Terni, truffano anziani: presi padre e figlio

Appena usciti di prigione sono tornati a colpire con la scusa del falso incidente. Bloccati a borgo Rivo grazie anche ad alcune vittime

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Appena usciti di prigione dopo aver compiuto alcune truffe ai danni di anziani, sono tornati a colpire nuovamente, a Terni, ma vuoi il caso, vuoi la scaltrezza di alcune vittime e la prontezza della polizia di Stato, sono dovuti tornare a Napoli con una nuova denuncia per truffa aggravata, continuata e in concorso, sempre per fatti analoghi. Nei guai sono finiti padre e figlio originari del capoluogo campano, di 68 e 43 anni, nei confronti dei quali è stata anche emessa dal questore Antonino Messineo la misura del divieto di ritorno a Terni per tre anni.

Il modus operandi

Tutto è iniziato tutto lunedì mattina, quando, intorno alle 10, è arrivata una segnalazione al 113 per un tentativo di raggiro ai danni di una signora di 87 anni, con la tecnica del finto incidente causato da un familiare, in cui ci sono persone ferite coinvolte. La signora, dopo essere stata contattata al telefono – con l’ormai noto sistema – non riuscendo a contattare i familiari (poiché la tecnica usata in questi casi dai truffatori permette di bloccare l’utenza fissa), e non avendo i 9 mila euro richiesti per «tirare fuori dai guai il parente», aveva preparato una busta con dentro tutto l’oro che aveva trovato in casa (un appartamento in un condominio del centro di Terni) e mentre stava uscendo sul pianerottolo per consegnarla ad uno dei due truffatori, che in quel momento stava salendo le scale, si è sentita male e ha suonato alla porta della vicina per chiedere aiuto. Il truffatore vedendo la scena, ha pensato di essere stato scoperto ed è fuggito.

Le ricerche

È stata poi la vicina, dopo aver tranquillizzato la signora, a chiamare la polizia che immediatamente si è messa sulle tracce dei criminali. Pattuglie sia della squadra volante che della squadra mobile hanno perlustrato il territorio cercando con attenzione auto e passeggeri che rispondessero a determinate caratteristiche, grazie alle conoscenze acquisite nel corso del tempo attraverso indagini similari. Nel frattempo, due ore e mezza dopo la prima chiamata al 113, la sala operativa ha segnalato un altro tentativo di truffa ad anziani a Gabelletta e gli investigatori si sono subito diretti in zona, dove hanno appreso che il raggiro non era andato a buon fine. La persona al telefono aveva detto alla donna che il marito aveva avuto un incidente e quando la signora aveva risposto che il marito era morto da molti anni, allora il truffatore aveva detto che si trattava del nipote. La donna, una 85enne, aveva riattaccato ed aveva avvertito i familiari che avevano a loro volta chiamato il 113.

Gli altri colpi

Ben sapendo, gli investigatori, che questi criminali non abbandonano il luogo prescelto per il reato di quel giorno, prima di aver incassato almeno qualche migliaio di euro o un bel quantitativo di gioielli, hanno continuato a perlustrare la zona, mentre alle 14 dalla sala operativa sono arrivate altre segnalazioni di tentate truffe ai danni di anziani, ultra 75enni. Uno di loro non aveva proprio aperto la porta ed un altro, al quale avevano chiesto 6 mila euro, aveva talmente insistito al telefono per poter parlare con la figlia, «vittima di incidente», che alla fine il truffatore aveva riattaccato. Un altro tentativo riguardava una signora a cui avevano sempre detto che il marito, anche in questo caso morto ormai da anni, era stato coinvolto in un incidente.

Braccati dalla polizia

Le segnalazioni sono arrivate da via del Tordo e l’attività della polizia si è concentrata proprio in quella zona, fino a quando, in via del Germano, gli agenti della squadra mobile – coordinati dal dirigente Davide Caldarozzi – hanno notato una station wagon ferma con a bordo due uomini ben vestiti. Ai due è stato chiesto cosa stessero facendo e, con tutta tranquillità, hanno risposto che si stavano riposando e che erano a Terni per vendere orologi. Da un primo controllo al cellulare di uno dei due però, gli agenti hanno notato che su Google Maps era stata impostata la ricerca di via del Tordo.

I precedenti

Portati in questura, dal controllo in banca dati sono emersi, per entrambi, numerosi precedenti penali per truffe ad anziani. I due – è stato appurato – comunicavano tramite un altro cellulare con un altro membro della banda che, da Napoli, dava loro indicazioni sugli appartamenti da raggiungere per andare a ritirare i soldi o i gioielli. Le indagini tecniche hanno permesso di accertare che tutte le telefonate fatte agli anziani lunedì mattina provenivano da Napoli, mentre gli accertamenti relativi al percorso effettuato dai due, dal loro arrivo a Terni fino al fermo, erano corrispondenti agli indirizzi delle persone contattate. Ulteriori accertamenti hanno evidenziato la responsabilità dei due anche in altre truffe ad anziani commesse a Terni il 26 settembre e il 9 ottobre scorsi. Le indagini proseguono per accertare se gli stessi siano autori di altri reati commessi in zona e per identificare gli altri membri della banda.

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