Treofan, altri ordini spostati. Sciopero continua

Terni – Lettera dei sindacati nazionali al Mise, intanto continua il braccio di ferro con l’ad Kaufmann

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I sindacati tornano a bussare alla porta del Mise per chiedere la convocazione di un incontro «urgentissimo» in sede ministeriale per affrontare la questione della Treofan di Terni, dopo le numerose dichiarazioni aziendali sul fermo produttivo completo, sulla delocalizzazione dei prodotti a causa dello sciopero dei lavoratori e sulla ventilata cessione dello stabilimento. A scrivere ufficialmente al vice capo di gabinetto del dicastero, Giorgio Sorial – e per conoscenza ad azienda, Regione e Comune – sono state le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, alle quali si aggiunge anche l’Ugl chimici.

LO SCONTRO CONTINUA

Anche martedì braccia incrociate

Analoga richiesta agli stessi destinatari è arrivata attraverso un’altra lettera anche dalle rsu del sito della Polymer. «Anche in data odierna – scrivono i delegati dei lavoratori lunedì – l’ad continua a non rispettare le normative del Ccnl, specificatamente l’art. 28 che regola le relazioni sindacali, in quanto, anche in regime di sciopero (che proseguirà anche martedì, ndr) continua nello spostamento di ordini e prodotti dal sito di Terni verso gli altri siti Jindal, dichiarando la causa di forza maggiore verso i clienti e minacciando il blocco della produzione per i fermi macchina causati dallo sciopero. Nel frattempo le organizzazioni sindacali per ridurre i danni alla società e mostrare senso di responsabilità – continua la lettera – non fermeranno le linee di estrusione e la laccatrice nei prossimi scioperi, quindi almeno fino a domani le linee marceranno (la laccatrice è ferma dallo scorso lunedì per mancanza ordini e secondo l’attuale back-log non partirà prima di mercoledì). Confermiamo di voler lavorare con questa società e questo azionista ma vogliono essere rassicurati sul futuro del sito non vedendo alcuna azione concreta in tal senso. Non vediamo alcuna continuità produttiva per le linee di estrusione, ma soprattutto nessuna volontà di mantenere gli attuali clienti e di trovarne di nuovi per il sito». La rsu rimane quindi in attesa di una imminente convocazione dal Mise, sottolineando «la necessità della presenza della proprietà Jindal all’incontro».

RABBIA E POLEMICHE PER L’ANNUNCIO DELLA VENDITA

La posizione della Lega

Nel frattempo lunedì mattina ha fatto visita al picchetto di lavoratori in sciopero, davanti ai cancelli della fabbrica, la senatrice della Lega, Valeria Alessandrini, insieme ai consiglieri comunali Federico Brizi, Giulia Silvani e Marco Cozza. Sul tema è intervenuta anche l’onorevole Barbara Saltamartini, segretario provinciale Lega Terni. «Stiamo seguendo la questione Treofan con attenzione e da molto vicino – spiega una nota congiunta -. L’annuncio di Jindal di voler cedere lo stabilimento rappresenta un campanello di allarme che non dobbiamo sottovalutare. È in gioco il destino di 150 famiglie e i livelli produttivi di alta qualità che negli anni hanno contraddistinto non solo la città di Terni, ma l’Umbria intera. Dalla parte della Lega l’impegno è totale, fin da subito ci siamo mossi per tutelare il futuro del sito ternano attraverso le azioni messe in campo dal Comune di Terni e in particolare dalla Regione Umbria, oltre all’impegno profuso a livello nazionale come la recente presa di posizione di Matteo Salvini che continua a interessarsi della questione. Ora spetta al ministero dello sviluppo economico e più in generale al governo Conte, abbandonare la posizione attendista finora intrapresa con scarso successo e fare la propria parte, convocando al tavolo nazionale la proprietà indiana dalla quale ci aspettiamo non le solite promesse, ma risposte chiare e concrete sul futuro del sito ternano. Vogliamo sapere cosa è stato fatto in questi mesi e da quali elementi è supportata la decisione di vendere lo stabilimento giudicato da più parti ‘profittevole’. La città – conclude la Lega – merita risposte e continueremo a lavorare affinché emerga un quadro più chiaro della situazione».

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