Umbria, ‘gelata’ su E78: le Marche si sfilano

Il governatore Luca Ceriscioli: «La tanto sbandierata soluzione per la Fano-Grosseto si è rivelata un errore»

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Quando venne presentato, come tutti i progetti, se ne parlò come di una roba ‘decisiva’. Una strada che doveva collegare l’Umbria – l’alta Umbria – all’Adriatico e al Tirreno, un tracciato di 270 chilometri, per 3 miliardi di euro di investimenti.

Centralia La strada era la ‘E78 Fano-Grosseto’ ed era stata anche costituita una società di progetto: la ‘Centralia spa – Corridoio Centro Italia’, a maggioranza Anas (55%) e quote paritarie del 15% delle Regioni Umbria, Marche e Toscana. Era, ovviamente anche stato stabilito che i membri del Cda avrebbero percepito mille euro all’anno. Come rimborso spese.

Il tracciato I Comuni interessati all’opera erano quelli di San Giustino, Citerna e Città di Castello e il meccanismo ipotizzato per la realizzazione era quello del ‘contratto di disponibilità’: con un privato che realizzava i lavori e un canone a carico del pubblico per 45 anni. Naturalmente si era anche pensato in grande: niente pedaggio, ma l’avveniristico ‘free flow’, con lettori ottici delle targhe e spedizione a domicilio del bollettino da pagare.

Silvano Rometti

Silvano Rometti

«Svolta» L’allora assessore regionale Silvano Rometti aveva esultato: «La scelta delle tre Regioni di costituire una società pubblica di progetto ha accelerato una svolta importantissima per la realizzazione dell’opera stessa e per corrispondere alle esigenze di mobilità non solo dei cittadini delle tre regioni, ma di tutta Italia ed europei. La realizzazione dell’opera – aveva spiegato Rometti – avrà delle ricadute positive anche sul sistema economico delle imprese e colmerà la storica criticità dell’Umbria legata alla mancanza di infrastrutture stradali, soprattutto quelle trasversali. La Fano-Grosseto infatti, metterà in collegamento i due corridoi nazionali, Tirreno ed Adriatico, collegando ben quattro porti e si innesterà con la E45 permettendo all’Umbria di avere una dotazione di infrastrutture di comunicazione moderna ed efficiente».

brutti

Paolo Brutti

L’allarme Poi c’era stato chi, come Paolo Brutti, allora consigliere regionale, aveva invece espresso pesanti perplessità: «Non è bastata – diceva allora – la lezione di Quadrilatero. Per la Fano-Grosseto si torna a costituire una nuova società investendo risorse su dirigenti di nomina politica anziché far convergere le poche risorse nell’effettiva realizzazione dell’infrastruttura. Sono pratiche da Prima Repubblica in tempi di ultima Repubblica. Per fare una strada – aveva insisito – occorrono imprese serie e ingegneri capaci, la struttura dirigenziale ce l’ha già Anas e non ci sarebbe alcun bisogno di costose gratifiche agli amici degli amici».

 

Luca Ceriscioli

Luca Ceriscioli

La ‘gelata’ Giovedì, però, il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, parlando con i 59 sindaci della sua regione, ha scoperchiato il pentolone: «Possiamo continuare a illuderci e coltivare sogni come è stato fatto negli ultimi anni o dirci la verità su come stanno davvero le cose. Io preferisco sempre la seconda soluzione: il ‘contratto di disponibilità’, come evoluzione del project financing per aggiungere fondi per la realizzazione della Fano-Grosseto e su cui si basa l’impostazione della società Centralia, non è praticabile per costruire strade. Quindi, con tutta probabilità si metterà fine all’esperienza di Centralia, perché la tanto sbandierata soluzione per la Fano-Grosseto si è rivelata un errore».

«Progetto vuoto» Secondo il governatore delle Marche, «purtroppo dispiace constatare che è stato solo un racconto a lungo raccontato, ma non vero – ha concluso Ceriscioli – mentre occorre confrontarsi sui dati reali ed è il metodo che intendiamo adottare insieme a un Governo nazionale che sta dimostrando l’intenzione di realizzare cose concrete e non progetti vuoti». Insomma, niente ‘free flow’. E, soprattutto, niente strada.

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