Terni e l’incognita ‘teleriscaldamento’

Lavori in corso da 17 anni, nuove spese in programma e nessun risultato ottenuto per il recupero del calore disperso alle acciaierie

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Era il mese di ottobre e da palazzo Spada erano arrivate le rassicurazioni: «L’impianto è terminato, collaudato e funzionante». Mancava solo il possibile gestore. Tanto che il Comune di Terni aveva garantito: «Ci sta pensando un gruppo di lavoro che preparerà il relativo bando». Si parlava dell’impianto di teleriscaldamento del quartiere Borgo Bovio e c’è un dettaglio: il mese di ottobre era del 2014.

Altri annunci A settembre del 2013, invece, palazzo Spada diceva che «la realizzazione della rete di teleriscaldamento rappresenta una delle opere più innovative nel campo energetico ed ambientale. La rete urbana è terminata e positivamente collaudata, mentre sono in corso i collaudi a caldo del generatore all’interno dell’Ast. Parallelamente il Comune di Terni sta istruendo una gara di evidenza pubblica per individuare il possibile gestore datoche, a norma di legge, non è possibile il diretto trasferimento all’Asm come inizialmente ipotizzato».

La promessa Nel 2012, sempre a settembre, la storia era stata la stessa: «Da questo inverno, più precisamente dal mese di novembre e quindi per la prossima stagione termica – aveva annunciato palazzo Spada – entrerà in funzione l’impianto di teleriscaldamento realizzato nell’ambito del programma Contratto di Quartiere Borgo Bovio Sant’Agnese. Terni e l’Asm hanno definito le modalità di avvio della fase sperimentale e di messa a punto del sistema, necessaria al successivo perfezionamento dei rapporti con il soggetto gestore».

Mancano i pezzi Adesso, invece, sempre palazzo Spada fa sapere che «nell’ambito delle procedure di collaudo della rete e dell’impianto di teleriscaldamento, si è pervenuti alla necessità di istallare una serie di componenti tecnici di sicurezza e per la funzionalità in esercizio». Nel documento di parla di una valvola (15.500 euro, più Iva); di un giunto (1.200 euro, più Iva); più filtri, materiale vario e operazioni di montaggio e smontaggio. Per un totale di 28.721 euro, Iva compresa.

IL DOCUMENTO DEL COMUNE DI TERNI

Il sistema Quello di cui si parla, di anno in anno – si è cominciato a favoleggiarne nel 1998, quando iniziarono i lavori, per i quali vennero utilizzati tre milioni e mezzo di euro di ‘fondi strutturali’ dell’Unione europea – è quel famoso, o famigerato, sistema «innovativo ed ecologico di distribuzione di calore – la definizione è sempre del Comune di Terni – per le abitazioni e utilizza la produzione di energia termica dell’Ast, che altrimenti andrebbe dispersa nell’atmosfera». Secondo il Comune, avrebbe dovuto riscaldare circa 1.200 famiglie dei quartieri di Borgo Bovio e Sant’Agnese.

L’idea Tutto nasceva da una considerazione: le acciaierie disperdono in giro un sacco di calore e allora perché non lo recuperiamo e lo mettiamo a disposizione della città? Bella idea: si fa un impianto ad hoc e il gioco è fatto. Uno ‘scambiatore’ (qualcuno lo descrisse come un grosso boiler) che dovrebbe utilizzare il calore ‘di scarto’ della ThyssenKrupp Ast, producendo acqua calda che, convogliata in un grande tubo, arriverebbe alla rete dedicata alle case e le riscalderebbe.

Niente calore I condizionali – dovrebbe, arriverebbe, riscalderebbe, e via discorrendo – in questi 17 anni si sono sprecati. Le uniche certezze sembrano essere quelle relative ai soldi spesi e che si continuano a spendere. Ma di quell’acqua calda non c’è traccia.

 

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