Terni, subito scintille in commissione sul Briccialdi. Poi l’ok nel pomeriggio

Nella tarda mattinata di venerdì è partito il confronto a palazzo Spada sulla sede al Cmm. Cenno di bagarre, sospensione e votazione

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di S.F.

FdI

Tanti motivi di interesse, a partire dall’argomento al centro. Vale a dire gli indirizzi proposti dall’amministrazione per il conservatorio Briccialdi, che si traduce in una dichiarazione di impegno a concedere in uso gratuito il centro multimediale in sostituzione di palazzo Giocosi-Mariani. Non solo. Perché è la prima commissione consiliare congiunta dell’era Bandecchi ed inevitabilmente la curiosità di vedere come evolve il confronto tra la nuova maggioranza e l’opposizione c’era. Il ‘pepe’ non è mancato, anche tra la neo titolare al bilancio Michela Bordoni ed il predecessore Orlando Masselli. Con tre dirigenti in loco che, per lo più, magari stanno pensando alla riorganizzazione dirigenziale in vista con Claudio Carbone direttore generale.

BRICCIALDI, ULTIMO STEP STATALIZZAZIONE

La commissione

Nel merito: il motivo della dichiarazione

Lo scorso 22 giugno il conservatorio Briccialdi ha chiesto al sindaco il rilascio – ci si basa sull’applicazione del Dm 338/2022, prevede finanziamenti ministeriali per interventi di edilizia su immobilità di proprietà pubblica destinati ad istituti Afam – di una dichiarazione di impegno a concedere il Cmm come sede alle stesse condizioni di palazzo Giocosi-Mariani, ovvero in comodato d’uso gratuito per 99 anni. Bene, perché si fa tutto ciò? In sostanza il Briccialdi ha deliberato di partecipare ad un bando per un intervento d’importo da un minimo di 1 milione ad un massimo di 10 milioni per la ristrutturazione del Cmm. Se dovesse andare tutto liscio, la location attuale tornerebbe nelle mani di palazzo Spada con tanto di manutenzione straordinaria a carico del conservatorio da concludere entro settembre. Vedremo. Il cambio avverrebbe – condizionale per ora, dipende da come va la procedura – perché la sede odierna presenta limiti logistici, carenza di uffici e non presenza di auditorium e sala prove. A firmare l’atto sono le dirigenti Donatella Accardo e Grazia Marcucci, entrambe a palazzo Spada insieme alla collega Emanuela De Vincenzi e alla posizione di elevata qualificazione del patrimonio Angelo Baroni.

IL DOPPIO ACCORDO DEL GIUGNO 2022

Pd e Kenny

Il confronto tecnico

A presiedere la commissione Alessandra Salinetti (presidente della II, è lei ad aver introdotto il tema, poi a spiegare ci ha pensato la Bordoni) e Claudio Batini (III), non senza difficoltà a tratti. Questione di abitudine, spesso le commissioni saranno così, tra problematiche di natura tecnica, richieste di sospensioni e quant’altro. Pronti, via e subito confronto sul modus operandi: a dare il là Cinzia Fabrizi (FdI), quindi Francesco Filipponi (Pd, chiamato in una circostanza Francesconi e in un’altra Filippino per errore, almeno si spezza un po’ la serietà della vicenda), Elena Proietti Trotti (FdI), Orlando Masselli (FdI), Marco Cecconi (FdI), Josè Maria Kenny (Innovare per Terni) e Maria Grazia Proietti (Pd): «Il regolamento del consiglio comunale è preciso e puntuale, la trasmissione degli atti deve esserci almeno due giorni antecedenti e mancano i pareri tecnici. Ci è arrivata alle 17 di giovedì», la questione sollevata dal capogruppo Pd. «Non ci sono parti sostanziali». L’assessore dal canto suo ha iniziato sottolineando che «è la mia prima esperienza politica, spero di imparare da voi». I toni si alzeranno poco dopo. In tutto ciò la Bordoni ha dato un altro spunto: «La Regione ha comunicato che dal 2024 non avrà più in conduzione i locali al Cmm, risolve il contratto di locazione». D’altronde è in corso il restyling dell’edificio in via Saffi. «Terni Reti invece non si sposterà».

AP

Masselli e Bordoni: scintille

Chi conosce molto bene gli atti è giocoforza Masselli, per quattro anni assessore a bilancio e patrimonio. E lo ricorda: «Io per primo consegnai i documenti a Letizia Pellegrini (Briccialdi), state facendo ciò che abbiamo avviato noi. Ma mancano dei documenti e ciò impedisce la discussione. Tuttavia vogliamo avviarla comunque perché siamo favorevoli all’atto. Occorre però approfondire». La Proietti (Pd) ha sottolineato alcune criticità del Cmm, dopodiché la Bordoni ha replicato: «L’allegato che citate fa parte di un atto del 19 settembre 2022, lo stesso Masselli ha detto che lo conoscete meglio di noi. La vedo strumentale questa cosa. Ci interessa ragionare o no sul Briccialdi? Questo è il tema. E la delibera è del 23 giugno». Ed ecco il curioso scambio: «Dispiace che l’assessora si alteri, non è né il caso né il modo. Chiediamo di avere la convenzione per l’utilizzo del Cmm nella prossima seduta. E non travisi il mio intervento, non stiamo smentendo nulla. Anzi, abbiamo detto di andare avanti», le parole di Masselli. L’esponente dell’esecutivo non lascia cadere: «Questo è un atto di indirizzo e la nuova convenzione non è necessaria oggi. Se ci sono altre situazioni da chiarire, fatelo presente. Gli elementi ci sono tutti e dobbiamo votare». C’è invece chi ha richiesto la sospensione.

Marcucci e Accardo

Il curioso scambio Batini-Verdecchia. De Vincenzi risolve

Filipponi ha pressato sulla documentazione «completa con parere di regolarità tecnica e contabile arrivata giovedì alle 17.10. E dobbiamo averla almeno due giorni. La responsabilità è vostra, ve la dovete assumere. Per il resto l’obiettivo è comune, lavoriamo tutti per questo». A questo punto è entrato in azione il capogruppo di AP, Guido Verdecchia: «Il nostro gruppo questo atto lo vota, nella nostra scarsa esperienza ci siamo dati da fare». Poi ha preso la parola Batini: «Gli elementi ci sono tutti, c’è la delibera e gli allegati. Il consigliere Filipponi dice dei due giorni e in questo contesto ritengo possa essere valido poter sospendere». Verdecchia non lascia scorrere: «Presidente, sta sospendendo per quanto tempo?». Fino a lunedì. «Quindi differentemente rispetto a ciò che ho chiesto di votare?», l’input del capogruppo AP. Curioso scambio interno. Ci pensa Kenny poi ad aggiungere un po’ di sale: «Una opportunità importante per Terni, ma vanno seguite le regole. L’atto lo avete illustrato male. Bastava chiedere scusa». La Bordoni allora tira in ballo la parte tecnica: «È stato redatto in collaborazione con i dirigenti, sono gli stessi di prima. O erano sbagliate in precedenza oppure corrette ora. Le regole le abbiamo rispettate e la convocazione vi è arrivata nelle 48 ore precedenti. Ritengo che la questione sia superabile». Ci ha pensato la De Vincenzi, in qualità di vice segretaria comunale, a risolvere l’impasse: «A voi due giorni prima è stata mandata la proposta di delibera di consiglio, ieri i pareri. Ma quest’ultimi non sono elementi necessari all’esame delle proposte che arrivano in commissione sulla base dell’articolo 31. Vanno resi al consiglio comunale. Non sussiste riferimento normativo in tal senso. Siete nel pieno delle vostre facoltà nel conoscere l’atto». E il dibattito è proseguito fino al pomeriggio per il voto favorevole. «Ho chiesto di darci la possibilità di convocare lunedì la presidente Pellegrini e poi votare all’unanimità in commissione. Ciò ci è stato impedito da una forzatura della maggioranza», commenta Cecconi. Il 6 luglio palla all’assise.

 

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