Umbria, caos asili e scuole infanzia: si va al Consiglio di Stato

Il decreto cautelare del Tar ha stravolto la situazione: la maggior parte dei sindaci ha firmato ordinanze per mantenere la chiusura. La Regione intanto fa ricorso

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Ennesimo caos in salsa umbra in periodo pandemico. Il decreto cautelare del Tar Umbria – firmato sabato mattina dal presidente Raffaele Potenza – cambia le carte in tavola in merito ai nidi e alle materne sul territorio regionale: «Riaprire da lunedì», l’input del Tribunale amministrativo. Sospensiva accettata, incertezza tra i sindaci, intervento dell’Anci e, in sostanza, ognuno decide per sé: la maggior parte ha già adottato nuove ordinanze per mantenere le chiusure, in pochi hanno dato il via libera. Intanto la Regione nel tardo pomeriggio ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato.

LA STORIA: IL DECRETO DEL TAR CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA

La situazione (in aggiornamento)

Perugia chiusura fino a domenica 21
Foligno chiusura fino a domenica 21
Spoleto riapertura da mercoledì 17
Città di Castello chiusura lunedì 15 e martedì 16, poi nuove comunicazioni
Gubbio riapertura da lunedì 15
Marsciano chiusura fino a domenica 21
Magione chiusura fino a domenica 21
Umbertide chiusura fino a domenica 21
Assisi chiusura fino a domenica 21
Deruta chiusura fino a domenica 21
Amelia riapertura da martedì 16
Bastia Umbra chiusura fino a domenica 21
Cannara chiusura fino a domenica 21
Spello chiusura fino a domenica 21
Bettona chiusura fino a domenica 21
Trevi chiusura fino a domenica 21
Montefalco chiusura fino a domenica 21
Torgiano chiusura fino a domenica 21
Città della Pieve chiusura fino a domenica 21
Nocera Umbra chiusura fino a domenica 21
Passignano sul Trasimeno lunedì chiusura, poi nuove comunicazioni
Castiglione del Lago chiusura confermata fino a nuove disposizioni
Tuoro sul Trasimeno chiusura lunedì, poi nuove comunicazioni
Pietralunga riapertura da lunedì
San Giustino chiusura lunedì 15 e martedì 16, poi nuove comunicazioni
Citerna chiusura fino a domenica 21
Piegaro chiusura lunedì, poi nuove comunicazioni
Valfabbrica chiusura fino a domenica 21
Panicale lunedì chiusura, poi nuove comunicazioni
Giano dell’Umbria chiusura fino a domenica 21
Corciano lunedì 15 chiusura, poi nuove comunicazioni
Valfabbrica chiusura fino a domenica 21
Norcia verso riapertura da mercoledì 17
Gualdo Tadino riapertura da lunedì 15
Fossato di Vico riapertura da lunedì 15
Campello sul Clitunno riapertura da mercoledì
Castel Ritaldi chiusura fino a domenica 21
San Venanzo chiusura per lunedì 15 e martedì 16, poi nuove comunicazioni
Montone chiusura confermata, poi nuove comunicazioni
Monte Santa Maria Tiberina lunedì chiusura, poi nuove comunicazioni

A PERUGIA LE SCUOLE RESTANO CHIUSE

La Regione al Consiglio di Stato. Per ora efficace decreto Tar

A palazzo Donini ci hanno pensato un po’, quindi la decisione: «La Regione Umbria ha proposto opposizione al Tar dell’Umbria nonché ricorso al Consiglio di Stato avverso il provvedimento di sospensiva del Tar regionale del 13 febbraio in merito all’ordinanza regionale numero 14 del 6 febbraio, con specifico riferimento alla parte in cui la Regione Umbria sospende ‘tutti i servizi socio educativi per la prima infanzia fino a 36 mesi pubblici e privati e i servizi educativi delle scuole dell’infanzia, statali e paritarie’. La decisione del Tar, comunque, resta efficace fino all’esito dell’opposizione e/o del ricorso, salvo provvedimenti ordinativi dei sindaci nei rispettivi Comuni. Si precisa altresì che all’incontro, a cui erano presenti i sindaci interessati dal provvedimento, indetto quest’oggi da Anci, non hanno partecipato né la Presidente della Regione, né esponenti della Giunta, né il Direttore della Sanità regionale Claudio Dario perché non invitati. La Regione e la Sanità regionale restano come sempre a disposizione di tutti i sindaci dell’Umbria per qualsiasi esigenza e supporto di carattere sanitario e nell’ambito delle proprie competenze».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

La nota mattutina dell’Anci

«Anci Umbria è pronta a predisporre una ordinanza base per tutti i Comuni coinvolti nella zona rossa, contenente concetti uniformi ed elementi tecnici sanitari e giuridici, su cui, poi, ciascun Comune, nella pienezza della propria autonomia, potrà muoversi. Nel frattempo, Anci Umbria chiederà alla sanità umbra e alla Regione Umbria un documento che attesti la gravità della situazione, una relazione epidemiologica sull’attuale situazione Covid, a supporto di eventuali decisioni dei sindaci. Alla riunione ha preso parte l’avvocato Giuseppe Caforio che ha fornito indicazioni utili ai sindaci sulla vicenda, evidenziando la necessità di ‘porre nell’ordinanza dei sindaci motivazioni forti e inconfutabili. La Regione Umbria ha tre possibilità: procedere con il ricorso al Consiglio di Stato, fare una nuova ordinanza con motivazioni inconfutabili, o non fare altro’. Alcuni sindaci, concordando sulla necessità di avere una ordinanza standard, hanno, tuttavia, evidenziato ‘la necessità di avere, entro oggi, un atto della sanità regionale umbra che supporti eventuali decisioni di chiusura di nidi e infanzia, ovvero dati epidemiologici chiari’ e di ‘potersi confrontare con il dirigente Dario o il commissario D’Angelo’. La Regione Umbria, oggi, era rappresentata dal dirigente Luigi Rossetti».

I sindaci del centrosinistra attaccano la Regione

La polemica ha preso piede con il trascorrere delle ore: «La riunione di Anci si è svolta incredibilmente senza una adeguata presenza né politica né tecnica della Regione Umbria se si escluse la presenza del dottor Luigi Rossetti che ringraziamo, chiamato ad affrontare problematiche afferenti al settore sanitario non certo di sua competenza. Dopo la sentenza del Tar i sindaci si sono trovati a dover prendere decisioni in assenza di indicazioni chiare della Regione che è il soggetto deputato a deliberare in materia sanitaria. Dopo le dichiarazioni della scorsa settimana riteniamo opportuno che la Presidente, l’assessore alla sanità, la giunta regionale tutta e le strutture tecniche regionali della sanità e della scuola supportino e orientino i sindaci in una vicenda nella quale i comuni rischiano di essere il capro espiatorio di un caos del quale sono del tutto incolpevoli. Chiediamo pertanto alla Regione in tutte le sue articolazioni sia politiche che tecniche di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità in maniera chiara ed inequivocabile sulla scorta dei dati scientifici di cui ad oggi i sindaci nonostante ripetute richieste non sono a conoscenza. Se come più volte ribadito da eminenti scienziati anche nelle ultime ore l’Umbria è la nuova Codogno, non si perda ulteriore tempo e si agisca di conseguenza».

La Uil: «Personale in difficoltà»

Ci sono anche i sindacati a dire la loro sullo sviluppo della vicenda: «Uil Scuola Umbria – le parole della segretaria Lucia Marinelli – segnala che questa decisione, oltre a mettere la sanità umbra in ulteriore difficoltà, visti i casi di contagio in notevole aumento, e che la variante colpisce di più i bambini, mette in grossa difficoltà il personale di queste scuole. Non è nel nostro interesse alimentare contrapposizioni con i genitori, con cui, anzi, condividiamo gli obiettivi educativi dei loro figli, in un quadro di comunità educante assolutamente prioritario. Riteniamo, pertanto, che sia importante un intervento delle istituzioni tutte, Regione e Comuni coinvolti, a garanzia del diritto alla sicurezza del personale e degli stessi piccoli studenti, e invitiamo i genitori a intervenire presso le stesse per ottenere dei provvedimenti che garantiscano sì il diritto allo studio dei propri figli, senza dimenticarci che la salute e la sicurezza è un bene primario per tutti i cittadini e i lavoratori, a cui noi, come sindacato, dobbiamo, prima di tutto, rendere conto».

 

Umbria, il Tar riapre nidi e materne. C’è chi li terrà ancora chiusi

 

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