Umbria, cinghiali: sarà più facile sparargli

Approvate in giunta misure per dare più armi (non solo metaforicamente) ai cacciatori per gli abbattimenti. L’annuncio di Morroni

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La giunta regionale ha varato un pacchetto di misure urgenti per contrastare il fenomeno della proliferazione dei cinghiali e porre un freno ai danni in agricoltura e per la pubblica incolumità.

L’annuncio

Mentre si sta già lavorando a nuove linee guida di intervento per la fauna selvatica, con l’impegno di definirle entro aprile, Roberto Morroni, assessore regionale con delega alle politiche agricole e caccia, ha illustrato in una conferenza stampa i provvedimenti della Regione per il contenimento dei cinghiali: «Sulle misure da attuare – ha detto – ci siamo confrontati con i rappresentanti degli Atc, delle associazioni venatorie, agricole e ambientaliste con l’obiettivo di rendere coerente, nel rispetto delle regole e in armonia con le legittime esigenze del mondo agricolo e con la salvaguardia dell’incolumità pubblica, una pratica venatoria che coinvolge circa 10 mila cacciatori»

I dati

Nella stagione venatoria 2018/2019, nell’ambito territoriale di caccia Perugia 1 sono stati abbattuti 6.657 degli 11.315 cinghiali previsti dal piano di abbattimento annuale; nell’Atc Perugia 2 sono stati abbattuti 4.797 capi sugli oltre 6.200 previsti e non va meglio nell’Atc 3 Ternano-Orvietano, con poco più di 5 mila capi abbattuti su 7.650. Altro dato rilevante è quello dei danni all’agricoltura rimborsati dagli ambiti territoriali: nel 2018 oltre 500 mila euro in tutta la regione.

Le misure

«Viene innanzitutto ridotto da 48 a 4 ore – ha spiegato Morroni – il termine oltre il quale, dopo aver avvisato l’Atc, i proprietari o conduttori dei fondi agricoli possono intervenire direttamente, ovviamente se in possesso di licenza di caccia, limitando così i danni alle produzioni agricole. Nelle ore notturne, inoltre, sarà necessaria la presenza di una sola guardia venatoria. Altra misura che favorirà l’efficacia gli interventi di contenimento richiederà una modifica al regolamento relativo al prelievo venatorio della specie cinghiale. Se ora ci si deve rivolgere ‘prioritariamente’ alle squadre di caccia iscritte nel territorio, daremo la possibilità agli Atc di organizzare i prelievi anche con i cacciatori formati e autorizzati».

Il nuovo calendario

Nella prima riunione della consulta faunistico-venatoria regionale, il 5 febbraio scorso, era già stato anticipato «che nel calendario venatorio per la stagione 2020-2021 in fase di definizione – ha detto l’assessore Morroni – si prevede di posticipare l’avvio del periodo di apertura della caccia al cinghiale, spostandolo dal 1° ottobre al 1° novembre, con la conclusione al 31 gennaio. Una proposta che renderà il calendario umbro omogeneo a quello delle Regioni confinanti, contribuendo a un miglior controllo della densità della popolazione dei cinghiali».

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