Treofan: «No ad una mera operazione finanziaria»

Meloni e Paparelli (Pd) chiamano in causa la Regione: «Dica se vuole difendere la continuità produttiva»

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Ancora nessuna convocazione, né aggiornamento ufficiale, in merito alla vertenza Treofan da parte del ministero dello sviluppo economico, mentre si avvicina la fine del mese di maggio, indicato come termine per l’analisi delle due offerte giunte per la reindustrializzazione del sito. A ‘pesare’ sull’unica che garantirebbe una continuità produttiva e una più ampia garanzia occupazionale – la via ‘lituana’ – è come noto il veto di Jindal rispetto alla cessione dei macchinari presenti nel sito. Ecco dunque che, senza un pressing politico forte da parte del Governo verso la multinazionale indiana, l’offerta che al momento appare più ‘concreta’ in termini di realizzazione è quella della Hgm, holding specializzata in servizi per le telecomunicazioni, su cui sarebbero in corso approfondimenti ministeriali.

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Ancora preoccupazione

Sulla questione, che chiedere che «sul futuro degli stabilimenti Treofan si consumi una mera operazione finanziaria» sono in maniera congiunta la capogruppo Pd in Regione Simona Meloni e il portavoce della minoranza Fabio Paparelli. «La Regione esca allo scoperto e dica se intende o meno difendere concretamente la continuità produttiva, nonché i livelli occupazionali, a tutela del polo chimico ternano e del suo sviluppo». «Il rischio da scongiurare – aggiungono – è quello di una cessione degli stabilimenti completamente scollegata dal contesto produttivo di quell’area che potrebbe portare ad un’emergenza occupazionale. Ad oggi è ancora elevato il livello di preoccupazione per il futuro del sito e per i tanti lavoratori impiegati. Si rende pertanto sempre più necessario e urgente tutelare anche in futuro la produzione e scongiurare chiusure definitive o delocalizzazioni».

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Regione faccia la sua parte

«Dopo due anni dall’inizio della vertenza Treofan – ricordano Meloni e Paparelli – e dopo un anno di cassa integrazione straordinaria, non si hanno ancora notizie rassicuranti sulla risoluzione della crisi, né sono chiari i progetti di rilancio sul tavolo ministeriale. Non è altrettanto chiaro se la Regione ha dato o meno seguito all’interlocuzione avviata con Novamont circa il piano Sustainable valley, sia in termini di investimenti che di infrastrutture da realizzare nel Polo chimico ternano». «A tal fine – concludono – è fondamentale che la Regione porti avanti tutte azioni concrete e utili affinché la scelta sull’eventuale nuovo soggetto imprenditoriale verta su chi ha davvero un progetto in grado di garantire un nuovo modello di sviluppo, investimenti per l’ammodernamento degli impianti, e, allo stesso tempo, dia garanzie sulla continuità produttiva, dato che parliamo di un’eccellenza produttiva umbra, di un sito all’avanguardia per la qualità della manodopera e per il prestigio del suo storico marchio, nonché a tutela dei livelli occupazionali».

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