Treofan, lavoratori in assemblea permanente

Sindacati e Mise attendono le mosse di Jindal dopo l’annuncio della messa in liquidazione. Sopralluogo dei tecnici Arpa sull’ambiente

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di F.L.

Dopo la doccia fredda di giovedì, con l’annuncio della Jindal della chiusura dello stabilimento attraverso la messa in liquidazione della società, venerdì mattina è iniziata davanti alle portinerie automezzi della Treofan di Terni l’assemblea permanente dei lavoratori, supportata da segreterie provinciali e regionali e rsu di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici. Una nuova mobilitazione decisa in attesa di conoscere le nuove mosse della proprietà, invitata a dare ulteriori risposte al tavolo che rimane ancora aperto in sede Mise. L’intento di istituzioni e sindacati è quello di avviare un percorso di cessione e quindi di ripresa delle attività dello stabilimento, piuttosto che una messa in liquidazione tout court, che non lascerebbe speranze a circa 150 famiglie.

TREOFAN: «TERNI E UMBRIA PRESE IN GIRO»

Scontro aperto

Le prossime ore saranno cruciali per capire se l’azienda continuerà unilateralmente per la sua strada, nominando un liquidatore della società e dando inizio ad un percorso che ha un termine di 75 giorni. Ma a quel punto le strutture legali delle organizzazioni sindacali sarebbero già pronte ad agire di conseguenza, anche perché – viene sottolineato – non ci sarebbero al momento le condizioni per aprire la procedura di liquidazione: servono due anni di bilanci in rosso (a Terni lo sono solo dallo scorso luglio, dopo lo spostamento degli ordinativi) o una situazione tale da configurare il pre-fallimento. Intanto sempre venerdì in fabbrica si sono presentati alcuni tecnici dell’Arpa, probabilmente per una verifica della situazione ambientale del sito, dove tengono banco la questione dello smaltimento dei rifiuti e della depurazione delle acque.

Le segreterie nazionali: «Operazione chiara sin dall’inizio»

Sulla vertenza sono intervenute venerdì mattina le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. «La vicenda Treofan – scrivono – è giunta all’epilogo finale. Dopo tante farse, bugie, dichiarazioni non rispondenti alla realtà Manfred Kauffman è stato costretto a svelare la vera natura dell’acquisizione del gruppo Treofan da parte della multinazionale indiana Jindal. In virtù di una trimestrale in rosso, peraltro tutta da dimostrare, ai tempi del Covid, ha confermato la volontà degli azionisti di cessare l’attività dello stabilimento e di avviare la liquidazione dell’azienda. L’azienda ha dichiarato di avere assunto una decisione ‘irrevocabile’ e assolutamente necessaria viste le difficoltà di mercato ed economiche che hanno investito il gruppo e tutti gli stabilimenti europei. Altro non è, invece, che l’epilogo finale di chi ha acquisito il gruppo per togliere di mezzo un concorrente scomodo dal mercato e accaparrarsi la clientela. Un’operazione chiara fin dall’inizio, denunciata da subito dalle organizzazioni sindacali, che ha visto dapprima la chiusura dello stabilimento di Battipaglia, lo svuotamento di prodotti e clienti, del know how, delle materie prime; ha visto la cancellazione di prodotti e la sostituzione degli stessi con altrettanti a marchio Jindal, il trasferimento degli ordini agli altri stabilimenti del gruppo».

«Approfondimenti in corso su finanziamenti e cassa Covid»

Per le tre sigle sindacali l’accordo del 10 agosto «ha avuto il merito di fare svelare la vera natura dell’azienda a tutti gli interlocutori istituzionali». «La disponibilità dei lavoratori di dimostrare la propria capacità di produrre – continuano -, la volontà di accettare di alternare lavoro e ammortizzatori sociali, la disponibilità di congelare la protesta in favore della collaborazione e del dialogo, sono stati ancora una volta oggetto di sbeffeggiamento e tradimento da parte aziendale e nessuno dei punti qualificanti dell’accordo sono stati realizzati. Le continue denunce, anche dettagliate, delle organizzazioni sindacali hanno messo in luce le contraddizioni a partire dai fondi comunitari ricevuti nel nostro Paese, la penalizzazione economica e produttiva per lo stabilimento di Terni della società controllata Treofan, in favore della controllante Jindal e degli altri stabilimenti del gruppo; la richiesta della cassa per Covid contestualmente allo spostamento degli ordinativi di prodotti dallo stabilimento. Una serie di fatti che saranno finalmente approfonditi, in una chiara unità di intenti delle organizzazioni sindacali e le istituzioni».

«Rischio per tutto il polo chimico»

«È stato denunciato – concludono Filcte, Femca e Uiltec – anche il rischio per le altre aziende del polo che si intrecciano nei servizi con Treofan, che a seguito del fermo delle produzioni della stessa, rischiano di compromettere la continuità produttiva. Un tema su tutti quello relativo alla depurazione delle acque reflue che oltre alla criticità delle altre aziende rischia di creare un problema ambientale per la cittadinanza ternana. Le organizzazioni sindacali hanno inoltre fortemente contestato alla Treofan la modalità di chiusura delle attività produttive con la messa in liquidazione dell’azienda, in quanto questa non consentirebbe di accedere agli strumenti di ammortizzatori sociali e chiuderebbe la strada a possibilità di reindustrializzazione del sito per una continuità produttiva ed occupazionale. Le organizzazioni sindacali unitamente alle istituzioni hanno invitato l’azienda ad un ripensamento ed intraprendere percorsi diversi che possano consentire con certezza la possibilità di accedere alla cigs senza i licenziamenti ed intraprendere la strada della cessione del sito avvalendosi di un advisory per una reindustrializzazione del sito».

Parlamentari Lega: «Una sceneggiata irresponsabile. Ora Governo e Mise si sveglino»

Sulla questione intervengono anche i parlamentari umbri della Lega, attraverso una nota congiunta a firma di Virginio Caparvi, Riccardo Augusto Marchetti, Stefano Lucidi, Valeria Alessandrini, Barbara Saltamartini, Luca Briziarelli e Simone Pillon. «Gelida come un vento che arriva dal nord Europa – scrivono – è arrivata la notizia di una decisione che Manfred Kaufman, CEO di Jindal Films Europe che controlla Treofan Italia, ha già dichiarato come irrevocabile. Il sito di Terni è in liquidazione, anche se le lettere di licenziamento non partiranno subito. Sono queste le parole offensive che abbiamo ascoltato durante la teleconferenza organizzate dal Mise sulla vicenda del sito industriale ternano. Il motivo della scelta appare evidente: arraffare una quota di mercato ed eliminare un eventuale futuro concorrente. Quindi non vendere, ma chiudere. Tra le pieghe della discussione molto accesa ieri – affermano i parlamentari leghisti umbria -, il CEO Kaufmann si lascia scappare che è stato già nominato il funzionario liquidatore e che, a partire da una relazione giuridica analizzata, hanno ben chiaro lo scenario sia politico che giudiziario al quale vanno incontro. Ma loro tirano dritto lo stesso, lasciando lavoratori e famiglie nel dubbio di non sapere neanche a quale tipo di ammortizzatore sociale avranno diritto da qui a Natale, nonostante una decisione scellerata presa da chissà quanto tempo. La sceneggiata è accompagnata infine da una nota tecnica, Treofan chiude la trimestrale in rosso e quindi è costretta a liquidare. Una trimestrale in rosso dopo 10 mesi di coronavirus in tutto il mondo. Una presa in giro per ogni manager d’azienda degno di questo nome. È evidente che questa proprietà vada fermata, come detto ieri in riunione, con ogni mezzo a nostra disposizione. E così faremo. Chiederemo al governo e al ministero dello sviluppo economico di uscire dal torpore degli ultimi anni, evitando di ripetere sempre le stesse soluzioni, annunciate da mesi e mai messe in pratica. Occorre trovare delle soluzioni alternative, sia di carattere economico che politico-istituzionale, che difendano gli interessi a questo punto non soltanto dei lavoratori e delle loro famiglie ternane, ma degli italiani tutti».

Cipolla (Cgil Terni): «Considerare l’intervento di Cdp»

Per Claudio Cipolla la decisione è «ingiustificata e scandalosa, tanto più alla luce strategicità dei prodotti, che, anche viste le normative sanitarie per l’emergenza in atto, hanno un mercato ancor più favorevole. La Cgil di Terni ritiene che il tempo delle passerelle – prosegue il segretario – e dei buoni propositi sia terminato. Non ci interessa chi aveva ragione o torto, ma che la comunità tutta, insieme al Governo, acceleri un processo finalizzato ad individuare un partner che voglia investire su Terni, con un piano industriale serio che rilanci le produzioni e garantisca l’occupazione. Va presa in considerazione anche una partecipazione da parte di Cassa depositi e prestiti. Il potenziale di Treofan e le possibili sinergie con le altre aziende presenti all’interno del polo chimico – conclude rappresentano una opportunità che speriamo sia colta nell’ottica dello sviluppo del sito integrato e della sostenibilità delle produzioni».

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