Terni, Tari in ritardo: «15 giorni per pagare»

La prima rata scade il 30 giugno. C’è chi si è visto recapitare la cartella il giorno stesso e chi ancora non l’ha ricevuta. L’assessore: «Spero tutti facciano il loro dovere»

Condividi questo articolo su

«Spero di avere, oggi, il tempo di effettuare il versamento. Ma certo, se mandano gli avvisi di pagamento il giorno stesso della scadenza, qualche difficoltà la creano». È solo una delle lamentele giunte all’attenzione della redazione di umbriaOn, relative al pagamento della Tari a Terni. Accanto a chi ha ricevuto la ‘cartella’ con un anticipo più o meno normale – ma molte sarebbero state recapitate proprio a ridosso della scadenza -, c’è chi si è ritrovato la lettera nella cassetta della posta proprio martedì 30 giugno, giorno di scadenza della prima rata. E c’è persino chi ancora non l’ha ancora ricevuta. L’assessore Masselli: «Ulteriori 15 giorni per il pagamento». E sul tema torna a farsi sentire Confcommercio.

La situazione

La missiva del Comune di Terni fra l’altro specifica che ‘il pagamento deve essere effettuato entro la data di scadenza, per non incorrere negli interessi moratori e nelle sanzioni previste’. Sanzioni in qualche caso impossibili da evitare – ma con i cittadini del tutto incolpevoli – quando il recapito avviene con le tempistiche segnalate dal lettore. Una questione che è destinata a sollevare proteste e lamentele. Buonsenso imporrebbe un’estensione dei termini per il pagamento, vista la situazione segnata da difformità del genere. «Sono sempre stato preciso nel pagare la tassa sui rifiuti – attacca un altro cittadino – ma questa volta non ci riuscirò. Se ci saranno sanzioni, non lo so. Ma di certo non sarò io a pagarle, costi quel che costi».

Masselli: «Ulteriori 15 giorni per il pagamento»

A stretto giro sulla problematica interviene l’assessore al bilancio Orlando Masselli: «Molte cartelle per il pagamento della Tari 2020 stanno arrivando in questi giorni nelle case dei ternani. Come è noto la Tari può essere pagata in un’unica soluzione oppure rateizzata. A causa della pandemia ci sono agevolazioni per alcune categorie e la prima scadenza è stata comunque posticipata per tutti al 30 giugno. Proprio questi cambiamenti hanno causato alcuni ritardi nel recapito delle cartelle stesse. Tuttavia – prosegue – nelle cartelle è scritto chiaramente che, nel caso in cui i moduli di pagamento siano stati recapitati in prossimità o dopo la scadenza della prima rata (30 giugno), ci sono ulteriori 15 giorni per il pagamento. Noto in un certo senso con piacere che molti cittadini che evidentemente hanno sempre pagato, si preoccupano di onorare la scadenza e chiedono informazioni in tal senso. Con l’ulteriore proroga di 15 giorni credo che avranno modo di provvedere al pagamento. Spero e auspico che le dilazioni e le facilitazioni, pur in una fase difficile come quella che stiamo attraversando, inducano tutti a compiere il proprio dovere nella consapevolezza che questi versamenti servono a finanziare un servizio fondamentale per l’intera città».

Confcommercio ai Comuni: «Annullarla per le imprese»

Un tema caro anche a Confcommercio Terni che, dopo alcune settimane, torna a parlarne: «Come Confcommercio – le parole del presidente Stefano Lupi – abbiamo chiesto, fin da subito, ai Comuni di annullare la Tari a carico delle imprese. C’è una situazione eccezionale e straordinaria, nella quale l’esercente ha chiuso l’attività per un provvedimento del Governo. Non può sostenere il costo di un servizio pubblico che non è stato erogato». Le imprese del commercio, ristorazione e turismo sono in grande difficoltà: «L’Arera, con la delibera del 5 maggio 2020 – all’ art. 1 ‘Misure di tutela per le utenze non domestiche, soggette a sospensione per emergenza da covid-19 – ha previsto, per la parte variabile, che gli enti territoriali competenti possono prevedere una riparametrazione delle tariffe applicate, in funzione dei giorni di chiusura delle attività. Vista la gravità della situazione e le difficili prospettive per le imprese commerciali e turistiche – continua Lupi – servono urgenti politiche locali dalle ricadute certe e dirette sulle attività. I Comuni devono necessariamente agire anche sui tributi locali che non sono stati già sospesi dal Governo. Non si possono più trincerare, in modo liquidatorio, dietro a generici problemi di bilancio pubblico. In ballo c’è il futuro di molte piccole imprese del terziario. Conseguentemente si rischiano numerosi posti di lavoro, che nel nostro territorio preoccupano al pari delle importanti vertenze già aperte sul versante industriale».

Il futuro

Lupi sottolinea un altro aspetto: «Da tempo sosteniamo che per dare futuro al terziario, serve una nuova visione di sviluppo territoriale e la definizione di progetti fortemente innovativi, che siano in grado di misurarsi nei nuovi scenari competitivi, creando occupazione qualificata, ma anche maggiore produttività ed incrementi nei livelli medi di reddito pro-capite. Occorre investire su un maggior protagonismo delle Pmi e del mondo della ricerca, evitando anacronistici approcci di natura localistica. I principali indicatori economici rilevati a livello regionale, presentati proprio in questi giorni anche nell’indagine della Banca d’Italia, confrontati con quelli del centro Italia – conclude – e più in generale con i dati medi nazionali, testimoniano, in modo inequivocabile, che non si può più aspettare: per contrastare le dinamiche ormai in atto dal 2008, occorrono politiche nuove, coraggiose e soprattutto efficaci da parte delle diverse istituzioni coinvolte ed un diverso protagonismo del mondo delle imprese».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli