Terni, variante Staino: due società chiedono stop approvazione, Comune va avanti

C’è chi si oppone alla decisione di palazzo Spada. Diversità di vedute su carico urbanistico e problemi di traffico. Il confronto in commissione. Rischio Tar

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di S.F.

La Tac Costruzioni srl e la Smile srl. Sono le due società che, nei termini previsti, hanno informato il Comune di Terni che per la maxi variante al Prg riguardante vocabolo Staino c’è qualcosa che non va: in sostanza da parte loro è scattata la richiesta di non approvare e soprattutto eseguire le indicazioni adottate lo scorso 31 gennaio in consiglio comunale. Da palazzo Spada è arrivato il no. Scontro in vista? Possibile, d’altronde non sarebbe una novità un ricorso al Tar Umbria per passaggi del genere. Intanto cè stato il confronto in I commissione consiliare.

LA MAXI  VARIANTE AL PRG STAINO: TUTTI I DETTAGLI
IL RAPPORTO PRELIMINARE AMBIENTALE

La variante al Prg

Le tre motivazioni

Sono diverse le ragioni che hanno spinto le società a scrivere al Comune in merito alla variante adottata lo scorso gennaio dopo mesi di confronto. Si parte in primis dalla «contraddittorietà ed illogicità dell’introduzione di una nuova area di destinazione G2, con incremento notevole del carico urbanistico, senza soluzione generale dei noti problemi urbanistici dell’intero ambito e in assenza di una visione strategica e complessiva degli interventi». Il secondo punto di contestazione è la «violazione ed elusione delle indicazioni fornite dall’Ente sovraordinato, nella fattispecie i rilievi formulati dalla Regione Umbria con la determina dirigenziale 10301 del 19 ottobre 2021 che appaiono visibilmente disattesi dalla proposta di variante». L’ultima critica è l’indicazione «di una nuova destinazione urbanistica G2 di grande rilevanza senza redazione di una scheda di piano che ne limiti gli obiettivi prefissati nel Dup, come già in vigenza per le altre aree G2». Le richieste sono dunque di non approvare la variante parziale al Prg così come definita dal consiglio comunale e, a seguire, di riesaminare le problematiche di vocabolo Staino per trovare una soluzione generale. E senza incrementare la superficie utile coperta già prevista. Focus anche sulle criticità per il traffico veicolare. L’Usl Umbria 2 ha già rilasciato il nulla osta per il profilo igienico-sanitario.

VOCABOLO STAINO, RIMOSSA L’OPZIONE COMMERCIO

Vocabolo Staino

Il Comune non ci sta

C’è il parere contrario dell’amministrazione perché, in sintesi, è stato ricordato che con l’adozione della variante parziale al Prg in questione è stato eseguito un emendamento al Dup 2019-2023 per una migliore valorizzazione dell’area di proprietà comunale nell’ottica di perseguire un interesse pubblico. Ad assistere legalmente le società interessate sono rispettivamente Sabrina Morelli per la Tac Costruzioni srl e Gianluca Calistri per la Smile sr. Sponda comunale l’iter è in mano alla Rup Cinzia Mattoli e al dirigente all’urbanistica Claudio Bedini. L’osservazione in questione dovrà essere discussa in commissione consiliare prima ed in consiglio comunale poi. Da ricordare che la variante trasforma l’area destinata a parchi urbani a servizi generali e la zona verde pubblico attrezzato a parco, gioco e sport in attrezzature d’interesse comune per 8.125 metri quadrati e superficie utile coperta di 6.500 mq. Con tanto di nuova rotatoria. Ultima questione non secondaria: le società hanno ricordato che nel 2015 avevano sottoposto al Comune una proposta di variante al Prg e con la delibera 257 del 31 luglio 2015 fu dato il via agli uffici per la predisposizione. La storia è poi andata diversamente. Non ci sono problemi invece per altre due varianti che a breve saranno approvate (da tenere sempre in mente che l’adozione è il primo passo, poi c’è il vero e proprio atto definitivo), vale a dire quelle per Campitello-via del Rivo ed i filari arborei.

Il dirigente Bedini e l’assessore Cini (foto archivio)

Il confronto in commissione

Giovedì mattina c’è stato il confronto a palazzo Spada con protagonisti l’assessore Federico Cini e il dirigente Claudio Bedini: «Le due società in questione più volte hanno manifestato interesse – le parole del titolare all’urbanistica del Comune – per interventi di natura commerciale sull’area confinante, ma non hanno abbastanza capacità edificatoria. Il parere contrario all’osservazione c’è perché la nostra è una decisione di natura politica ed inoltre c’è interesse pubblico. Dal punto di vista normativo non c’è alcun problema». In pressing Alessandro Gentiletti di Senso Civico e Valentina Pococacio del M5S: «Che paletti si mettono? E l’area Staino è ancora nel piano delle alienazioni?», gli input. «Il centro commerciale non ci si potrà fare, questo è il discorso e le richieste del 2015 non riguardano questa cosa. La variante al Prg non pregiudica i diritti degli altri», ha aggiunto Cini. Sponda tecnica Bedini ha sottolineato che «la variante è limitata all’aspetto urbanistico e non scende nei dettagli del progetto edilizio. Poi se ci sarà un acquirente, sarà lui a decidere quando intervenire presentando un progetto». La Pococacio ha insistito: «Perché si continua a parlare di hub turistico? Per ora è una mera ipotesi, c’è stato il sentore che qualche privato sia interessato in tal senso?». Niente di tutto ciò al momento. Per Gentiletti «si fa un salto al buio, rendiamo appetibile l’area e poi sfugge al controllo in merito al futuro». Chiusura per l’assessore: «L’indicazione su cosa fare in quell’area sarà comunque del consiglio comunale, ma ora siamo in una fase diversa. Non è che arriva un privato e ci fa quello che gli pare». Michele Rossi (Terni Civica) ha rivendicato il ‘famoso’ emendamento al piano delle alienazioni 2019 legato proprio allo Staino:«Ha dato origine alla variante». Votazione e tutti via. Chiaro che il rischio Tar Umbria resta.

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