di Daniele Francescangeli
Segretario della Ugl di Terni
La crisi continua a corrodere l’economia del territorio Ternano causando, tra l’altro sempre più evidente lo spettro del lavoro nero.
Il binomio “più incertezze, più lavoro irregolare” potrebbe sembrare paradossale: ma dal nostro punto di vista dell’ultimo anno fanno emergere un incremento delle irregolarità legate anche a possibili “risparmi” sul costo del lavoro che inevitabilmente sconfinano nei ritardi o peggio mancati pagamenti degli istituti contributivi.
Basta con le promesse non mantenute e i soliti slogan da campagna elettorale, servono piani pluriennali con fasi e risorse chiare e definite per avviare opere infrastrutturali per le aziende, rimettere in moto un programma di manutenzione del territorio e di riqualificazione dei centri urbani e delle periferie, senza lasciare che la crisi costituisca un alibi per attaccare tutele e diritti che con gli anni abbiamo conquistato.
Il nostro territorio ha bisogno di lavoro e di risorse per far ripartire i cantieri e dare stimolo a verticalizzazioni nell’indotto delle grandi aziende che ancora resistono nella nostra provincia.
Per la UGL bisogna tener conto dell’altra faccia della medaglia: c’è la necessità anche di riconoscere alle aziende grandi e piccole che rispettano le regole agevolazioni e incentivi che favoriscano la qualificazione e le assunzioni, per questo occorre rafforzare la lotta alle violazioni e al non rispetto delle leggi.
La situazione del pagamento dei compensi dovuti a queste imprese, specie da parte degli enti territoriali pubblici, in Italia sembra essere peggiorata rispetto agli anni passati, causando seri problemi di liquidità alle imprese. Sarebbe necessario da parte di tutti questi enti avviare una seria discussione per arginare questa piaga, ad esempio modificando le leggi sugli appalti!
La forte destrutturazione avvenuta nel settore delle multinazionali della provincia Ternana ad opera della crisi, ma anche a scelte geopolitiche portano alla riconfigurazione del mercato Nazionale, da ciò scaturisce con un inevitabile aumento del lavoro irregolare e non sicuro, che gli interventi del governo Nazionale a nostro parere non hanno saputo arginare indebolendo quei pochi strumenti di diritto che con l’applicazione del jobs act minano regolarità e qualità.
Oggi riscontriamo che, maggiormente sulle aziende di servizi , cooperative ed edili, vengono applicate una babele di contratti tutti più o meno onerosi ma sopratutto non adatti a tutelare le molteplici complessità che caratterizzano la reale applicazione dei loro servizi. Siamo di fronte a un imponente “dumping contrattuale” che mette a rischio l’intero sistema di salvaguardia sociale tipico dei settori citati e va assolutamente migliorato per garantire un lavoro dignitoso a tutti i lavoratori e chi con sacrificio ancora oggi fa impresa.
La UGL Provinciale evidenzia come per i lavoratori “dell’indotto” sia pericoloso quando qualche fetta di politica critica aziende che con sofferenza e soprattutto nel rispetto della contrattazione ancora puntano alla legalità e alla vocazione di restare nel nostro territorio, soprattutto in un momento di criticità economica come questo che stiamo attraversando .
È quindi indispensabile una correzione dell’attuale sistema lavorativo e contributivo a favore dei lavori che realmente siano pesanti ed usuranti , che porti, specialmente per queste tipologie, all’anticipazione del pensionamento per i lavoratori interessati a possibili soluzioni ben legiferate.
L’Italia, ma soprattutto questo territorio, non si ricostruisce se chi comanda non ha come obbiettivo il lavoro e i diritti dei lavoratori, cosi facendo non ci sarà futuro!!