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Home » Tevere-Nera, giudici ‘stravolgono’ il cda

Tevere-Nera, giudici ‘stravolgono’ il cda

di Simone Francioli
6 Settembre 2017
in Altre notizie
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
Montori, Vacata e l'avvocato De Angelis

Montori, Vacata e l'avvocato De Angelis

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Per ora il consigliere ‘riammesso’ nel consiglio di amministrazione del Consorzio di Bonifica Tevere-Nera è uno, Moreno Montori. Ma se l’orientamento degli organi giudicanti dovesse essere confermato anche in appello, almeno altre due persone potrebbero entrare a far parte dell’organismo, con un cambio radicale rispetto al cda originario (sette componenti, cinque eletti da cittadini contribuenti e due sindaci del territorio) emerso dalle elezioni – ma più che altro dalle successive esclusioni – del 2015.

MORENO MONTORI: «BATTAGLIA VINTA»

Cambiamenti all’orizzonte A riprendere linfa è la componente, già nella lista ‘No tassa Tevere-Nera’, che si oppone al balzello e che sostiene come il territorio di Terni venga penalizzato nel contesto regionale, anche attraverso il sistema della tassa. Dopo Montori, in ‘rampa di lancio’ – anche a seguito delle sentenze favorevoli del tribunale di Terni – ci sono anche Gabriele Vacata e il sindaco di Attigliano, Daniele Nicchi. Il primo è già subentrato – e mercoledì parteciperà al suo primo cda – al consigliere, anche lui ‘No tassa’, Leo Venturi. Il secondo e il terzo sono in attesa del giudizio di appello che potrebbe comportare il loro reintegro e l’esclusione di Sergio Tamburini e del sindaco di Baschi Anacleto Bernardini, subentrato all’ex sindaco di Amelia Riccardo Maraga.

Battaglia legale La decisione è l’esito di un percorso legale che ha visto in campo l’avvocato Antonio De Angelis. Questa la sua ricostruzione, rappresentata nel corso della conferenza stampa che si è tenuta martedì mattina nella sede della Uil di Terni: «Nel 2015 si sono tenute le elezioni per il rinnovo del cda del Consorzio di Bonifica. Moreno Montori è stato eletto con circa 800 voti, nessuno ne ha ottenuti più di lui, nella 1° fascia di contribuenza. Gabriele Vacata è stato eletto come delegato del Comune di Attigliano nella terza fascia, mentre il sindaco Nicchi ha riportato i voti necessari per subentrare, successivamente, al collega Maraga quando quest’ultimo è decaduto dalla carica si sindaco di Amelia».

Il nodo «A seguito dell’esito del voto – afferma l’avvocato De Angelis – il Consorzio, attraverso il proprio commissario, ha dichiarato le ineleggibilità di Montori, Vacata, Nicchi e anche del sindaco di Bassano in Teverina, Alessandro Romoli, sulla base dei requisiti contenuti nell’articolo 19 dello statuto consortile che elenca le cause di ineleggibilità e di incompatibilità, senza però specificare quali siano le une e quali le altre. In tutti questi casi abbiamo impugnato il provvedimento sostenendo come in base ad una giurisprudenza consolidata, la sussistenza di un debito pendente con il Consorzio – era stata questa la ragione dell’esclusione, ndR – non fosse causa di ineleggibilità, come affermato dall’ente, ma di incompatibilità sanabile entro i dieci giorni successivi l’elezione. Peraltro per i miei assistiti non c’era stata alcuna messa in mora ma solo avvisi ‘bonari’».

«Sentenze univoche» «Così abbiamo incardinato quattro giudizi. In tre casi il tribunale di Terni ha già deciso in primo grado, dandoci ragione. Per Gabriele Vacata, invece, siamo in attesa della sentenza ma la specularità delle impugnazioni ci fa ben sperare. L’appello è pendente per Nicchi e Romoli di fronte alla corte d’appello di Perugia, mentre il giudizio di secondo grado è già arrivato per Montori, con il tribunale collegiale di Terni che lo ha definitivamente reintegrato nel cda consortile».

Il dato politico Tutti i diretti interessati evidenziano come «la prospettiva di un cambiamento radicale nella composizione del consiglio, sia un dato politico rilevante. Non inferiore comunque al fatto che dopo le esclusioni del 2015, è emerso un cda ben diverso da quello che sarebbe dovuto entrare in carica da subito. E forse anche le decisioni assunte in questi due anni, potevano essere diverse. C’è poi un ultimo elemento: nei vari procedimenti, il consorzio è stato sin qui condannato al pagamento delle spese. Una cifra che, a conclusione dell’iter, potrebbe ammontare a circa 20 mila euro. Soldi pubblici, utilizzati per condurre una battaglia di fatto politica. Tutto ciò non può lasciare indifferenti».

L’escluso: «Soddisfatto» Come detto, Montori subentra a Leo Venturi nel cda consortile. Quest’ultimo dice la sua: «Ho appreso con soddisfazione dell’ordinanza che ha confermato l’illegittimità della delibera con cui il Consorzio di Bonifica ha dichiarato ineleggibile Moreno Montori, primo degli eletti nella fascia uno della lista ‘abolizionista’. Nelle sedute del consiglio ho sostenuto la fondatezza del ricorso presentato da Montori e la sentenza è positiva anche perché nei prossimi mesi, a fronte di altri ricorsi, potrebbe salire a tre il numero dei consiglieri ‘abolizionisti’ su un totale di sette».

All’attacco «In questi due anni – prosegue Venturi – di fronte alla ormai acclarata latitanza delle istituzioni che non intendono superare l’odiata discriminazione derivante dall’assurdo contributo che il Consorzio di Bonifica chiede ai cittadini ternani, a differenza di tante altre realtà territoriali, il mio impegno si è indirizzato nel rendere trasparenti le scelte amministrative del cda. Ho assunto posizioni che mi hanno portato, ad esempio, a votare contro i bilanci e tutte le delibere relative agli affidamenti dei lavori in appalto, per l’assenza di un elenco certificato di imprese di fiducia e per il frazionamento degli stessi e dei relativi importi. Di fatto sono i cittadini ternani a mantenere in piedi l’ente con oltre due milioni di euro che ogni anno versano al Consorzio, mentre i benefici maggiori ricadono su altri territori dove la contribuenza interessa solo i proprietari di terreni agricoli. Oltre all’iniziativa interna, ho inoltrato specifici esposti, da ultimo alla Corte dei Conti, per denunciare situazioni anomale. In particolare sui rimborsi dei consiglieri del passato cda che ricomprendevano anche ‘gratta e vinci’ e confuse compilazione degli stessi rimborsi, sull’utilizzo delle risorse per la sistemazione delle strade vicinali a uso pubblico che hanno interessato tutti i comuni, escluso Terni, sulle assunzioni e sugli appalti. Mi preme sottolineare, inoltre, che i membri del cda del Consorzio, escluso il presidente e vice presidente, non percepiscono alcun compenso economico e nessun permesso per partecipare ai lavori del consiglio. Tutto è completamente gratuito».

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