante anche su un piano economico ed occupazionale. Per ogni occupato nel settore sanitario ce ne è quasi un altro negli altri settori, per un euro investito ce ne sono altri 0,34 che si creano. Ci possono essere ricadute positive su commercio, ristorazione, trasporti, alimentare immobiliare». Lo stesso Venturi ha poi ricordato le «30 mila prestazioni richieste alle Usl in Umbria e non esaudite». «Si sta lavorando su questo versante ma il problema non è solo frutto del Covid» ha concluso.


Di seguito la piattaforma delle richieste avanzate in un documento ufficiale da Cgil, Cisl e Uil di Terni

Strutture

Nella necessaria riorganizzazione del Sistema salute dell’Umbria bisogna tener conto della annosa, sperequata, allocazione di risorse tra ospedali, territorio e prevenzione, valorizzando il ruolo dell’università e della ricerca. Garantire strutture efficienti e moderne, costruire l’ospedale di Narni e Amelia, riqualificare l’ospedale di Orvieto, avviare il progetto per l’ospedale di Terni.

Assunzioni e personale

Stabilizzare precari e garantire piena e buona occupazione. Formare, qualificare e valorizzare competenze e professionalità.

Investimenti

Cogliere le opportunità delle ingenti risorse europee, a partire dal Pnrr, per avviare uno straordinario piano di investimenti su strutture, tecnologie e personale.

Prevenzione e cura

Potenziare la prevenzione per evitare che gli ospedali si trasformino in luoghi di assistenza rafforzando i distretti sanitari, potenziando la rete dei medici di base per favorire telemedicina e cure domiciliari.

Liste di attesa

Pretendere che nei percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione ci siano tempi rapidi e certi.

Servizi territoriali

Andamenti di questo tipo presuppongono l’attivazione di politiche volte a contrastare la denatalità, supportare la genitorialità, incrementare attrattività dei territori per gli investimenti produttivi, riorganizzare percorsi formativi, favorire l’invecchiamento attivo, garantire adeguati livelli di cura alle persone con particolare attenzione alla medicina di genere. L’andamento demografico e l’invecchiamento della popolazione impongono il potenziamento e la qualificazione delle Case di comunità ed il rafforzamento dei distretti sanitari. Evitare che il privato si sostituisca al ruolo e alle funzioni dei distretti sanitari (vedi farmacie private). Investire sulle strutture per il ‘dopo di noi’, riabilitazione, servizi psichiatrici, servizi per i disabili.

Potenziamento degli ospedali

Il riassetto necessario passa attraverso una diversa configurazione dell’assetto delle cure primarie, dell’assistenza domiciliare, della riabilitazione e dell’assistenza extra-ospedaliera (rsa, rp, centri diurni, ospedali di comunità): della rete di emergenza-urgenza e un effettivo potenziamento di tutti i servizi che fanno capo alla prevenzione, a cominciare da quelli della sicurezza ambienti di lavoro, collaborando con I’università. Ospedali di alta specializzazione e ospedali di comunità rappresentano la sfida per rispondere alle esigenze dei cittadini.

Sicurezza

Assicurare percorsi e strutture che garantiscono una vera ed efficace lotta alle pandemie, assicurare dispositivi di protezione e sorveglianza sanitaria agli operatori

Appalti

Regole certe sul sistema degli appalti dove spesso operano competenze e professionalità indispensabili per garantire l’insieme dei servizi e delle prestazioni sanitarie. Affidare gli appalti a società che non applicano i contratti pirata.

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