Torre Wifi Gabelletta 36 metri posizionata. Il comitato attacca

Terni – Mercoledì la struttura Inwit da 36 metri è stata posata, i cittadini: «Non ci si è preoccupati dell’esigenza». Avviata altra procedura per strada di Rotale

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del comitato no torre WiFi Gabelletta
di Carlo Sileo, Fabio Moscioni, Sonia Giuliani e Maurizio Polinori
rivolta al sindaco Latini, ai componenti della giunta ed ai consiglieri di maggioranza/minoranza

A destra la torre e, sullo sfondo, Cesi

Signor sindaco, come è ormai tristemente noto, mercoledì gli operai si sono adoperati per collocare la ‘torre’ di cui al progetto della Inwit approvato dalla vostra amministrazione con determinazione 2541 del 13 settembre 2019. Al di là delle azioni e delle iniziative che i cittadini saranno ad intraprendere a tutela della loro salute vorremmo condividere con lei e la sua giunta, una riflessione che ci ha spinti a pensare che ci sia qualcosa di più importante che essere perfetti esecutori di leggi e decreti. Questo qualcosa si chiama prudenza.

È una parola che non abbiamo scelto noi del comitato o i cittadini di Gabelletta o di Terni, per richiamare l’attenzione su qualcosa che potrebbe essere pericoloso, ma ci perviene dalla commissione europea quando parla della realizzazione di infrastrutture per il 5G. Ecco, tenendo presente questa parola ci siamo chiesti e le chiediamo: esigenza e poi struttura oppure struttura e poi esigenza? A chiunque sembrerebbe abbastanza logico dire che prima viene l’esigenza, il bisogno, la necessità e poi si crea una struttura per rispondere ad una esigenza, soddisfare un bisogno e venire incontro ad una necessità. La struttura si poggia su queste tre parole: esigenza, bisogno, necessità, perché se non abbiamo bene in mente che cosa vogliamo non possiamo capire cosa serve per realizzarlo.

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La torre a terra

Esempio attinente al nostro caso: se non so che tipo di segnale voglio trasmettere non posso costruire una struttura adatta a trasmettere quel segnale. Perché questa premessa? Perché la Inwit è una società che si occupa di costruire infrastrutture che poi affitterà o venderà a società che installeranno su quella struttura le proprie antenne di cui in fase di progettazione della struttura stessa, non si conoscono le caratteristiche, appunto perché questo non interessa alla Inwit che ha solo il compito di realizzarle. Ma allora dove sta la carenza di chi ha concesso l’autorizzazione alla Inwit?

La carenza sta nel non essersi minimamente preoccupati di conoscere quale era la effettiva esigenza che muoveva la realizzazione di tale struttura. Quindi si è realizzata la struttura e poi si vedrà quale sarà l’esigenza. Facciamo finta. Allora ci dobbiamo chiedere: qual è l’esigenza per la quale si realizza una struttura alta 36 metri che avrà un’antenna con un’unica sezione e una sola portante e una potenza dichiarata al collettore di soli 0,0316W? Risposta: nessuna. Perché la struttura è esageratamente sproporzionata a qualunque tipo di esigenza che comporti una trasmissione significativa di un segnale a radiofrequenza. Se la struttura è esageratamente sproporzionata cosa significa?

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Significa che l’antenna di cui al progetto presentato in Comune non è una esigenza reale, ma fittizia, è un’antenna ‘civetta’ che serve a far approvare la costruzione di un’infrastruttura enorme che avrà lo scopo di ospitare ben 12 antenne di cui non conosciamo né su che frequenza trasmetteranno, né la marca, né il modello, né il numero massimo delle portanti, né quante sezioni avranno, né la potenza massima al collettore d’antenna per portante, né la potenza totale massima al connettore d’antenna, né la potenza totale al connettore di antenna sulle massime condizioni di carico.

L’impatto paesaggistico rispetto allo stadio

Cioè, di questo, chi ha autorizzato la costruzione di questa torre, non sa assolutamente nulla.  Allora è stata rilasciata un’autorizzazione alla costruzione di una cosa senza sapere a quale esigenza rispondesse. E ancora, si è autorizzato un qualcosa senza avere dettagli di progetto di quel qualcosa. E quindi senza sapere se quel qualcosa avrebbe potuto mettere a rischio la salute dei cittadini. Ecco il punto sul quale focalizzare l’attenzione.  Cosa avrebbe dovuto fare la Inwit presentando il progetto al Comune per l’autorizzazione? Avrebbe dovuto presentare un progetto dove doveva espressamente essere indicata l’esigenza che muoveva la realizzazione di tale struttura, dichiarando analiticamente le caratteristiche delle apparecchiature che sarebbero state impiegate per raggiungere quel fine (esigenza).

Purtroppo il fine manca perché non sappiamo nulla di quelle 12 antenne che potranno essere ospitate dalla struttura. Quindi il Comune di Terni ha seguito una procedura con un vizio di fondo. E questo vizio di fondo potrebbe mettere a rischio la salute pubblica. Nel nostro incontro in prima commissione abbiamo espressamente chiesto che questa torre venga spostata in un luogo non sensibile, dove non ci siano edifici civili e luoghi dedicati ai bambini e ragazzi. Guardando gli enormi spazi che ci sono nella zona Vallemicero ne possiamo trovare diversi, uno addirittura di proprietà del Comune di Terni, dove non solo gli eventuali danni potrebbero essere molto contenuti ma che addirittura potrebbe portare ad un introito economico nelle casse del Comune stesso, a beneficio dell’intera comunità cittadina.

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Mercoledì la torre è stata posizionata

Si può fare? Si, certo. Tutto si può fare se vogliamo essere al servizio della nostra comunità. Se vogliamo adottare, in assenza di evidenze scientifiche che ci assicurino che il 5G non sia pericoloso, quel criterio di prudenza tanto richiamato nel documento della Comunità Europea e dal buon senso di tutti noi e speriamo anche dal suo.


Parte altro iter per strada di Rotale

Sempre nell’area di Terni nord mercoledì è scattato l’iter per l’autorizzazione legata ad un altro impianto tecnologico di radiotelecomunicazioni in strada di Rotale, non distante dall’abitato di Gabelletta: «Per fortuna doveva essere una eccezione quella della installazione delle antenne, o almeno così sosteneva l’amministrazione. In pochi giorni – attacca il capogruppo Dem Francesco Filipponi – si passa ad esaminare la richiesta per la seconda antenna enorme a Gabelletta. Stavolta si avvia l’iter per strada di Rotale, a qualche centinaio di metri dall’altra già esistente gsm e da quella costruenda a Vallemicero. Nel frattempo nessun regolamento per l’ubicazione delle antenne è stato deliberato. Faremo ogni cosa per difendere la salute».

 

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