«Turismo religioso consolidato. Ma si può fare tanto di più»

Assisi – Federica Gasparrini, capolista di ‘Cambiamo’ a sostegno della candidatura di Cosimetti: «Qui c’è un potenziale ignorato per troppo tempo»

Condividi questo articolo su

di Federica Gasparrini
Coordinatrice comunale e capolista di ‘Cambiamo’ ad Assisi

In linea con quanto pubblicato dal coordinatore di FI Leonardo Paoletti in data 26 luglio e con quanto da me già esposto durante la conferenza con il candidato sindaco unitario per il centrodestra Marco Cosimetti il 19 luglio, il mio impegno concreto per Assisi, in caso di vittoria alle prossime elezioni amministrative, sarà quello di ricercare e poi promuovere nelle sedi competenti (oggi prevalentemente internazionali ed extraeuropee quali Stati Uniti, Russia, Cina, India e Giappone) nuove offerte turistico-culturali che sappiano convogliare nella Città Serafica – e nelle sue non meno suggestive frazioni – ospiti nuovi e diversi rispetto ai pellegrini del già consolidato circuito turistico-spirituale legato a San Francesco.

La crisi pandemica ha inevitabilmente aperto scenari inconsueti per il nostro sistema economico a cui dobbiamo dare rapidamente un nuovo e positivo corso. Il limitarsi a conservare il già esistente ha iniziato a mostrare la sua inefficienza, tanto più che i pellegrini – come si è appurato negli ultimi anni – vengono intercettati in misura sempre crescente dalle numerose strutture religiose sparse nel territorio e deputate all’accoglienza. Una ragione di più per ascoltare le giuste istanze di tutte le categorie legate al turismo, dagli albergatori alle guide turistiche, ai ristoratori. Anzitutto, sarà necessario ‘spalmare’ questi nuovi potenziali flussi turistici nel periodo storicamente ‘morto’ per il turismo assisiate, soprattutto quello invernale o – per intenderci – quello non compreso tra la Festa del Perdono e quella del Transito, con ogni vantaggio in termini di ricadute occupazionali di tutto l’indotto.

Per fare questo bisognerà allora valorizzare al meglio l’Assisi pre e post medioevale, uscendo – ma senza snaturare l’essenza della nostra città – dall’unico e consueto binomio Assisi-Medioevo, che rischia peraltro di essere soggetto alle altalenanti mode del momento. Assisi non si è estinta nel Medioevo ma, anzi, ha continuato a vivere e a dare i suoi frutti in termini culturali e storico-artistici anche nei secoli successivi con personalità come Dono Doni, Cesare Sermei, Giacomo Giorgetti. Figure che andrebbero maggiormente valorizzate e fatte conoscere anche al grande pubblico, con inevitabili seppur indirette ripercussioni sul mercato antiquario nazionale e internazionale, che – ricordiamolo – ha avuto a lungo in Assisi un importante punto di riferimento nella Mostra Mercato dell’Antiquariato, a cui dovremmo dare nuovo lustro. Nelle mie intenzioni, c’è tuttavia la volontà di organizzare una proposta turistica ragionata e che abbia in sé una coerenza oggettiva e duratura, senza disperdere energie e risorse in singoli eventi a spot che rischierebbero di lasciare le cose così come sono e che sarà oggetto di una mia prossima riflessione.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli