Treofan, annunciata la chiusura: «Terni e l’Umbria prese in giro»

L’annuncio giovedì pomeriggio durante la ‘call’ convocata dal Mise. Reazioni durissime di istituzioni, sindacati e politica

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di F.L.

La doccia fredda, purtroppo attesa, è arrivata giovedì pomeriggio durante la call convocata dal ministero dello sviluppo economico: la Treofan è destinata alla chiusura attraverso la messa in liquidazione della società.

Il Mise: «Scontro istituzionale. Metteremo in campo ogni azione possibile»

Non usa mezzi termini Alessandra Todde, sottosegretario del Mise: «Non rispettare e mentire alle istituzioni è molto grave e questa vostra presa di posizione verrà perseguita con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Ad agosto siamo riusciti a raggiungere un accordo fra le parti, interrompendo anche uno sciopero che andava avanti da settimane, ma con questa vostra scelta ingiustificabile avete preso in giro il Paese, il governo e tutti i lavoratori. Dopo otto mesi di trattative, voltare le spalle alla storia industriale della città e a tutte le aziende che operano nel polo ternano, che hanno espresso da subito tutta la loro preoccupazione, è un danno enorme. Durante le interlocuzioni, che sono state continue, abbiamo riscontrato da parte dell’azienda numerose scuse e diversi tentativi di sviare le regole. In Italia non si lavora in questo modo – afferma la Todde -, non si calpestano le istituzioni. Inoltre, confermo che il governo adopererà qualsiasi mezzo possibile per evitare che l’azienda si muova in questa direzione. Confermo che sarò verificato il corretto uso della Cassa Covid-19, ovvero non ci siano stati volutamente spostamenti di ordini in altri stabilimenti del gruppo che abbiano determinato la riduzione della produzione. Il Mise chiede di mantenere aperto il dialogo e se l’azienda non vorrà fare un passo indietro in merito alla messa in liquidazione annunciata, ne prenderemo atto. Le istituzioni italiane – prosegue il sottosegretario -, a livello nazionale, regionale e locale sono compatte su questo caso e procederanno in maniera uniforme. Bisogna trovare rapidamente soluzioni per Terni e per i lavoratori e questa scelta intrapresa comporta uno scontro istituzionale, calpestando completamente le aperture al dialogo proposte anche nei giorni passati. Ho chiesto all’azienda la possibilità di trovare un percorso condiviso per trovare una soluzione che non contempli la liquidazione, ma una strada alternativa che non conduca l’azienda a scontrarsi frontalmente con le istituzioni e le organizzazioni sindacali. Il tavolo rimane aperto fino a quando l’azienda non darà una risposta definitiva sul percorso che vuole intraprendere».

«IL LORO SCOPO ERA CHIUDERE. BASTA SCIACALLAGGIO» – VIDEO

La Regione: «Presa in giro per istituzioni e lavoratori»

Dura la presa di posizione dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Michele Fioroni: «L’annuncio della chiusura del sito di Terni – afferma – è una volgare mancanza di rispetto per il Paese, per la Regione Umbria, per la città di Terni e per tutti quei lavoratori che stanno rischiando il posto di lavoro. Dopo otto mesi di trattative non si può prendere in giro la storia industriale della città, la competenza produttiva nel settore chimico e tutte le aziende che operano nel polo ternano, che hanno espresso da subito tutta la loro preoccupazione. Non è ammissibile un atteggiamento di questo tipo – conclude Fioroni – dopo che ci siamo impegnati a sostenere con i nostri strumenti l’ipotesi di sviluppo industriale dello stabilimento in questione. Ci opporremo in ogni sede e con ogni mezzo anche legale, in sintonia con il ministero, a questa decisione».

Verini (Pd): «Colpire ogni violazione»

Così il parlamentare e commissario del Pd Umbria, Walter Verini: «Abbiamo toccato con mano, nell’incontro di oggi al Mise, la gravissima irresponsabilità dell’atteggiamento del rappresentante del gruppo Jindal sulla vertenza Treofan di Terni. Dopo l’accordo dell’estate, dopo gli impegni assunti davanti ai lavoratori e sindacati, davanti al governo del Paese e alle istituzioni umbre, il gruppo multinazionale ha adottato un comportamento offensivo, inaccettabile, violando intese, accordi, impegni. Il governo, con la sottosegretaria Todde, ha rappresentato con forza e dignità gli interessi dei lavoratori, del polo chimico ternano, del Paese. Ora non può essere consentito alla multinazionale di fuggire dalle proprie responsabilità, liquidando l’azienda. Ora – afferma Verini – è necessario colpire ogni violazione e garantire in ogni modo una continuità e aprire una fase che consenta di trovare soggetti imprenditoriali finalmente seri che garantiscano la continuità produttiva e occupazionale e insieme la piena tutela dei lavoratori. Come parlamentari umbri daremo tutto il supporto possibile».

Ugl Chimici: «Il governo nomini un advisor per la vendita dello stabilimento»

«In questi due anni – ha detto nel suo intervento al Mise l’esponente della segreteria nazionale del sindacato Ugl Chimici, Enzo Valente – abbiamo osservato il disinteresse del management e denunciato lo spostamento delle commesse verso altri stabilimenti, motivo per cui questo annuncio oggi non ci sorprende. Apprezziamo la presa di posizione del Mise che ha deciso di rifiutare la messa in liquidazione e le posizioni di Regione e Comune che hanno ben sottolineato come il gruppo indiano abbia acquisito in Italia know-how, abbia preso fondi pubblici, e poi chiuso due stabilimenti come Battipaglia e Terni. Occorre ora verificare la legittimità di tutte queste operazioni. Il governo assuma il comando della situazione nominando un advisor per la vendita libera dello stabilimento anche a concorrenti del settore. È questa la soluzione migliore per mantenere l’attività produttiva sul territorio di Terni e salvaguardare i livelli occupazionali. Pretendiamo che su Terni si continui a fare impresa e auspichiamo che Kaufmann e la proprietà mostrino il senso di responsabilità sociale non avuta in questi due anni».

Uilm: «Cambiare atteggiamento verso le multinazionali»

«Nella serata di oggi – le parole del coordinatore regionale Uilm, Simone Lucchetti – è arrivata la terribile notizia della chiusura della Treofan di Terni. Tutta la Uilm di Terni in un giorno di lotta contro l’arroganza di Federmeccanica per l’irresponsabile volontà di non condividere un giusto rinnovo contrattuale per la categoria, esprime grande solidarietà per tutti i lavoratori della Treofan ai quali gli viene negata la possibilità di avere un futuro ed avere dignità. La Uilm di Terni crede che in un territorio martorizzato e deturpato dalle scellerate scelte delle multinazionali, oggi ritiene che l’atteggiamento nei loro confronti da parte di tutti deve cambiare e che si debba chiamare a responsabilità tutti e tutte le forze politiche regionali e nazionali per la salvaguardia di un tessuto industriale che pezzo dopo pezzo sta perdendo realtà importanti. Oggi il governo centrale deve dimostrare la propria autorità e tutelare un Paese da chi, da tempo, lo sta utilizzando come supermarket delle produzioni. Basta con lo smantellamento industriale di questo Paese. La Uilm di Terni rispetto a ciò ed a quello che alla Treofan sta succedendo manifesta la massima disponibilità ed il massimo sostegno per affrontare questo difficile momento».

«SVUOTATO QUESTO SILOS, NON RESTA PIÙ NULLA» – VIDEO

La protesta di giovedì mattina

In mattinata i lavoratori avevano già espresso tutta la loro rabbia ed esasperazione nel corso dell’assemblea davanti alla fabbrica. Poi in corteo, attraversando il polo chimico, avevano raggiunto i cancelli di piazzale Donegani e in via Narni occupato per un paio di volte per una decina di minuti la strada, rallentando il traffico. «Il Mise oggi prenda una posizione netta e chiara – l’appello partito da sindacati di categoria e rsu durante l’assemblea -, non possiamo accettare nuovi rinvii, sarebbe come dire chiudiamo il sito. Vogliamo invece che Treofan rimanga e continui a svilupparsi, altrimenti venga nominato un advisor che permetta continuità produttiva con altri soggetti».

Possibili azioni legali

Tra le ipotesi avanzate da sindacati, rsu e lavoratori anche quella di attivare azioni legali contro la proprietà Jindal, che continua a spostare materie prime e ordini verso altri stabilimenti, mentre percepisce fondi statali ed europei. All’assemblea presente, tra vari politici, anche il sindaco Leonardo Latini. «Porto la vicinanza delle istituzioni e dei cittadini, se ci sono gli strumenti per un cambio di proprietà seguiamo questa strada» ha detto.

La lettera di Latini a ministero e governo

Il sindaco ha intanto inviato una lettera al Mise e governo in cui sottolinea che «il comportamento posto in essere in queste settimane dalla proprietà appare inaffidabile e inadeguato in riferimento agli obiettivi primari che sono stati ribaditi dai lavoratori, dai loro rappresentanti e dalle istituzioni: ovvero la continuità e il rafforzamento del sito produttivo ternano nell’ambito di un piano industriale serio e concreto». A detta del primo cittadino «la proprietà sta ponendo in essere un comportamento irrispettoso in primo luogo verso i lavoratori che ne pagano le conseguenze dirette, ma anche nei confronti delle istituzioni che da sempre hanno seguito questa vicenda e si sono sedute ai tavoli con la proprietà stessa o con i suoi delegati, fornendo ampie disponibilità di collaborazione, non ultima quella dell’assessore regionale Fioroni». «Non è possibile – continua la lettera – che multinazionali come Jindal possano avvantaggiarsi in alcune fasi delle professionalità e delle potenzialità di siti industriali italiani, giovandosi anche di sostegni economici nazionali o regionali, per poi pensare di scaricare i territori, reputando di non avere obblighi verso le comunità locali di riferimento. Per questo, come sindaco di Terni, avendo seguito la vicenda della Treofan dal 2018, chiedo al governo, tramite il Mise, verificato il disinteresse di Jindal per il sito ternano, di controllare la legittimità delle azioni poste in essere dalla multinazionale e di guidare un processo di vendita verso un acquirente in grado di porre in essere una seria politica industriale per il sito ternano. Allo stesso tempo ribadisco la strategicità di Treofan nell’ambito delle politiche industriali di medio e lungo periodo per la nostra regione, per un possibile e auspicabile rilancio del polo chimico ternano, anche in un’ottica di economia verde. Ricordo – conclude il sindaco Latini – che il territorio ternano, fortemente connotato dalla presenza di industrie, è in uno stato di crisi molto pesante, aggravato dagli effetti dell’attuale pandemia, e non può permettersi di soggiacere a giochi economico-finanziari sulla pelle dei lavoratori e a discapito delle possibilità di sviluppo della città stessa».

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