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Home » Umbria, ex Novelli: spettro-concordato

Umbria, ex Novelli: spettro-concordato

di Fabio Toni
23 Febbraio 2017
in Apertura 5, Attualità, Economia, Imprese, Lavoro
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Tagli al costo del lavoro per 5,7 milioni di euro, con l’azzeramento di tutti i contratti e quindi la rinuncia a diritti e tutele, entro il prossimo 6 marzo. La ‘proposta’ del board Alimentitaliani – ex Gruppo Novelli – comunicata ai sindacati locali e nazionali nell’ultimo incontro al Mise dello scorso 21 febbraio, ha destato forte preoccupazione fra il personale e le stesse sigle che parlano di «proposte inaccettabili e non percorribili».

«Basta sacrifici» In una nota, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil denunciano che con l’attuazione del progetto annunciato al Mise, «si rischia di spostare il peso della ristrutturazione interamente sulle spalle dei dipendenti, senza aver esplicitato nei termini concreti un vero piano industriale che spieghi al tavolo strategie e obiettivi della nuova società. Non possiamo mettere in discussione il contratto nazionale di categoria e la dignità dei lavoratori – attaccano le sigle – per una mera speculazione finanziaria finalizzata a ‘ricapitalizzare’ l’ex gruppo Novelli».

«Proprietà incoerente» Se il passaggio di ‘mano’ dalla vecchia proprietà Novelli al nuovo ‘Alimentitaliani’ era stato caldeggiato e salutato con soddisfazione tanto dai vertici del Mise, quanto da istituzioni e sindacati, oggi quest’ultimi parlano di «incoerenza» fra quanto esposto dai nuovi proprietari prima dell’acquisizione del gruppo, rispetto ai contenuti ed ai ‘tagli’ emersi nell’incontro del 21 febbraio a Roma. «’Tenere insieme il gruppo, garantire la continuità occupazionale’: sono state dichiarazioni e impegni che hanno fatto pendere la decisione verso la famiglia Greco rispetto alle offerte sul tavolo che parlavano di tutt’altro, altrimenti si sarebbero prese altre decisioni. Ora – affermano Fai, Flai e Uila – non si possono cambiare le carte in tavola». Da qui la richiesta, perentoria e rivolta alla presidente della Regione Catiuscia Marini ed all’assessorato alle attività produttive, di «convocare un incontro urgentissimo per illustrare la difficile situazione in cui il progetto di acquisizione si sta venendo a trovare».

«Livelli occupazionali a rischio» «Verbali alla mano – afferma il senatore del M5S, Stefano Lucidi – c’è la conferma di ingenti tagli al costo del personale dell’ex Gruppo Novelli, oggi Alimentitaliani, attivo in Umbria, Lazio e Lombardia con 500 dipendenti. Il ‘nuovo’ cda mira a tagliare 5 milioni di euro totali riservati ai lavoratori, che sono circa il 50% del costo totale. Una cifra immensa, e non vediamo in che modo possa essere raggiunta mantenendo contemporaneamente i livelli occupazionali attuali ed evitando esternalizzazioni. L’impresa può intervenire solo sul salario base, più che dimezzare il costo del lavoro significherebbe mettere sul lastrico i lavoratori già provati da una crisi produttiva che li ha colpiti fin dal 2013, quando la Novelli aveva intrapreso la via del concordato preventivo in continuità».

Spettro-concordato «Ma il documento presentato il 6 febbraio – aggiunge il senatore Lucidi – parla chiaro: sarà necessario procedere ad una nuova operazione di ristrutturazione finanziaria, visto che il piano di rilancio del margine operativo lordo non consentirebbe di saldare tutti i debiti in essere neanche se implementato in pieno. Quindi? Si programmano 5 milioni di euro di sacrifici per i lavoratori per poi farli ricadere nella spirale del concordato preventivo? Un nuovo concordato preventivo? Un nuovo ricorso agli strumenti della legge fallimentare? La verità è che il Mise, Regione Umbria, amministratori locali e sindacati, non hanno chiesto a suo tempo le necessarie garanzie occupazionali e produttive al gruppo acquirente, come si evince anche dagli scarni e opachi verbali reperibili in rete. Non è un caso che la maggioranza dei soci dell’ex Novelli fosse contraria alla cessione del gruppo ai nuovi proprietari. Mise, Regione, amministrazioni locali e sindacati – conclude il senatore dei 5 Stelle – devono darci delle risposte».

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