Treofan: «Non si avalli il ‘delitto perfetto’ di Jindal»

Sergio Cardinali (Filctem Cgil): «Ci sono due settimane per trovare l’accordo. La proposta attuale serve solo all’azienda per mettersi al sicuro sul piano legale»

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di Sergio Cardinali
Segreteria nazionale Filctem Cgil

Sergio Cardinali

Mancano pochi giorni fa alla fine della procedura di liquidazione della Treofan e le posizioni sono ancora molto distanti. Può essere considerata un’apertura al dialogo quella espressa dal liquidatore della società durante gli ultimi incontri ministeriali, ovvero la conclusione con un accordo e la concessione di una cassa integrazione guadagni straordinaria di 9 mesi. Se però la consideriamo nel contesto delle richieste aziendali avanzate al tavolo, ovvero la firma dei lavoratori sull’accettazione del licenziamento, adesso per la fine del periodo di Cigs, e nessun impegno dell’azienda ad alcun processo di reindustrializzazione, ci accorgiamo che diventa una falsa apertura. Diventa un modo per l’azienda per liberarsi dai problemi legali che potrebbero aprirsi dopo il licenziamento dei lavoratori in cui sarebbero chiamati a rispondere di tutte le alchimie messe in campo in questi anni per ‘uccidere’ la concorrente scomoda. Insomma, accettando la proposta attuale avalleremo il ‘delitto perfetto’. Il Mise e la sottosegretaria Todde sono stati messi al corrente dell’esito negativo della prima riunione e della necessità di continuare in parallelo con le azioni legali intraprese, stessa cosa faremo come organizzazioni sindacali fino a quando l’accordo non diventerà lo strumento per rilanciare l’attività dello stabilimento, garantendo l’occupazione ai lavoratori e favorendo lo sviluppo del polo chimico ternano.

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