Terremoto: moduli Sae lavori e burocrazia

Il montaggio delle ‘casette’ procede secondo i programmi nelle aree identificate e assegnate, meno le opere di urbanizzazione. Valenti, Cosp Tecno Service: «Noi a prova di qualsiasi verifica»

Condividi questo articolo su

Tra quelle pronte e quelle per le quali entro pochi giorni inizierà la fase di montaggio, in totale le ‘casette’ – i moduli Sae commissionati alle imprese umbre dal Cns per le aree di Umbria e Lazio colpite dal terremoto – sono 195: 18 sono quelle già abitate a San Pellegrino di Norcia, mentre per le 20 di via XX settembre sempre a Norcia e le 25 del ‘Campo zero’ di Amatrice, la data ultima per la consegna, annunciata dai rispettivi sindaci, è quella di domenica 5 marzo. Ma non tutto fila spedito come dovrebbe.

A SAN PELLEGRINO SI CERCA LA NORMALITA’ – IL VIDEO

I cantieri A Norcia, per esempio, nella ‘zona industriale A’ ci sono 33 Sae già pronte ed arredate ed altre 30 sono in fase di completamento, ma i tempi per la consegna potrebbero non essere brevissimi, perché per permettere a chi è in attesa di una ‘casetta’ di prenderne possesso dovranno essere ultimate tutte le opere di urbanizzazione – affidate ovviamente a ditte diverse da quelle che realizzano i moduli Sae – che non sempre marciano spedite come la costruzione.

IL PREMIER GENTILONI DENTRO UNA SAE – IL VIDEO

Aree e bandi Poi c’è un altro paio di problemi non trascurabili: la scelta delle aree e i bandi. Perché a Norcia sono già previste altre 90 Sae, ma non è stato ancora stabilito il luogo sul quale dovranno essere montate e poi – per scegliere le imprese a cui affidare i lavori di sbancamento e urbanizzazione – si deve fare un bando al quale, è successo già, arrivano a partecipare quasi 300 imprese, con tempi di espletamento delle procedure burocratiche che diventano lunghissimi. E qui si capisce anche lo ‘sfogo, di qualche giorno fa del commissario Vasco Errani.

L’ODISSSEA E LA SPERANZA – IL VIDEO

Altre ‘casette’ Anche perché i problemi sono comuni: anche al campo ‘Ampass’ di Amatrice, infatti, ci sono 35 moduli Sae pronti ed arredati, in attesa di essere consegnati, ma in attesa delle ‘finiture’ esterne. Con il Comune che ha dovuto appaltare i lavori a ditte private, visto che i militari dell’esercito non riuscivano a realizzare i lavori di urbanizzazione. E sempre nel Comune laziale, nel campo di San Cipriano, martedì inizierà il montaggio di altre 27 ‘casette’, mentre entro il 10 marzo sarà avviata la fase di realizzazione di altrettanti moduli Sae.

Le polemiche Visto che in questi giorni l’attenzione si è concentrata anche su chi sta coordinando il lavoro delle imprese addette alla realizzazione dei moduli Sae e visto che la maggioranza di queste imprese sta a Terni, a umbriaOn è sembrato il caso di andare a chiedere che cosa stia succedendo: «Direi nulla di nuovo – spiega Danilo Valenti, presidente di Cosp Tecno Service – e certamente nulla di clamoroso come si potrebbe pensare. Tutte le aziende impegnate nel progetto Sae stanno lavorando al meglio e non c’è una sola area assegnata per la costruzione che non veda un cantiere aperto».

La revoca dell’interdittiva

Il controllo Ma siccome della questione si è occupata anche la commissione di inchiesta regionale sulle infiltrazioni criminali, forse è bene chiarire anche questi aspetti. E quindi è inevitabile chiedere a Valenti come sta messa la Cosp: «Le dico solo tre date – dice il presidente – che spero possano chiudere la polemica. Il 31 agosto del 2015 Cosp Tecno Service è stata inserita nella ‘white list’ stilata dalla Prefettura di Terni (guidata allora da Gianfelice Bellesini; ndr) e che garantiva la nostra ‘non permeabilità’ rispetto a possibili infiltrazioni malavitose. Il 20 settembre del 2016 la Prefettura (nel frattempo Bellesini era stato sostituito da Angela Pagliuca; ndr) ha confermato la nostra presenza nella lista di garanzia. Il 17 febbraio scorso, infine, abbiamo ricevuto il rinnovo del ‘rating’ di legalità dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (l’Agcm; ndr). Questi sono fatti importanti, per noi ma credo non lo debbano essere solo per noi».

Danilo Valenti, presidente della Cosp Tecno Service

L’interdittiva Cosp Tecno Service, però, era stata chiamata in causa – insieme a Gesenu, a novembre del 2015 – quando il prefetto di Viterbo aveva emesso un’interdittiva antimafia nei confronti di ‘Viterbo ambiente’: «Diciamo intanto che quel provvedimento ci aveva interessato solo di riflesso, visto che nessun provvedimento diretto nei nostri confronti è mai stato preso, anche alla luce delle risultanze delle istruttorie relative alla doppia iscrizione nella ‘white list’ – chiarisce Danilo Valenti – e poi credo che il provvedimento preso dalla stessa Prefettura di Viterbo venerdì scorso possa chiudere definitivamente il discorso, in quanto l’interdittiva nei confronti di ‘Viterbo ambiente’ è stata revocata».

La chiarezza Ma già che c’è, Valenti vuole chiarire anche altro: «La Cosp – dice – ha il know how per la corretta esecuzione delle forniture a lei assegnate, nel rispetto dei capitolati d’opera. Cosp ha dato mandato ai propri legali sia in sede civile che penale per il ristoro dei danni arrecati alla propria reputazione commerciale laddove si diffonda, nella pubblica opinione e tra gli operatori del settore, la suggestione della mancata capacità tecnico operativa nel fornire le ormai note Sae. La Cosp sta eseguendo, per la parte di propria competenza, il cronoprogramma delle forniture a lei assegnate, nel rispetto dei tempi».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli