Tk-Ast, operaio ferito: piccole speranze

«Il suo fisico è forte, bisogna sperare»: così i medici ai familiari ed agli amici di Gianluca Menichino. Le cui condizioni restano critiche. La Fiom: «Serve un nuovo sistema di relazioni»

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La vita di Gianluca Menichino è appesa ad un filo da quel maledetto lunedì in cui è rimasto vittima di un incidente sul lavoro in Ast e le sue condizioni restano gravissime, disperate. Ma una piccola speranza c’è, ed è quella che i medici del Santa Maria, martedì sera, hanno espresso ai familiari, agli amici ed ai colleghi dell’operaio 35enne: «Fisicamente è forte e lotta come un leone – hanno detto -. Speriamo possa farcela».

Piccola speranza Quelle parole hanno rappresentato un timido bagliore in mezzo al buio in cui tutti sono precipitati lunedì, dopo aver appresso del drammatico incidente accaduto al giovane ternano. Gli interventi eseguiti dalle equipe di neurochirurgia e ortopedia del Santa Maria sono serviti a stabilizzare la situazione. Gianluca Menichino resta in serio pericolo di vita, sedato nel suo letto della rianimazione. Ma già sapere che il suo fisico prova a reagire, è qualcosa, forse tanto in una situazione del genere. Anche oltre le possibili menomazioni – a rischio ci sono un avambraccio ed un occhio – paventate dai sanitari. Certo, se la sua forza gli consentisse di resistere a tutto ciò che il suo fisico è costretto a sopportare, andrebbero comunque valutate le conseguenze cerebrali del trauma subito. Ora però è il momento della speranza e del sostegno allo sfortunato operaio ed ai suoi familiari, una vicinanza che in tanti hanno manifestato direttamente e con tutto l’affetto possibile.

L’indagine Intanto inizia a prendere forma il fascicolo aperto dalla procura di Terni, nella persona del pm Tullio Cicoria, sul grave incidente sul lavoro accaduto lunedì, poco dopo le 14. Martedì mattina la polizia di Stato, che indaga sul fatto unitamente alla Usl Umbria 2, ha inviato gli atti in procura: la relazione sull’accaduto, le testimonianze – in particolare di un collega di Gianluca Menichino che al momento dell’incidente si trovava nel piazzale del reparto – e il referto medico stilato dall’ospedale sui traumi e le condizioni del 35enne.

Il pm Tullio Cicoria

Ipotesi I primi elementi acquisiti dalla procura fanno ipotizzare che alla base dell’incidente possa esserci un ‘errore umano’. L’operaio ternano, secondo quanto ricostruito, stava operando lungo linea LAC2 del reparto PIX1, intento a movimentare in uscita – attraverso uno strumento che portava al collo – alcuni rotoli di acciaio quando uno di questi lo ha colpito, schiacciandolo contro una passerella su cui l’operaio si trovava in quel momento.

PARLA UN LAVORATORE: «RITMI INSOSTENIBILI»

Regole e prassi L’attenzione di chi indaga è finita proprio sulla posizione del 35enne – sulla scala anziché a terra – che, per gli inquirenti, non era probabilmente in linea con le regole di movimentazione esistenti. Ciò non esclude comunque che a breve il pm possa iscrivere più di una persona nel registro degli indagati, un atto dovuto e necessario per espletare tutta una serie di accertamenti tecnici sull’impianto e la dinamica del fatto. Resta anche da capire perché l’operaio si trovasse sulla scala: un aspetto non secondario che, a prescindere dalle norme esistenti, può contribuire a comprendere le prassi e le ragioni per cui queste vengono messe in atto all’interno dell’azienda.

Il prefetto Angela Pagliuca

Assemblee e incontri Sul fronte sindacale, dopo lo sciopero di 20 ore proclamato in seguito all’incidente, le sigle dei metalmeccanici – Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl – hanno annunciato assemblee in tutti i reparti, dal 13 al 21 luglio, con sciopero di un’ora. Martedì pomeriggio i rappresentanti delle cinque sigle sono stati ricevuti dal prefetto di Terni, Angela Pagliuca, per un incontro chiesto con urgenza dagli stessi sindacati e il cui esito è stato definito «positivo». La necessità di un cambio di passo nel confronto con l’azienda è stata esposta chiaramente, al pari dell’esigenza di definire un nuovo protocollo su temi da sempre ‘caldi’: salute, ambiente e sicurezza. Di questo, ma anche del futuro di Ast e dei tanti dubbi che attraversano lavoratori e rappresentanze sindacali, si parlerà nell’incontro fissato per il 14 luglio in Regione, alla presenza della presidente Catiuscia Marini.

Lega Nord Oltre ad esprimere solidarietà e vicinanza all’operaio ferito ed ai suoi familiari, il consigliere regionale Emanuele Fiorini (Lega Nord) dice la sua sull’accaduto: «Conosco molto bene Gianluca in quanto abbiamo lavorato insieme proprio su quella linea per diversi anni. So bene come e in quali condizioni si lavora all’interno della fabbrica, conosco la mentalità dell’azienda che mette i profitti sopra a qualunque cosa, anche alla dignità umana. Le procedure standard, quando io lavoravo in Ast, prevedevano la presenza in contemporanea di un operatore e di un carropontista all’uscita della linea Lac2. Da qualche tempo a questa parte il sistema è cambiato a causa di logiche di risparmio dell’azienda e di riduzione del personale: l’operatore d’uscita, infatti, adesso deve svolgere anche la mansione di carropontista. Possiamo parlare quanto vogliamo di sicurezza, ma se manca il personale e se gli incarichi che dovrebbero essere svolti da due addetti vengono affidati ad un unico operatore, allora le chiacchiere stanno a zero».

M5S Andrea Liberati, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, si esprime così: «A Terni ancora si muore, dentro e fuori l’acciaieria. Siamo stanchi di veder cadere un solo lavoratore, un’intera città, per altrui piacere e vantaggio. Oggi, nel momento in cui è palpabile su molti fronti il disimpegno tedesco e si sta per alienare questo logoro baraccone, sono davvero tante le differenze tra la catena di incidenti segnalati da alcuni sindacalisti, incidenti pure nascosti, fino all’ennesima vittima sacrificale. E la vicenda che ha condotto al rogo di Torino, avvenuto a un passo dalla chiusura degli impianti?».

La Fiom Cgil: «Forza Gianluca» Il direttivo della Fiom Cgil ha approvato un ordine del giorno sulla sicurezza: «Forza Gianluca – è scritto – è il coro unanime che proviamo a farti arrivare, auspicando che tu riesca a vincere la battaglia più importante della tua vita». La Fiom «offre alla famiglia sostegno morale e disponibilità, da parte di tutta l’organizzazione, per qualsiasi azione o iniziativa utile affinché si possa risolvere in positivo questa situazione. Riteniamo che l’insieme della comunità debba interrogarsi sull’accaduto, evitando superficialità e strumentalizzazioni, facendo un’analisi profonda e interrogandosi sul fatto se ognuno di noi abbia svolto e svolga fino in fondo il proprio dovere affinché questi tragici episodi non si verifichino. Invitiamo tutti ad un nuovo e diverso sistema di relazioni finalizzato all’ascolto, al confronto e alla condivisione di azioni concrete finalizzate a migliorare gli aspetti lavorativi». La Fiom Cgil sottolinea nell’ordine del giorno che «occorre una risposta di sistema di tutti i soggetti istituzionali, politici, datoriali e sociali in grado di rimettere ordine, attraverso un nuovo sistema di relazioni, alle criticità presenti sul territorio ternano su tutti i temi aperti e non solo quello della sicurezza. La qualità del lavoro e la qualità della vivibilità cittadina – conclude l’ordine del giorno – si realizzano con buone pratiche capaci di individuare obiettivi concreti e condividere percorsi ed impegni reciproci che vincolano tutti a responsabilità ed impegno. Su questi temi ci sentiamo impegnati e proseguiremo nella nostra azione, dicendo in trasparenza quello che pensiamo, ma con lo spirito costruttivo che sempre ci ha contraddistinti, per il bene dei lavoratori e più in generale dell’insieme della comunità ternana».

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