Terni, vaccinazioni al via per i medici di famiglia

Lunedì la somministrazione delle prime dosi, passano da 60 a 180 al giorno i sanitari sottoposti a vaccino al Santa Maria

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di F.L.

Nuovo step a Terni nella campagna di vaccinazione contro il Covid-19, da lunedì mattina estesa anche ai medici di medicina generale. Dopo la richiesta di adesione all’iniziativa arrivata domenica pomeriggio via mail a tutti gli iscritti all’elenco dell’Usl Umbria 2 (sono circa 110 nel distretto ternano, un’altra quarantina tra Narni e Amelia), a poche ore di distanza sono state iniettate le dosi ai primi professionisti che hanno risposto all’appello. Luogo delle vaccinazioni rimane il poliambulatorio dell’azienda ospedaliera Santa Maria, dove sale così da 60 a 180 il numero dei sanitari vaccinati ogni giorno. La campagna rivolta ai medici di famiglia dovrebbe concludersi il 6 gennaio.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Accelerazione e speranze

Soddisfatta la dottoressa Simonetta Centurione, segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), anche lei lunedì tra i primi vaccinati. «L’Umbria nell’arruolamento dei medici di famiglia – spiega – si è dimostrata abbastanza veloce, tanto che le procedure dovrebbero concludersi in un paio di giorni. La vaccinazione rappresenta un obbligo morale per tutti i sanitari, non solo come arma di difesa per sé e per gli altri, ma anche come messaggio ai pazienti più scettici sulla sicurezza del vaccino. L’unica soluzione attuale se vogliamo fermare il virus e permettere all’Italia di ripartire». Anche per i medici di famiglia la somministrazione della prima dose verrà seguita a 21 giorni di distanza da una seconda. Ora la speranza, aggiunge Centurione, è che la campagna di vaccinazione – anche attraverso l’arrivo di nuovi vaccini – subisca «un’ulteriore accelerazione» verso le altre categorie coinvolte. Fatto salvo il calendario programmato dal ministero della Salute, indicazioni operative sulla prosecuzione della campagna alle altre fasce di popolazione ai medici di medicina generale al momento non ne sono giunte, in prospettiva di un eventuale loro coinvolgimento nell’individuazione dei pazienti più a rischio.

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