L’ultimo evento – al momento non c’è stata la riapertura totale – risale al 5 ottobre 2024, quando è stata urgentemente modificata la viabilità per via di una frana. Ma, già da anni, tra via centrale di Cervara e via della Sponga i problemi non sono mai mancati. Con tanto di diversi esposti e segnalazioni.

Ad umbriaOn viene segnalata – con tanto di documentazioni ed immagini – la situazione di disagio legata alla vegetazione sporgente e agli alberi pericolanti lungo via della Sponga. Ma, in generale, per un altro fattore: «La situazione di abbandono di via delle Sponga, che unisce la Valnerina all’altezza del bar Cervara con Via di Campomicciolo all’altezza del cimitero di Papigno, ormai si protrae da più di 15 anni ed è diventata insostenibile». Da tre mesi, a seguito del distacco di roccia, c’è stata la chiusura a valle. In un’area dove risiedono più famiglie ed esiste una struttura ricettiva.

«La pericolosità – la puntualizzazione – della strada a causa dell’incuria è elevata perché coinvolge un elevato numero di persone ogni giorno. Cittadini ternani, turisti ospiti del B&B e pendolari dai comuni limitrofi». I guai? Alberi cresciuti inclinati verso valle, le chiome nel periodo più caldo, rovi e altro ancora che rende quantomeno a rischio il passaggio per ciclisti e motociclisti. Non solo: «Nel punto critico di innesto di via Centrale di Cervara su via della Sponga, durante l’estate, la vegetazione copre quasi completamente i cartelli stradali che indicano la numerazione civica».

Nel 2024 c’è stato un primo intervento di Enel in quanto i rami creavano ostacoli per le linee elettriche. In generale, per via di questo contesto, «accade ogni quattro-cinque che ci sia un piccolo incidente, una caduta rami, distacco di roccia ecc. La strada viene chiusa per un paio di giorni, rimosso il problema e tutto torna come prima. Tutto questo andrà avanti finchè non ci sarà qualche grande incidente con feriti o peggio». A completare il cerchio l’inciviltà delle persone che abbandonano rifiuti a lato della strada.

Come detto la storia prosegue da anni – di mezzo anche esposti per sollecitare, il primo nel 2011 al servizio guardaboschi – e le interlocuzioni non sono mancate in tal senso: «La causa di questa colpevole e continuata incuria da parte dell’amministrazione comunale, va ricercata in un probabile problema relativo alla proprietà della sede stradale», viene specificato. Sì, perché non tutto il tratto coinvolto è di proprietà del Comune ed ecco che si è presentata la ‘classica’ questione della manutenzione. A chi spetta? E nel contempo le problematiche restano.