I primi tempi le telefonate erano ‘mute’: dall’altro capo c’era qualcuno ma rimaneva in silenzio, fino a tenere la linea occupata per ore. Poi è comparsa la voce, quella di un uomo che ha iniziato a inondarla di oscenità irripetibili, di tenore pornografico, condite da dettagli che fanno capire come il maniaco tenesse d’occhio la sua vittima, conoscendone vita e abitudini. Centinaia e centinaia di chiamate – anche quarantacinque in un giorno solo – andate avanti per tre lunghissimi anni, dal 2008 al 2010.
La denuncia Vittima della persecuzione è una 45enne dell’amerino che, esasperata, ha sporto più volte denuncia, indicando tabulati, registrazioni e altri dettagli che hanno permesso alla polizia postale di giungere al presunto responsabile. Si tratta di un 49enne della zona che mercoledì, su richiesta del pm Tullio Cicoria, è stato rinviato a giudizio dal gup Simona Tordelli con l’accusa di atti persecutori.
Rischio prescrizione Il processo, a rischio prescrizione, inizierà il prossimo 16 giugno di fronte al giudice Barbara Di Giovannantonio. Un approdo, quello dell’aula, a cui si era già arrivati in passato, fino a quando il giudice non aveva rilevato imprecisioni nell’imputazione e l’esigenza di passare attraverso l’udienza preliminare. Tempo ne è passato ma la donna, parte civile attraverso l’avvocato Francesca Carcascio del foro di Terni, è decisa a chiedere giustizia. L’uomo, che si proclama totalmente estraneo alla vicenda, è difeso dagli avvocati Sauro Gili di Terni e Beatrice Bernardini di Giove.