Umbria, con il ‘bonus’ sisma diventa affare

Erasmo D’Angelis (coordinatore #italiasicura): «Consente di mettere in sicurezza sismica le abitazioni e lo Stato ripaga fino all’85% dell’investimento in 5 anni»

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Si chiama ‘Sisma bonus’ e, come ha spiegato il coordinatore di Italiasicura, Erasmo D’Angelis, intervenendo lunedì mattina a Perugia al seminario ‘Progettare l’assetto idrogeologico’, «dal primo marzo, consente di mettere in sicurezza sismica la propria abitazione, o anche la seconda casa, e lo Stato ripaga fino all’85% dell’investimento in 5 anni. Ciò vale anche per interventi su interi condomini, anche su aree produttive e oltre a interventi di messa in sicurezza si può provvedere ad interventi di efficienza energetica».

‘Sisma bonus’ L’iniziativa rientra in una serie di seminari (21 tappe in tutta Italia) che la Struttura di missione #italiasicura, il Ministero dell’ambiente e le Regioni (con la partecipazione del Consiglio nazionale dei geologi, Rete professioni tecniche e Consiglio nazionale degli ingegneri) stanno portando avanti insieme con l’obiettivo di coinvolgere i professionisti e i tecnici della pubblica amministrazione per un approfondimento e un confronto sulle ‘Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico’ e per illustrare tutte le opportunità del ‘Sisma bonus’. «E’ prevista inoltre – ha aggiunto D’Angelis – la possibilità di cessione del credito a banche o alla ditta costruttrice. In Italia abbiamo circa 12 milioni di immobili posti in zone sismiche, non bisogna quindi perdere tempo e occasioni e oggi c’è questa grande possibilità». In riferimento all’Umbria, D’Angelis ha evidenziato che «rappresenta un modello per altre Regioni per aver saputo affrontare situazione di grave rischio come il terremoto del ’97 con grande capacità, dimostrando di aver saputo ricostruire in sicurezza, così come si fa in Paesi ad alto rischio sismico e dotandosi dal ’78 di un ‘Piano frane’».

L’Umbria Per la mitigazione del rischio idrogeologico l’Umbria «ha sempre fatto la sua parte – è intervenuta la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini – investendo con grande oculatezza le risorse e dotandosi di un’adeguata normativa regionale, a partire dalla Legge per la prevenzione del rischio frane approvata nel 1978. Come Regioni abbiamo condiviso questa grande sfida di una programmazione unitaria per gli interventi partendo dalla convinzione che, per la gestione del rischio idrogeologico, sia molto importante anche l’acquisizione di un metodo. Alluvioni, frane e terremoti stanno evidenziando sempre di più le criticità dell’Appennino imponendo un nuovo atteggiamento anche alla luce degli ultimi eventi sismici che hanno imposto una forte attenzione al rischio idrogeologico, penso ad esempio al Torbidone riaffiorato nelle campagne di Norcia». La presidente Marini ha quindi ricordato che la Regione «ha governato per circa 20 anni sia la programmazione degli interventi strutturali, che le azioni non strutturali, dettando le regole per un uso compatibile del territorio con le condizioni di rischio. Nel 2010 la Regione ha sottoscritto un accordo con il Ministero dell’ambiente che ha riguardato importanti interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per 71 milioni di euro, di cui oltre 31 milioni di euro per la messa in sicurezza dalle piene del Topino».

I fondi L’assessore regionale all’ambiente Fernanda Cecchini, ha sottolineato come per la prima volta il Governo abbia «proposto un Piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio nel suo complesso. Un passaggio importantissimo alla luce dei grandi cambiamenti climatici che ci impongono un metodo di lavoro che metta insieme le esperienze e le competenze. Da una stima relativa alla ripartizione del fondo nazionale destinato a finanziare la progettazione di interventi contro il dissesto idrogeologico, per la progettazione di opere in Umbria si prevedono circa 800 mila euro». Relativamente alla mitigazione del rischio idraulico sono stati individuati gli interventi regionali prioritari per un ammontare complessivo di 71 milioni 585.278 di euro, di cui oltre 31 milioni già finanziati per il completamento di interventi per la riduzione del rischio idraulico sul bacino del fiume Topino. Gli altri interventi sono relativi alla sistemazione idraulica dei corsi d’acqua nei Comuni di Castel Viscardo, Bevagna, Città di Castello e Citerna, Terni, Polino, Città della Pieve. Per il rischio idrogeologico da frana, l’assessore Giuseppe Chianella ha messo in risalto che il problema richiede «soluzioni tecniche da una parte, ma anche scelte politiche per salvare anche i presidi territoriali, a partire dai piccoli comuni che soffrono per l’abbassamento dei servizi e la scarsità di risorse». Per l’avvio del fondo della progettazione relativamente alla mitigazione del rischio idrogeologico da frana in Umbria sono stati individuati progetti per un importo pari a oltre 92 milioni di euro.

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