Teleriscaldamento a Terni, due interessi. Nodo convenzione

Nuovo confronto sul progetto in punto ‘morto’ da anni: i cittadini chiedono la riattivazione. A gennaio scade il ‘patto’ con Ast: «Abbiamo chiesto di definire alcuni aspetti»

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di S.F.

La convenzione con Ast in scadenza a gennaio, i problemi tecnici dell’impianto, gli adeguamenti da realizzare, il collaudo, l’indagine della Corte dei conti e l’ennesimo input dei cittadini del comitato che, all’epoca, hanno acquistato appartamenti a prezzi più alti per la predisposizione. Giovedì mattina in I° commissione consiliare ennesimo confronto sul teleriscaldamento a Terni: la soluzione resta lontana, seppur sul tavolo siano stati piazzati due «interessamenti concreti da parte di soggetti privati per la gestione».

«RIAVVIATE IL PROGETTO» – L’ULTIMA PETIZIONE

Via Lazio

Il danno e i fondi

L’occasione per parlarne è stata l’audizione di alcuni rappresentanti – Francesca Arca, Marco Verzurelli e Marina Minutillo – del comitato, da tempo in pressing per avere risposte certe da palazzo Spada. La questione è complicata dal punto di vista tecnico e gestionale: «Già nel 2018 abbiamo presentato una petizione per l’mpianto realizzato da circa quindici anni e già collaudato. Nel 2019 – ha ricordato la Arca – l’ex assessore Melasecche ci disse che ci avrebbe convocato, non è più successo. Poi attraverso la stampa dichiarò che era necessario una centralina di backup per l’attivazione. Si arriva allo scorso aprile quando c’è stata una relazione dei tecnici del Comune per verificare lo stato dell’impianto: è tutto predisposto – riportato brevemente il contenuto – con qualcosa da rivedere, peccato che l’unico problema fosse la mancanza di utenze. E noi abbiamo risposto con una nuova petizione per l’attivazione del teleriscaldamento, con circa 500 firme (cittadini di via Lazio, via Toscana, via Campania, via Emilia, via Marche e via Piemonte, tutti rappresentati nel comitato). Perché le persone interessate ci sono. E sono stati impiegati fondi europei per 3,5 milioni di euro, un danno. Oltre per coloro che hanno acquistato case a prezzi maggiori per la predisposizione». Verzurelli ha aggiunto che se il «telerisvaldamento non si avvia, nessuno ci potrà allacciare. Questo è il punto: è un gatto che si morde la corda». Un condominio di via Lazio si è già mosso nel 2017 per gli adeguamenti del caso con collaudo realizzato.

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L’area interessata

Il nodo convenzione con Ast. Guai tecnici

L’Ast viene tirata in ballo più volte. D’altronde senza loro non si va da nessuna parte: «Per l’impianto – è intervenuta l’assessore Benedetta Salvati per chiarire alcuni aspetti – è in vigore una convenzione firmata nel 2012 con Ast, valida nove anni. Scade a gennaio ed a giugno abbiamo fatto istanza per rinnovarla. Ci sono state delle interlocuzioni partendo dal presupposto che alcune cose rispetto al 2012 sono cambiate, come ad esempio la produzione dell’acciaieria. Vanno fatte delle correzioni nell’ottica di una giusta corrispondenza di esigenza tra le parti». Non è il solo ostacolo da superare, tutt’altro: «I tecnici hanno svolto degli approfondimenti – ha proseguito – e ci sono delle cose da verificare. Stiamo valutando il discorso della centrale di backup e servono investimenti del Comune. Inoltre è collaudata la rete, non l’impianto: quest’ultimo ha bisogno di ulteriori interventi, mai fatti dal 2017 in avanti per mancanza di fondi». Tanti problemi: «Ad Ast abbiamo già inoltrato le proposte chiedendogli la definizione della quantità minima di calore – legata al ciclo di produzione – che possono mettere a disposizione».

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La Corte dei conti

La possibile via d’uscita e la Corte dei conti

Strada in salita, come già ampiamente noto. Da palazzo Spada sperano in un aiuto esterno ed ecco la novità: «In merito alla difficoltà di trovare un gestore della rete, si sono registrati due interessamenti concreti da parte di privati all’interno di un progetto – si parla di concessione di servizi – più ampio ed esteso rispetto al solo teleriscaldamento. Hanno chiesto dati tecnici e amministrativi per poter fare un’ipotesi di implementazione della rete, adeguamento dell’impianto e gestione. Ribadisco che al momento la convenzione con Ast è valida». Tempistiche? «Non mi sbilancio, ci stiamo lavorando». Valentina Pococacio (M5S) ha ricordato all’assessore gli anni persi e della Corte dei conti, in azione con le indagini del caso sui fondi spesi nel corso del tempo: «Per i soldi pubblici impiegati gli organi competenti stanno facendo gli accertamenti del caso e non so a che punto siano», la replica al consigliere pentastellato e ad Alessandro Gentiletti – aveva chiesto lumi sull’istruttoria – di Senso Civico.

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L’Ast

L’appetibilità

Paolo Angeletti (Terni Immagina) cambia argomento dopo un primo scambio generale: «La rete è collaudata e l’impianto, ma è il Comune che deve agire. Quanti sono gli utenti coinvolti?». Michele Rossi (Terni Civica) ha ricordato la beffa degli appartamenti acquistati a prezzo maggiore dei cittadini per poi chiedere se l’impianto «è antieconomico in relazione alle problematiche evidenziate; il progetto è valido ancora?». Tocca ancora alla Salvati: «L’interesse dei privati è l’unica via d’uscita per farlo partire. In caso di esito positivo l’iter prevede la dichiarazione d’interesse pubblico del progetto che, eventualmente, proporranno. Poi la procedura di gara. Spero si attivino in tempi ristretti». Si torna alle utenze: «Il problema è reale perché al momento c’è un’unica palazzina predisposta, in via Lazio. L’idea per rendere appetibile il progetto è quella di poter implementare la rete anche ad altri edifici della zona: ad esempio la scuola Oberdan, il Centro multimediale ed altri ancora. Richieste ai cittadini per gli adeguamenti? No».

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«Le utenze? Ci sono»

Il comitato tuttavia la pensa in modo diverso: «L’utenza c’è, non solo – la replica di Verzurelli sull’argomento – il nostro condominio. Ci sono edifici inizialmente predisposti per il teleriscaldamento anche in via Campania e zone limitrofe. Loro tuttavia dovrebbero fare lavori più importanti rispetto ai nostri. E se ad oggi il progetto non è partito è chiaro che c’è stata un’inadempienza del Comune o di Ast». Citate anche ‘La casa della musica’ e le strutture scolastiche. Arca ha quindi puntualizzato che «il vantaggio di far funzionare il teleriscaldamento con l’ultilizzo del vapore di Ast, integrato con una centralina di backup, è di non bruciare più metano. Ciò andrebbe a favore di tutta la città». Le speranze restano ridotte al lumicino. A breve sarà concordato un appuntamento tra le parti per approfondire la questione.

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