Umbria, ‘aree interne’: «Azione sinergica»

Un incontro a Montecchio tra la prima commissione consiliare regionale e i sindaci dell’orvietano: «Pronti 1 miliardo 586 milioni di euro per il rilancio e lo sviluppo»

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Piccoli Comuni che lavorano per migliorare la loro offerta di servizi per dare risposta ai cittadini, al fine di evitare lo spopolamento e di rilanciare un’economia che provi a dialogare anche con le regioni confinanti. La prima commissione consiliare della Regione Umbria, presieduta da Andrea Smacchi, si è riunita mercoledì mattina nella sala del consiglio comunale di Montecchio, per un confronto con i sindaci dei Comuni dell’area interna dell’orvietano.

Il territorio Alla riunione ha preso parte anche il vicepresidente Fabio Paparelli, che ha illustrato le misure regionali integrative del sostegno per l’inclusione attiva (Sia). Tra i commissari Raffaele Nevi (Forza Italia), Valerio Mancini e Emanuele Fiorini (Lega Nord) e Maria Grazia Carbonari (M5S). Oltre al sindaco di Montecchio, Federico Gori, erano presenti anche i sindaci di Orvieto, Guardea, Allerona, Lugnano in Teverina, Porano, Ficulle, Parrano, Alviano, Penna in Teverina, oltre ai vicesindaci di Giove e di Attigliano. Si è parlato dei problemi del territorio, di prospettive e di sviluppo. Dagli interventi sono emerse le numerose difficoltà dell’area, dallo spopolamento alla carenza dei servizi, dalla mancanza di occupazione all’invecchiamento demografico, dalle strade colabrodo alla banda larga, fino alla sanità.

Paparelli Smacchi GoriI fondi Il presidente Smacchi, nell’introdurre i lavori, ha spiegato come quella di mercoledì sia stata «la seconda riunione itinerante della commissione, dopo Castiglione del Lago. Qui affrontiamo i problemi legati alle aree interne e all’utilizzo delle risorse della programmazione comunitaria. La strategia delle aree interne è essenziale, ma dobbiamo lavorare insieme. Da qui al 2020 abbiamo a disposizione 1 miliardo 586 milioni di euro della programmazione comunitaria, di cui 700 dell’Unione europea, 500 dallo Stato e 238 dalla Regione. Risorse che devono servire per il rilancio e lo sviluppo dell’Umbria». Nella precedente programmazione «abbiamo avuto un effetto leva da 7 a 10 volte rispetto ai fondi pubblici investiti. Quindi, se saremo bravi, riusciremo a mettere in circolo circa 10 miliardi nei prossimi 5 anni, incrementando il nostro Pil di circa il 10% l’anno. Il problema è il cofinanziamento, ma stiamo studiando strumenti per i problemi legati al credito. Serve confronto e concretezza per velocizzare la pubblica amministrazione, migliorare i servizi e recuperare risorse».

federico goriI problemi I sindaci hanno evidenziato le numerose difficoltà del territorio, dallo spopolamento alla carenza dei servizi, dalla mancanza di occupazione all’invecchiamento demografico, dalle strade colabrodo alla banda larga fino alla sanità. Dagli interventi è emersa l’importanza dell’area interna, le cui risorse e i progetti saranno fondamentali per mettere in rete i servizi e per agire sulle criticità, a partire dalla necessaria sinergia sul turismo, sulle politiche dei trasporti e sulla rete scolastica. E per gestire in maniera omogenea le emergenze del territorio. In molti hanno sottolineato le difficoltà di amministrare i territori marginali, definiti dal sindaco di Montecchio, Federico Gori, «aree interne delle aree interne. La strategia delle aree interne è rappresentativa di questi territori e la bozza su cui stiamo lavorando delinea un’ancora di salvataggio».

Favorire lo sviluppo I piccoli comuni, è stato detto, «hanno storia, tradizioni e patrimoni che affascinano i turisti. Questo territorio è un punto strategico perché è la porta sul Lazio. Dobbiamo incentivare il turismo verde e puntare sullo sviluppo sostenibile che deve avere una regia regionale». Molti interventi hanno sottolineato che «se si vuole puntare sull’area interna, soprattutto dopo il fallimento delle fusioni tra comuni, bisogna mettere insieme le funzioni e i servizi, così da favorire lo sviluppo». Il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani, ha sottolineato come grazie all’area interna «20 comuni hanno imparato a lavorare insieme, facendo massa critica dal punto di vista istituzionale, e puntando su asset precisi, come il distretto turistico degli etruschi. L’area interna è una grande opportunità anche per rispondere alla crisi».

Il dibattito Raffaele Nevi (FI) ha sottolineato come i soldi ci siano, «il problema è riuscire a spenderli bene e in fretta. Per questo sono fondamentali la progettazione, le idee e relazioni. Anche per attrarre nuovi investitori». Valerio Mancini (Lega nord), riprendendo la sollecitazione di Maria Antonietta Selvaggia, la responsabile del centro antiviolenza l’Albero di Antonia, che chiedeva la possibilità di alloggiare le donne maltrattate che devono uscire da casa, ha detto: «Se il prefetto trova posto a 50 immigrati deve trovar posto anche a delle madri che hanno subito violenza». Il vicepresidente Fabio Paparelli ha ricordato la necessità di «chiudere rapidamente la transizione di carattere istituzionale, anche per i servizi pubblici e le partecipate. L’Agenda urbana e le aree interne hanno un primo elemento positivo nel costringere Comuni e Regione alla coprogettazione. Le aree interne riusciranno a contribuire a ridisegnare nuovi scenari di sviluppo della regione. Il nodo fondamentale dell’Umbria è creare lavoro e sviluppo. Abbiamo 60 milioni di euro per promuovere l’occupazione e abbiamo messo a disposizione 13 milioni di euro per portare la banda larga in tutte le aree industriali della nostra regione».

Sia Paparelli ha poi illustrato le misure regionali messe in campo per il sostegno al Sia (Sostegno di inclusione attiva). «E’ una misura nazionale di contrasto alla povertà, che prevede la predisposizione per i beneficiari di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa, sostenuto dall’offerta di servizi alla persona. Il Sia introduce il principio di ‘universalismo selettivo’ nell’accesso, secondo criteri di valutazione della condizione economica in base all’Isee». A livello nazionale le risorse complessive «ammontano per il 2016 a 760 milioni di euro, un miliardo in più è invece previsto per il 2017. In Umbria verranno assegnati circa 8 milioni 373 mila euro di cui potranno beneficiare oltre 6 mila 360 nuclei familiari con figli minori. Per il 2017 i fondi saranno invece pari a 11 milioni 18 mila euro».

 

 

 

 

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