Tevere inquinato, azienda condannata

Perugia, Legambiente esulta: «Distilleria De Lorenzo colpevole. Sentenza storica»

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Era l’estate del del 2008. Alle prime luci dell’alba di un giorno di luglio, racconta Legambiente Umbria, «le sponde del tratto del Tevere all’altezza di Ponte San Giovanni si presentavano disseminate di pesci morti di ogni specie ittica e di tutte le dimensioni e classi di età, dalle grosse carpe, ai cavedani e poi barbi, lasche, sino alle minuscole alborelle».

La strage Quella di sette anni fa viene descritta come «una perdita biologica immensa per un fiume già in situazione critica. Interessato dall’ecatombe di pesci fu il tratto di fiume che va dallo sbarramento della centralina per la produzione di energia elettrica a risalire sino a circa 500 metri a monte del ponte della ferrovia, per un totale di circa un chilometro di asta fluviale».

Le indagini L’Arpa Umbria e il Nucleo ecologico dei carabinieri, a seguito delle loro indagini, dice ancora Legambiente Umbria, «individuarono le cause e il colpevole: uno scarico incontrollato proveniente dalla distilleria De Lorenzo, da sempre al centro di vertenze e segnalazioni da parte delle associazioni ambientaliste e dei comitati, che ha causato un abbassamento repentino dell’ossigeno disciolto nell’acqua al di sotto della soglia minima di sopravvivenza in una situazione molto fragile di carenza idrica, dovuta sia a fattori stagionali, sia agli attingimenti».

La condanna Mercoledì mattina, esultano gli ambientalisti, «la proprietà della distilleria De Lorenzo è stata condannata a quattro mesi di reclusione, oltre le spese processuali e al risarcimento del danno alla parte civile. La pena è sospesa a condizione che risarcisca Legambiente, che si è costituita parte civile, entro 120 giorni dal passaggio in giudicato».

«Sentenza storica» Per l’avvocato Emma Contarini del Centro di azione giuridica di Legambiente Umbria, che ha seguito la costituzione di parte civile dell’associazione ambientalista, si tratta di «una sentenza storica e l’auspicio è che serva da monito per chi inquina senza nessuna remora e pensa di poterla fare sempre franca. Speriamo che serva anche per tenere alta l’attenzione sulla salvaguardia delle acque e per rafforzare la difesa degli ecosistemi del fiume Tevere sempre più vulnerabile a causa di aggressioni scriteriate. Questa sentenza restituisce anche speranza a chi, cittadini e associazioni ambientaliste, da anni si battono per migliorare la qualità del territorio e del Tevere».

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