Terremoto, Marini: «Solo casette nuove»

La presidente della Regione Umbria: «Quelle già esistenti non sono moduli abitativi rimovibile. Avanti con i progetti annunciati»

Condividi questo articolo su

Il quesito lo aveva posto Andrea Liberati (M5S), chiedendo alla giunta regionale «di spiegare se il governo nazionale è stato informato dell’esistenza di 730 moduli abitativi provvisori in Umbria e se
siano stati valutati i costi e i benefici legati a un immediato spostamento di parte di essi nelle zone oggi colpite dal sisma. La Regione Umbria – secondo Liberati – può e deve sostenere l’urgenza dell’installazione delle abitazioni temporanee in legno già presenti in Umbria nell’ambito dell’interlocuzione istituzionale già intrapresa tra Regione stessa, Commissario e Protezione civile. E in in Umbria esistono già nella stessa Norcia aree urbanizzate pressoché pronte a ospitare subito le casette di legno che giacciono numerose e inutilizzate in varie zone dell’Umbria».

«Non rimovibili» La presidente della regione, Catiuscia Marini ha risposto che «le casette di legno realizzate in Umbria a seguito del sisma del ’97 non sono moduli abitativi rimovibili, ma strutture infisse al suolo con una piattaforma in cemento armato e assemblate in opera. Quindi, a differenza degli attuali moduli, non sono smontabili e rimontabili, si può procedere soltanto o alla loro demolizione o al recupero parziale dei materiali. Si tratta di strutture di quasi venti anni e comunque temporanee, transitorie, senza l’obiettivo di durare nel tempo. Per questo motivo non si è proceduto né a una valutazione dei costi/benefici da smontaggio e rimontaggio. Vorrei precisare che il sistema di gestione delle emergenze è quello della Protezione civile, che nel frattempo ha modificato in maniera sostanziale, positivamente, il sistema di assistenza abitativa alla popolazione colpita da eventi sismici. Una evoluzione legata al sisma dell’Aquila e poi a quello dell’Emilia Romagna».

PARLA IL COMMISSARIO VASCO ERRANI – IL VIDEO

La tecnologia Attualmente, ha piegato Marini, «non vengono realizzate costruzioni infisse al suolo, ma soluzioni abitative temporanee, realizzate in modo che al termine della fase di emergenza siano immediatamente rimovibili. Vengono realizzate con moduli prefabbricati, in genere in acciaio e con strutture coibentate. Non è poi necessario alcun carteggio in quanto, visto che si tratta di una emergenza di livello nazionale, è entrato in funzione direttamente il sistema nazionale ‘Dicomac’, a cui partecipa anche il sistema regionale. È quindi la Dicomac nazionale a decidere le soluzioni, condivise con le Regioni. Le soluzioni puntano a favorire, prima di tutto, l’autonoma sistemazione. Per l’Umbria sono previste, con le soluzioni abitative emergenziali, solo due aree nel solo Comune di Norcia e comunque con un numero complessivo di abitazioni presunto inferiore a 100. L’installazione avverrà dopo il completamento delle opere di urbanizzazione: acqua, fognature, gas, energia elettrica, telefono e quanto altro necessario».

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli