Umbria, fine obblighi per chi rientra da zone ‘a rischio’: «Normale?»

Un ternano rientra dalla Lombardia e la Usl gli fa sapere che non ci sono più vincoli: «Il test lo faccio lo stesso. Ma a chi conviene?»

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di Fra.Tor.

Da lunedì 18 maggio sono consentiti gli spostamenti tra regioni diverse soltanto per motivi di lavoro, di salute e di necessità e urgenza. Ma come ci si deve comportare in questi casi: si deve comunicare lo spostamento alla propria regione? È ancora obbligatorio un isolamento fiduciario? Si deve fare il test sierologico? Queste domande un ternano che pochi giorni fa è tornato, appunto, a Terni da un comune in provincia di Brescia – dove il virus ancora sembra tutt’altro che ‘evaporato’ – per motivi di lavoro, ha provato a farle alla Usl Umbria 2, e le risposte lo hanno lasciato a dir poco allibito.

Nessun obbligo di comunicazione

«Venerdì 23 maggio – scrive – sono tornato a Terni, la mia città, dal bresciano, zona decisamente ‘a rischio Covid’. Due giorni prima di partire ho inviato una mail all’ufficio ‘dedicato’ della Usl Umbria 2, con la quale informavo della cosa e chiedevo quali direttive c’erano, non volendo mettere a rischio nessuno. La risposta è stata questa: ‘L’ordinanza della Regione Umbria dello scorso 8 maggio, che prevedeva l’obbligo di comunicazione per chi rientrava alla propria residenza, ha terminato la sua validità il 17 maggio. Dal 18 maggio non è più necessaria alcuna comunicazione. Non erano previsti obblighi di comunicazione per gli spostamenti per motivi di lavoro o per motivi sanitari’».

Il test sierologico in un laboratorio privato

Insomma, aggiunge, «io, che ovviamente mi sono ‘isolato’ volontariamente, potrei tranquillamente circolare. Senza sapere se, magari, porto a spasso il virus. Ho chiesto altre informazioni e alla fine ho deciso che martedì mattina andrò a fare il test sierologico in un laboratorio privato e spenderò 80 euro».  Spieghiamo che ci sono due tipi di test sierologici: quello ‘rapido’ che costa 40 euro e quello ‘strumentale’ più approfondito, che da la risposta in 48 ore, che ne costa 80. «Grazie per la fiducia, Regione Umbria, ma io voglio stare tranquillo e pagherò gli 80 euro. Con il sospetto che questa non sia solo fiducia nei miei/nostri confronti. E il grazie più sentito dovrebbe arrivare proprio dai laboratori privati».

Il presidente Anci Umbria Francesco De Rebotti: «Ripristinare questa buona pratica»

Sul tema, intanto, è intervenuto anche il sindaco di Narni e presidente Anci Umbria Francesco De Rebotti. «Con mia grande sorpresa ho scoperto che un’ordinanza regionale ha perso il suo effetto dall’inizio da lunedì scorso. Quella che imponeva alle persone che fanno ritorno in Umbria di comunicare il proprio spostamento alle autorità sanitarie, con evidente obiettivo di poter rendere tracciabile il loro percorso e, nel caso, avere più facilità nel costruire lo screening epidemiologico dei contatti. A quest’obbligo si associava, pratica altrettanto positiva, l’opportunità che veniva concessa di poter chiedere di sottoporsi a tampone. Sono numerosi i soggetti che nel mio comune e immagino in tutta l’Umbria hanno seguito questo iter ed utilizzato l’opportunità della tamponatura. Ciò per una sicurezza personale ma anche, chiaramente, per un ritorno sereno per l’intera comunità». Questa pratica, aggiunge, ha perso effetto dal 18 maggio e le risposte che stanno ottenendo i cittadini di ritorno, ignari della cessazione dell’obbligo di comunicazione, alle mail inviate al servizio sanitario regionale lo confermano. Chiedo quindi alla presidente Tesei ed alle autorità sanitarie regionali di ripristinare questa buona pratica, recuperando se possibile l’utenza che dal 18 maggio ad oggi ha ricevuto risposte solo di cessazione dell’obbligo di comunicazione e di applicarla ufficialmente per lo meno fino al 3 giugno, data nella quale si dovrebbe assistere alla riapertura della circolazione interregionale. Il ripristino di questa percorso, nei giorni che hanno comportato un notevole incremento di fenomeni di socializzazione, rappresenta ancor più una forma di cautela necessaria per i soggetti che tornano nella nostra regione e per le nostre comunità».

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