«Lo so, ho sbagliato e non ho giustificazioni. Ma l’ho fatto perché ho tanti debiti, sono indietro di 18 mila euro con il mutuo di casa e rischio il pignoramento. Non ho più un lavoro da tre anni e sono disperata». Così la 56enne V.R., originaria del napoletano, ha cercato di giustificarsi di fronte al giudice Massimo Zanetti nell’udienza per direttissima che ha fatto seguito all’arresto scattato lunedì pomeriggio. Quando, cioè, gli agenti della squadra Mobile di Terni hanno portato alla luce una ‘centrale di spaccio’ a borgo Bovio, nell’abitazione di via Campania dove la donna vive con il marito G.A., operaio 45enne di Terni, arrestato anche lui.
‘Separati’ Il giudice, accogliendo la richiesta formulata in aula dal pm Cinzia Casciani, ha convalidato i due arresti eseguiti dagli agenti dell’anti droga su disposizione del pm Barbara Mazzullo, distinguendo però le posizioni dei due: l’uomo, difeso dall’avvocato Andrea Solini Colalè, è stato rimesso in libertà – nei suoi confronti è stato applicato l’obbligo di firma – mentre la donna, assistita dall’avvocato Carmelinda Trippini, è stata spedita in carcere, a Perugia.
Lo spacciatore «Tutto ciò non si giustifica – ha detto V.R. in aula – ma dalla banca mi hanno dato l’ultimatum: questo mese avrei dovuto pagare almeno 2.100 euro sennò sarebbe scattato il pignoramento della casa dove viviamo. Chi mi ha venduto la droga? E’ uno straniero che usa diversi nomi, lo vedo una volta al mese. Decide lui dove darmi appuntamento a Terni e io lo raggiungo. Mio marito non c’entra nulla e non sa del ‘giro’. Lui una volta mi ha solo detto: ‘Non mettermi nei casini’. Poi è andata così».
«All’oscuro» Il marito G.A. si è discolpato affermando di essere «completamente all’oscuro» delle attività illecite condotte dalla moglie. E in effetti le testimonianze a carico di quest’ultima, quelle dei clienti fermati in prossimità dell’abitazione, sono piuttosto univoche. Se da un lato appare poco credibile che non potesse sapere della droga in casa, nascosta anche nei cassetti del comò, dall’altro un peso – sulla successiva scarcerazione – ce l’ha avuto anche il suo status di incensurato e l’esigenza di raggiungere il posto di lavoro. Al termine della convalida, il procedimento è stato aggiornato al prossimo 18 dicembre per l’udienza di merito.